Navalny, Hong Kong e Covid. La prima intervista di Blinken è un manifesto della Guerra Fredda 2.0
“America is back” aveva dichiarato solennemente il neo-presidente degli Stati Uniti Joe Biden al momento di presentare la sua squadra di governo. Quanto detto da Biden viene sostanzialmente confermato dal Segretario di Stato Antony Blinken nel corso della sua prima intervista, rilasciata all’emittente televisiva statunitense NBC, come riporta l’agenzia Nova.
Il Segretario di Stato si scaglia contro Cina e Russia confermando l’attitudine degli USA emersa sin da quando l’amministrazione del democratico Biden è entrata in carica in luogo di quella uscente guidata da Trump. Contro la Cina continua il confronto, mentre assistiamo a un innalzarsi dei toni contro la Russia.
Ai microfoni dell’emittente Blinken si è detto "profondamente disturbato dalla violenta risposta" delle autorità russe alle manifestazioni di protesta organizzate in sostegno del blogger nazionalista Aleksej Navalnyj.
La Russia ha denunciato le gravi interferenze emerse riguardo a queste manifestazioni di protesta che utilizzano come pretesto i problemi legali del blogger Navalny. Un nazionalista di destra assurto al ruolo di idolo per i liberali sulle due sponde dell’Atlantico. A tal proposito ha affermato che "il governo russo commette un grave errore se pensa si tratti di noi. Riguarda loro e il loro governo. Riguarda la frustrazione del popolo russo per la corruzione, l'autocrazia, e penso che dovrebbero guardare al loro interno, e non all'estero”. Non escludendo l’imposizione di nuove sanzioni contro Mosca.
Dalla Russia fanno sapere che intendono ignorare i nuovi attacchi di Blinken e mettono in guardia Washington dall’imporre nuove sanzioni alla Russia.
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La musica non cambia nemmeno riguardo il tema Cina. Secondo Blinken Pechino avrebbe minato "platealmente" l'autonomia di Hong Kong e le libertà godute dai suoi cittadini, che sono "vittime della repressione delle autorità cinesi. Dovremmo fare qualcosa per dar loro riparo". Blinken ha anche definito "un grave problema" la mancanza di trasparenza delle autorità cinesi in merito alla pandemia di Covid-19, ed ha accusato Pechino di non aver dato pieno accesso ai siti da dove avrebbe avuto origine la pandemia.
Certe prole, specialmente riguardo alla pandemia, proferite da esponenti del governo statunitense fanno decisamente impressione. Anche in chi non nutre alcun fiducia negli Stati Uniti.