La parata in Cina per la vittoria sul nazi-fascismo e la singolare prima pagina di Repubblica

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La parata in Cina per la vittoria sul nazi-fascismo e la singolare prima pagina di Repubblica


di Paolo Desogus*

La prima pagina di Repubblica oggi reca il titolo "parata contro l'Occidente". Dopo aver ignorato completamente gli incontri in Cina tra i leader asiatici, la stampa italiana si accorge della "parata". Se ne accorge a scoppio ritardato e solo per inneggiare al più classico dei nostri passatempi, la guerra di civiltà, quella che oppone noi a loro, Occidente all'Oriente.



Ma poi cosa vuol dire "Occidente"? Uso spesso anche io questa parola. Ma vi devo confessare un certo disagio, dal momento che "Occidente" ha assunto una pregnanza di senso interna alla rappresentazione geopolitica del mondo imposta dagli Stati Uniti.

Dire che la parata di Pechino è contro "l'Occidente" significa infatti dire che è contro i rapporti di forza che assegnano attualmente agli Usa una condizione di supremazia. Significa inoltre definire il perimetro geografico di questa potenza, ovvero quell'area del mondo entro la quale l'Europa partecipa in quanto colonia americana, dunque senza voce, senza possibilità di esprimere il proprio punto di vista.

Parlare di "Occidente" e assumere questo termine in modo neutro, senza precisazioni, significa per questo motivo dare per scontato che gli interessi dei paesi europei coincidono con quelli statunitensi. Ovviamente non è così. Gli interessi dell'Europa sono diversi da quelli degli Usa. Ma in quanto espressioni coloniali i nostri governi devono adattarsi all'indirizzo dato da Washington.

C'è un altro punto. Non solo siamo sottomessi al potere degli Usa. Non solo dobbiamo combattere le loro guerre, subire i loro dazi, armarci con le loro armi, fare nostre le loro fisime pseudoculturali (tipo la woke). Non solo dobbiamo rinunciare ai nostri interessi e persino ai nostri valori democratici. Dobbiamo anche partecipare a una guerra di "civiltà" che gli Usa stanno aprendo con la Cina: una guerra tra "Occidente" e "Oriente", con la stampa già pronta a costruire la narrazione secondo cui sarebbero "loro" gli "orientali" ad aver iniziato il conflitto.

La verità è però un'altra. La supremazia americana è in crisi e "loro" hanno deciso di spezzare le catene che li vincolano, come ad esempio il dollaro, insieme a molto altro che ha a che fare anche con gli equilibri militari.

Come andrà a finire? Per noi in Europa sicuramente male. Per combattere le guerre di "civiltà" occorre avercela, occorre avere un briciolo di "civiltà". Occorre avere una visione del mondo. Occorre essere in grado di elaborare una prospettiva per i paesi coinvolti. E noi in Europa non abbiamo nulla di tutto questo: non abbiamo visione, non abbiamo prospettiva, non abbiamo più civiltà.

P.S. Che non abbiamo più civiltà è anche dimostrato dal fatto che la prima pagina di Repubblica non reca alcuna notizia sui mille morti in Darfur a causa di una frana. Nulla nemmeno sul terremoto in Afghanistan. In compenso viene messa in risalto la morte di Emilia Fede. Siamo spacciati.

*Post Facebook del 3 settembre 2025

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