La sottile linea che accomuna la crisi ucraina e i colloqui sul nucleare iraniano

La sottile linea che accomuna la crisi ucraina e i colloqui sul nucleare iraniano

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Cosa accomuna la crisi ucraina ed i colloqui in corso a Vienna sul nucleare iraniano? La posizione dell'Occidente e quel leit motiv "richieste non ragionevoli" indirizzata a Russia e Iran.

Riguardo la crisi ucraina, per Washington la linea da sempre proclamata da Mosca come linea rossa invalicabile per la propria sicurezza - ovvero l'opposizione ad un'adesione alla NATO da parte dell'Ucraina che significherebbe posizionamenti di base e armi di ogni genere a poche centinaia di km dalla capitale russa - è una richiesta da folli.

Immaginate se la Russia schierasse basi, armi nucleari, missili a lunga gittata in Venezuela e a Cuba? Come reagirebbe Washington? Allo stesso modo della crisi missilistica del 1961 a Cuba.

Mentre l'occidente fomenta le tensioni per spingere la Russia in una guerra, c'è un altro fronte dove se non si troverà un accordo si finirà probabilmente con un altro conflitto. Parliamo dei negoziati sul nucleare iraniano.

Anche in questo caso i negoziatori europei e statunitensi definiscono irragionevoli le richieste dell'Iran per un buon esito della trattativa. La richiesta irragionevole di Teheran consisterebbe nella revoca di tutte le sanzioni ripristinate con ferocia dopo che l'amministrazione Usa guidata da Donald Trump, uscì dal noto accordo, denominato, JCPOA, stipulato nel 2015.

Le tensioni al confine finirebbero se Kiev rinunciasse ad entrare nella NATO. L'accordo sul nucleare, come ribadito, anche oggi dal portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Said Jatibzade "se le parti europea e americana risponderanno alle iniziative dell'Iran nel quadro del JCPOA e i diritti del Paese persiano saranno rispettati [...], possiamo annunciare un accordo a Vienna già questa mattina."

Gli iraniani abili nell'arte diplomatica, su questa base da mesi hanno messo in difficoltà l'occidente che è rimasto con il cerino in mano. Come si fa a dire di no ad una semplice proposta di revoca delle sanzioni, della quale beneficerebbero anche economie europee come quelle di Italia, Francia, e Germania?

Invece no, i governi occidentali che rappresentano ormai un mondo in declino, non rinunciano alla loro volontà egemonica ed hanno messo in moto la macchina propagandistica, gli speculatori per portarci alla guerra.

A proposito, dove sono finiti i movimenti per la pace? Sono ancora sonnolenti, forse è meglio così. Se devono essere gli utili idioti delle guerre della NATO manifestando contro le "aggressione di Putin" all'Ucraina è meglio che stiano in letargo. 

Francesco Guadagni

Francesco Guadagni

 

Nato nell'anno di grazia 1979. Capolavoro e mancato. Metà osco, metà vesuviano. Marxista fumolentista. S.S.C.Napoli la mia malattia. Pochi pregi, tanti difetti, fra i quali: Laurea in Lettere Moderne, Iscrizione all'Albo giornalisti pubblicisti della Campania dal 2010. Per molti anni mi sono occupato di relazioni sindacali, coprendo le vertenze di aziende multinazionali quali Fiat e di Leonardo Finmeccanica. Impegno di militanza politica, divenata passione, è il Medio Oriente. Per LAD Gruppo Editoriale ho pubblicato il libro 'Passione Pasolini - Un Viaggio con David Grieco', prefazione di Paolo Desogus. 

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