La grande truffa di Zelensky all'UE: il caso NABU scuote l’asse euro-atlantico
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico
Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky rischia arrivare ai ferri corti con i suoi partner internazionali. Proprio mentre fiumi di dollari stanno per entrare nel Paese da UE e NATO, la Verkhovna Rada, il parlamento ucraino, ha approvato ieri con una maggioranza schiacciante la legge 12414, che limita l’indipendenza delle agenzie nazionali anti-corruzione, ponendole sotto il controllo della procura generale, che dipende dal presidente ucraino.
L’Ufficio per la prevenzione della corruzione (NABU) e l’Ufficio del procuratore speciale anticorruzione (SAP) erano stati creati nel 2015, subito dopo l’Euromaidan. Era l’inizio del percorso europeo dell’Ucraina: lo sradicamento della corruzione è sempre stato il presupposto per l’adesione alla UE.
Con la legge che subordina le due agenzie alla presidenza, entrata in vigore oggi, si consolida invece la verticale del potere di Kiev, fortemente influenzata dal capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak.
Subito dopo l’approvazione alla Rada, migliaia di persone sono scese in piazza a protestare, a Kiev, Leopoli, Dnipro e Odessa. Hanno mostrato cartelli che rivendicano lo spirito dell’Euromaidan, fortemente caratterizzato dai temi della lotta alla corruzione e agli oligarchi. Gli slogan delle piazze di ieri erano rivolti contro il presidente e il suo consigliere capo.
Alcuni attivisti anticorruzione scrivono che Zelensky non rappresenta più il popolo ucraino e addirittura lo accusano di essere filo russo. I manifestanti sono stati sostenuti dagli avversari politici di Zelensky, come il parlamentare Goncharenko e il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko.
Tuttavia, anche se si tratta delle prime grandi proteste organizzate in Ucraina dall’inizio del conflitto diretto con la Russia, non sembra che possano in alcun modo costituire un fattore di destabilizzazione. Le manifestazioni si sono svolte in maniera del tutto pacifica, senza incidenti e senza ingenti schieramenti di forze dell’ordine, nonostante la legge marziale.
Il filo che rischia di spezzarsi, non collega Bankova ai centri di potere interni, ma a quelli esterni. NABU e SAP erano agenzie sostenute finanziariamente dal Dipartimento di Stato USA, USAID, FBI, UE, FMI, e Ong come NED e Open Society Fondation. Gli stessi attori che avevano soffiato sulla brace del malcontento nel 2014. Si capisce perché Zelensky sta tradendo lo spirito dell’Euromaidan.
Cosa sta succedendo?
Secondo Strana, il gruppo politico che fa capo all’ex presidente Petro Poroshenko ha recentemente stretto un’alleanza “anti-Zelenski” con quelle strutture di influenza (Ong, think thank, etc) in passato legate al Partito Democratico, collegate a NABU e SAP. Attraverso il controllo di queste agenzie l’”alleanza” intendeva colpire Zelensky avviando procedimenti penali contro gli uomini del suo entourage.
Il 23 giugno 2025, il NABU ha avviato un’indagine per corruzione su vasta scala contro il vice primo ministro e ministro dell’Unità Nazionale, Oleksy Chernyshov, per un presunto abuso nell'assegnazione di terreni a scopi edilizi a favore di un imprenditore, che aveva causato un danno allo Stato per circa 1 miliardo di grivne (circa 24 milioni di dollari). Chernyshov ha dovuto pagare una cauzione di 120 milioni di grivne (circa 2,9 milioni di dollari). Il suo ministero è stato sciolto con il recente rimpasto di governo.
Il caso ha mobilitato l’SBU, i servizi segreti interni sotto la giurisdizione del presidente ucraino, che il 21 luglio ha arrestato per spionaggio un dipendente del NABU, Viktor Husarov, accusandolo di far parte di un’organizzazione occulta interna all’agenzia, la D2 che avrebbe passato informazioni riservate a Mosca.
Queste accuse, respinte dall’agenzia, sono state utilizzate come pretesto per emanare il provvedimento che ne limita l’indipendenza, ponendola sotto il controllo della procura generale.
Nel discorso alla nazione, tenuto martedì sera dopo la promulgazione della legge, Zelensky ha assicurato che le agenzie continueranno a funzionare, ma saranno sottratte all’influenza russa.
In realtà le sta sottraendo alle interferenze dei suoi nemici interni e dei circoli democratici statunitensi.
A rischio l’intera coalizione pro-Kiev
L’UE ha espresso serie preoccupazioni. La commissaria europea per l'allargamento, Marta Kos, ha dichiarato che la riduzione dell’indipendenza del NABU potrebbe influenzare la prospettiva di adesione dell'Ucraina all'Unione Europea, definendola “un passo indietro significativo”.
"Organi indipendenti come NABU e SAP sono necessari per il percorso verso l'UE. Lo stato di diritto rimane al centro delle negoziazioni per l'adesione all'UE", ha scritto su X.
Dello stesso avviso il Ministero degli Esteri olandese, mentre Parigi chiede di ritirare la legge. Il Commissario europeo per l'Economia Valdis Dombrovskis ha lanciato un duro monito da Bruxelles: il sostegno finanziario dell'Ucraina e il suo percorso verso l'adesione all'UE dipendono dall'indipendenza delle sue istituzioni anticorruzione. Ursula von der Leyen ha chiesto spiegazioni a Zelensky, mentre l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico avvisa Kiev: la limitazione dei poteri di questi organi potrebbe portare a una riduzione degli investimenti in Ucraina, afferma.
Malumori anche negli Stati Uniti, tra i più fermi sostenitori del presidente Trump. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha definito Zelensky un «dittatore» e ha esortato il popolo ucraino a «cacciarlo». Meaghan Mobbs, la figlia dell’inviato speciale per l’Ucraina Kellogg, ha definito la legge “incredibilmente, incredibilmente stupida”, nonché approvata nel “peggior momento possibile”, vista la svolta della Casa Bianca nei confronti di Kiev sulle forniture di armi.
Una grande truffa di Zelensky ai danni degli europei?
L’analista politico statunitense Andrew Kuribko non ha dubbi. Le agenzie anticorruzione ucraine sono state neutralizzate perché in Ucraina stanno per arrivare dall’Occidente centinaia di miliardi di dollari destinati alla guerra contro la Russia.
La UE, attraverso il Consiglio Europeo, ha creato il Security Action for Europe (SAFE), che fornirà fino a 150 miliardi di euro in prestiti a basso interesse per investimenti nella difesa nei membri dell'Unione e anche in Ucraina . La NATO invece, si è impegnata a pagare il prezzo intero per le nuove armi statunitensi che trasferiranno all'Ucraina.
“Queste promesse hanno incoraggiato l'Ucraina a saccheggiare il suo ufficio anticorruzione”, scrive Kuribko.
Chi controlla le agenzie anticorruzione, controllerà anche la destinazione finale di questa montagna di soldi. Zelensky e Ermak, dunque, avrebbero una carta in più per consolidare e accentrare il loro potere.
L’analista va oltre ed ipotizza uno scenario inquietante: che l’Occidente sia al corrente di ciò, ma non smetterà di finanziare l’Ucraina, pur sapendo che una parte dei flussi si disperderà nel buco nero di un radicato e complesso apparato di corruzione. E’ il prezzo da pagare ai vertici ucraini per continuare a farli combattere la nostra guerra contro la Russia.
“Il motivo per cui gli aiuti occidentali continueranno probabilmente ad affluire all'Ucraina – spiega - nonostante quest'ultima abbia sfacciatamente neutralizzato le sue istituzioni anticorruzione, è che quel blocco ha già accettato che una parte di essi verrà rubata come prezzo da pagare per continuare la sua guerra per procura contro la Russia. Per quanto l'opinione pubblica contraria a questa campagna possa talvolta diventare netta nella società, la gente comune non ha praticamente alcuna influenza sulla formulazione della politica estera, i cui decisori ignorano sistematicamente le loro lamentele e preoccupazioni”.
Se sarà davvero così, allora è in corso un braccio di ferro con Kiev che l’Occidente non può vincere. Chi dall’alto del proprio suprematismo culturale pensava di fregare Zelensky, considerandolo il povero leader di uno stato slavo fallito, potrebbe restare ancora una volta con il cerino in mano.