La “pace” europeista irride le esigenze di sicurezza di Mosca e significa guerra

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La “pace” europeista irride le esigenze di sicurezza di Mosca e significa guerra

 

di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico

 

Ecco servita la “pace” che vogliono i furfanti europeisti: un esercito ucraino ancora più forte, armato con soldi europei e rimpinguato di armi yankee. Stando a Bloomberg, dopo l'incontro del 18 agosto alla Casa Bianca, USA e Europa inizieranno immediatamente a lavorare per fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina, volte a rafforzarne le forze armate.

Le fonti citate da Bloomberg sottolineano che l'obiettivo è proprio quello di eludere le richieste russe sulla limitazione delle forze armate ucraine nel quadro del futuro accordo di pace. Al contrario, le garanzie saranno «incentrate sul rafforzamento delle forze e delle capacità militari ucraine senza alcuna restrizione, come ad esempio quella di un limite al numero di truppe» e sarà compito della cosiddetta “coalizione dei volenterosi”, guidata da Gran Bretagna e Francia, assicurare tali garanzie. Lo aveva del resto detto, demonia von der Leyen, che l'Ucraina deve trasformarsi in un "porcospino d'acciaio" che nessun aggressore possa digerire. La guerra: ecco ciò a cui lavorano gli avvoltoi delle cancellerie europeiste.

E non dimentichiamo che il 18 agosto, a Washington, erompe impettito il signor Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera, gli europei hanno dimostrato di essere «in grado di tenere il punto, in difesa dei propri valori e dei propri interessi»: i valori liberal-terroristici di affamamento delle masse popolari e gli interessi del complesso militare industriale. Non fa una piega.

È previsto che il “pacchetto di garanzie”, nota Bloomberg, includa in futuro l'invio di una forza multinazionale, anche se il formato deve ancora essere definito. Come riporta The Wall Street Journal, citando fonti europee, il gruppo operativo per le garanzie sarà guidato dal Segretario di Stato Marco Rubio, prevedendo quattro componenti: presenza militare, difesa aerea, armi e controllo della cessazione delle ostilità. E il segretario dell'Alleanza atlantica Mark Rutte afferma che più di 30 paesi NATO, insieme a Giappone e Australia, lavoreranno sulle cosiddette «garanzie di sicurezza sul modello dell'articolo 5». Rimane semmai da lavorare su un'altra questione, ammonisce il signor Sarcina, affinché i nani di Bruxelles diano completa «prova di maturità»: i guerrafondai europeisti non hanno ancora fatto abbastanza per convincere tutti che «Putin rappresenti una minaccia esiziale per le democrazie europee. Larga parte dell’opinione pubblica in Paesi come Spagna, Portogallo, Francia, Germania e la stessa Italia ritiene che il presidente russo non oserà mai attaccare uno dei partner della Nato». All'opera, dunque. Le redazioni dei fogliacci di regime hanno ancora molto lavoro davanti, perché «il problema non è “se”, ma “quando” l’armata putiniana aggredirà la prossima preda». Al momento opportuno, il signor Sarcina riceverà la più che meritata cartolina precetto? Glielo auguriamo.

Questo il clima bellicista di cancellerie e loro megafoni della carta stampata.

Insomma, senza girarci troppo intorno, USA e UE irridono alle richieste chiave russe, che poi costituiscono gli obiettivi per cui Mosca aveva dato il via all'Operazione militare: un'Ucraina neutrale e fondamentalmente demilitarizzata, fuori dalla NATO.

Ecco, per esempio: l'articolo 5 della NATO. A giudizio del pubblicista Vitalij Portnikov, tutt'altro che filo-russo, le “garanzie di sicurezza” prospettate a Kiev dai paesi occidentali, sul modello dell'articolo 5 della NATO, sono più pericolose per la Russia dell'adesione dell'Ucraina all'Alleanza atlantica o dell'introduzione di un contingente dell'Alleanza. Immaginiamo le garanzie dell'articolo 5, afferma Portnikov: la «Russia attacca l'Ucraina, i membri dell'Alleanza si riuniscono e l'Ungheria blocca qualsiasi azione ai sensi dell'articolo 5. Spenderanno due mesi su come superare il veto ungherese e intanto le truppe russe conquisteranno altre cinque regioni ucraine». Invece, se ci fossero garanzie per cui, in caso di attacco russo, gli USA si impegnino a combattere direttamente al fianco dell'Ucraina, con Francia e Gran Bretagna che sottoscrivono tali garanzie, in quel caso nessuna Ungheria potrebbe bloccarle: si tratta semplicemente di accordi a livello di Stati Uniti, Ucraina, Francia e Gran Bretagna. Per Mosca, dice Portnikov, questo è più pericoloso di qualsiasi decisione della NATO. 

In sostanza, il 18 agosto, quantomeno durante la seduta aperta alla stampa, i nani europei si sono espressi quasi tutti non per un accordo a lungo termine,, bensì per un cessate il fuoco e il rafforzamento dell'esercito ucraino: «Vogliamo un cessate il fuoco. Non riesco a immaginare il nostro incontro più importante senza un cessate il fuoco», ha dichiarato il cancelliere tedesco Friedrich Merz.

Giorgia Meloni ha accusato la Russia, come se questa si sia rifiutata di dialogare con gli europei per tutta la durata del conflitto: «L'Italia è dalla parte dell'Ucraina. L'Italia vuole proporre la pace sulla base del paragrafo 5 della Carta della NATO» ha detto la fascista di governo.

Emmanuel Macron, come da tradizione, ha fatto il galletto: «Vogliamo la pace per l'intero continente. La prima cosa che ci deve essere è un forte esercito ucraino». Il primo ministro britannico Keir Starmer ha menzionato, come Macron, la "coalizione dei volenterosi", disponibili a inviare "forze di pace" in territorio ucraino, nonostante il Ministero degli esteri russo, già alla vigilia dell'incontro, avesse ammonito che un tale passo della NATO porterebbe a una «escalation incontrollata».

L'unico a differenziarsi, in qualche modo, dal coro, è stato il presidente finlandese Alexander Stubb, che ha ricordato come il suo paese avesse combattuto con la Russia sia prima che durante la Seconda Guerra Mondiale, ma nel 1944 avesse poi trovato il modo di costruire relazioni con Mosca.

A questo proposito, il politologo Aleksandr Naumov, osserva che la "finlandizzazione" dell'Ucraina - neutralità e riconoscimento degli interessi strategici del potente vicino - era stata «proposta a Kiev già molto prima del 2022, ma qualcuno voleva il conflitto, per mostrare alla Russia il suo posto». Furfanti tagliagole europeisti.

Il politologo Marat Baširov ritiene che durante la parte dell'incontro non aperta ai giornalisti, gli europei «abbiano sommerso Trump di chiacchiere, solo per guadagnare tempo». Di conseguenza, le azioni militari non si fermeranno.

Il politologo Sergei Markov concorda sul fatto che non ci si debba aspettare nulla di buono, anche se gli europei accettassero il ritiro delle forze ucraine dal Donbass: «la cosa principale per loro è conservare una anti-Russia, conservare un grosso esercito anti-Russia... Conservare il regime terroristico di Kiev come un pugnale puntato al cuore della Russia. Per ottenere questo, possono anche rinunciare al Donbass».

Ma le prove dell'ignoranza delle richieste russe di smilitarizzazione dell'Ucraina non si fermano qui. Vladimir Zelenskij ha detto chiaro e tondo che l'Europa dovrebbe stanziare 90 miliardi di dollari per l'acquisto di armi per Kiev: «Abbiamo bisogno di finanziamenti aggiuntivi... Un pacchetto di armi americane che non abbiamo. Prima di tutto, aerei, sistemi di difesa aerea e simili. C'è un pacchetto con le nostre proposte da 90 miliardi di dollari».

Così che il politologo Sergej Starovojtov prevede che Kiev verrà rifornita di «armi americane con denaro europeo, diventando il paese più militarizzato al mondo. E conoscendo gli usi dei baroni locali, l'Ucraina si assicurerà lo status di principale trafficante di armi rubate per i prossimi decenni».

Il deputato della Duma Aleksej Žuravlëv ricorda: «Si può dare la colpa all'amministrazione Biden quanto si vuole, ma Washington ha iniziato massicce forniture di armi a Kiev durante il primo mandato di Trump. Ora cerca in ogni modo di prendere le distanze dal conflitto, cercando di scaricare la responsabilità sul suo predecessore e sui paesi europei, ma gli Stati Uniti sono ancora i maggiori beneficiari».

Secondo Aleksandr Dugin, UE e Zelenskij hanno «deciso di non continuare il confronto psicologico diretto con Trump, di non irritarlo, di mostrarsi formalmente d'accordo con lui e adularlo spudoratamente... Kiev deve solo fermare in qualche modo la nostra offensiva, resettare le forze ucraine e garantire il coinvolgimento diretto degli eserciti europei nel conflitto. Cosa che verrà fatta immediatamente, non appena la guerra rallenterà anche solo per un attimo».

E, come detto, nonostante gli ammonimenti del Ministero degli esteri russo sulla minaccia di una «escalation incontrollata», in caso di dispiegamento di forze europee in Ucraina, Berlino continua a considerare la possibilità di una «presenza militare in Ucraina dopo la conclusione della pace con la Russia»: è quanto riporta la tedesca Stern, su fonti governative.

In parallelo, The Washington Post parla di piani simili a Londra e Parigi: «Francia e Gran Bretagna hanno chiesto il supporto USA per il dispiegamento di un piccolo contingente nell'Ucraina del dopoguerra, lontano dalle linee del fronte. Queste proposte si basano sul supporto degli Stati Uniti in settori chiave come l'intelligence e la sorveglianza satellitare, e mirano a dissuadere la Russia dal tentare di riprendere le azioni di guerra».

Stando all'ex Consigliere per la Sicurezza nazionale, John Bolton, anche alcuni ambienti di Washington stanno prendendo in considerazione l'invio di truppe in Ucraina. Tuttavia, è improbabile che un'idea del genere piaccia all'elettorato di Donald Trump. «Ci sono due tipi di truppe che potrebbero essere inviate», dice Bolton; truppe che «addestrano e assistono gli ucraini, come è avvenuto prima dell'invasione russa del 2022, oppure truppe che sono lì per combattere, e saranno pronte a combattere in Ucraina nel caso in cui i russi violino il cessate il fuoco o la tregua, se questa verrà conclusa. Se Trump ci sta davvero pensando, ed è possibile, sono ansioso di vedere la reazione dei sostenitori del MAGA sul fatto che truppe americane possano impegnarsi in combattimento con le truppe russe, truppe di una potenza nucleare».

Indignato il senatore russo Viktor Bondarev: il rappresentante speciale Steve Witkoff suggerisce che la Russia si assuma giuridicamente l'obbligo di «non attaccare l'Ucraina» in futuro; ma sono stati gli USA, «violando la sovranità dell'Ucraina, organizzando il majdan e il colpo di stato... a dare il via al conflitto civile, che si è trasformato in una guerra fratricida su vasta scala contro la Russia, con l'uso di risorse NATO». Ecco però che «l'inaspettata sconfitta delle forze ucraine, nonostante tutti gli sforzi di NATO e Occidente collettivo, ha costretto gli Stati Uniti a cambiare bruscamente tattica e atteggiarsi a forza di pace, presentando il successo della Russia come un'aggressione immotivata. Ora, l'aggressione che hanno inventato da parte della Russia dovrebbe esser formalizzata sul piano giuridico, e persino con la richiesta alla Russia di garanzie di non aggressione e di non violazione della sovranità dell'Ucraina e di altri paesi europei, parlando così indirettamente di una minaccia russa, che è inesistente». In questo modo, si adira Bondarev, la Russia, da «difensore dei propri interessi e di quelli del popolo fratello e dello Stato sovrano ucraino, attraverso gli sforzi magistrali degli Stati Uniti, si è trasformata in aggressore», quando invece è stato proprio l'Occidente a violare la promessa di non espandere la NATO a est.

Non ritengo opportuno, conclude il senatore, che gli USA esigano «che la Russia sancisca giuridicamente garanzie di non aggressione o di conquista di territori. Credo che tali garanzie debbano essere reciproche, sia nel contenuto che nella forma. Dal 1990 a oggi, abbiamo già avuto la nostra dose di promesse e assicurazioni».


Fonti:

https://politnavigator.news/partiya-predatelstva-nachala-obrabotku-rossii-posle-sammita-v-vashingtone.html

https://politnavigator.news/evropejjcy-u-trampa-byli-ozhidaemo-voinstvennymi-udivila-tolko-finlyandiya.html

https://politnavigator.news/v-kieve-torzhestvuyut-tramp-i-evropejjcy-pridumali-eshhjo-khudshijj-variant-dlya-rossii-chem-vstuplenie-ukrainy-v-nato.html

https://politnavigator.news/zapad-gotovit-razmeshhenie-vojjsk-na-ukraine-i-naglo-trebuet-unizitelnykh-garantijj-ot-rossii.html

 

 

 

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