"Mettere il fuoco sotto il culo dei lavoratori": il Toyotismo e l'Italia
di Pasquale Cicalese
Sapete cos'è il "toyotismo" (modalità di produzione giapponese imitato in tutto il mondo) associato al "neocorporativismo"? In una parola lo racconta un manager giapponese in un libro: "mettere il fuoco sotto il culo dei lavoratori".
In Giappone è nota la percentuale di suicidi, questo modello è stato adottato da noi con la "produttività individuale", con i "premi di produzione individuale", in modo che la "meritocrazia" (adottata in seguito nell'istruzione) mettesse gli uni contro gli altri, gli uni giudicassero gli altri, in nome poi di una successiva e conseguente "produttività di gruppo".
Queste modalità sono adottare sia in ambito privato che in ambito pubblico e, assieme alla "concertazione della Triplice" (neocorporativismo), portano deflazione salariale, perdita di coscienza di classe, non unione di lavoratori, conflitti orizzontali (tra lavoratori, di genere, ecc.). In modo che "l'alto" non venga disturbato.
"Mettere il fuoco sotto il culo dei lavoratori" porta ad avere Kapo', caporali, sottotenenti in qualsiasi ambito di lavoro, in modo che il "controllo" individuale o di gruppo annulli la libertà di azione, specie sindacale di base, dei lavoratori (da qui le leggi limitanti lo sciopero o la mobilitazione, da qui il "monopolio" della Triplice nella contrattazione collettiva, a cui si danno enti bilaterali, enti di formazione, previdenza complementare, promozioni politiche o di carriere nell'alta dirigenza. Questo è il succo della "Seconda Repubblica", capito sin dal 1993 dalla classe fu operaia crotonese con i "fuochi di settembre". La Seconda Repubblica si traduce solo nel motto "mettere il fuoco sotto il culo dei lavoratori".
E mi parlate di libertà in Occidente? Ma per cortesia.