Malala trasferita nel Regno Unito
Dall'ospedale militare di Rawalpindi, la giovane attivista pakistata riceverà cure specializzate in un ospedale inglese
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Malala sarà trasferita nel Regno Unito per ricevere le cure necessarie. Dopo che un gruppo armato di talebani le ha sparato a Mingora - nella Vallata Swat bastione talebano - le condizioni della giovane attivista restano molto gravi.
Dall'ospedale di Rawalpindi, dove Malala era stata trasferita dopo l'intervento chirurgico subito a Peshawar per la rimozione del proiettile dal cranio, i dottori avevano dichiarato di considerare decisivi i prossimi cinque giorni. In un comunicato dell'esercito di ieri si parlava di “miglioramenti lenti e costanti”, ma l'emittente araba al-Jazeera, citando una fonte anonima interna dell'ospedale di Rawalpindi, lasciava poche speranze di sopravvivenza a Malala. La decisione di quest'improvviso trasferimento avvalora quest'ultima indiscrezione. La logistica dello spostamento è stato gestito dagli Emirati Arabi Uniti ed è al momento sconosciuta la destinazione del Regno Unito dove Malala riceverà le cure.
Intanto il mondo continua a stringersi intorno alla giovane attivista pakistana: lunedì, l'ex premier britannico Gordon Brown, ora inviato speciale delle Nazioni Unite per l'educazione, ha dichiarato di aver lanciato una petizione a sostegno di quello per cui Malala ha lottato. “Oggi, 32 milioni di ragazze non potranno andare a scuola. E' tempo di combattere per rendere realtà il sogno di Malala”.
Intanto il mondo continua a stringersi intorno alla giovane attivista pakistana: lunedì, l'ex premier britannico Gordon Brown, ora inviato speciale delle Nazioni Unite per l'educazione, ha dichiarato di aver lanciato una petizione a sostegno di quello per cui Malala ha lottato. “Oggi, 32 milioni di ragazze non potranno andare a scuola. E' tempo di combattere per rendere realtà il sogno di Malala”.
Nella regione di Swat, al confine con l'Afghanistan, dal 2003 al 2009 i talebani presero il controllo e vietarono l'istruzione femminile, distruggendo centinaia di scuole. Malala ha sfidato il divieto e, nel 2009, a undici anni, scrisse un diario online per la Bbc, raccontando sotto pseudonimo la sua vita di studentessa. Era un diario in urdu, stampato anche su un giornale locale, dunque accessibile a chi non parlava l'inglese, per dare coraggio ad altre bambine ed alle loro famiglie. Malala ha anche vinto il Premio Nobel per la pace dei giovani e la ong internazionale KidsRights Foundation l'ha nominata per l'International Children's Peace Award.