Non una parola sul massacro in Bolivia o Cile. Ma dopo gli Usa anche la Bachelet manda pizzini preventivi al Venezuela

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di Fabrizio Verde
 

In Bolivia si consuma un colpo di Stato cruento. La ferocia con cui il governo golpista che si è insediato a La Paz dopo aver rovesciato con la violenza Evo Morales reprime il proprio popolo che non si arrende al golpe ha ormai raggiunto livelli inauditi. 

 

Ci si aspetterebbe a questo punto che intervenisse con decisione e tempismo l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, la cilena Michelle Bachelet il cui paese anche si sta macchiando di gravi violazioni nei confronti di un popolo in rivolta contro il neoliberismo, invece niente. 

 

Invece, attraverso un tweet l’ufficio diretto da Bachelet invita il Venezuela a «garantire il diritto di riunione pacifica nelle proteste di oggi ed evitare atti di intimidazione contro i manifestanti, giornalisti e organizzatori». 

 

Dunque da una parte abbiamo i golpisti che massacrano il proprio popolo nell’indifferenza generale, mentre l’ufficio per i diritti umani dell’ONU si preoccupa per una manifestazione in Venezuela che ancora deve essere svolta. Forse sono a conoscenza di qualche particolare di cui noi non siamo al corrente?

 

Se l’opposizione golpista venezuelana si lasciasse andare a violenze di piazza non sarebbe certo una novità. Tutt’altro. Le manifestazioni a Caracas dell’opposizione sono state sempre segnate da un alto tasso di violenza volta a destabilizzare il paese. 

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