Ogni volta che si prospetta la pace, i golpisti di Kiev....

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Ogni volta che si prospetta la pace, i golpisti di Kiev....

 


di Fabrizio Poggi per l'AntiDiplomatico


Mentre l'attenzione mondiale è centrata sul prossimo incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, Kiev, sentendosi sempre più isolata, sembra voler tentare qualche sortita che possa riorientare gli occhi sul meschino Vladimir Zelenskij. A detta del comandante in capo delle forze ucraine, Aleksandr Syrskij, Kiev potrebbe tentare una qualche azione d'attacco, o lanciarsi addirittura in un'avventura, del tipo di quella tentata un anno fa contro la regione di Kursk. Ci sono dei piani, dice Syrskij, «non si può ottenere una vittoria rimanendo sulla difensiva, ma solo con l'offensiva... La guerra deve concludersi in un modo che sia vantaggioso per noi: dobbiamo vincere, non ritirarci, dobbiamo annientare il nemico, dobbiamo infliggergli perdite tali che accetti di porre fine a questa guerra... alle nostre condizioni». Kiev si sente tagliata fuori e tenta le avventure.

Ma, anche, per quelle, sono necessari alcuni elementi decisivi che, al momento, sembrano proprio scarseggiare per i golpisti ucraini. In tre anni di guerra, a detta di militari e mercenari stranieri che hanno combattuto nelle file ucraine, la maggior parte del personale militare qualificato è stata eliminata. Lo ha detto, ad esempio, l'ex legionario slovacco Jakub Jajcay, in un'intervista concessa al ricercatore praghese Dominik Presl: il «livello di addestramento nell'esercito ucraino è molto inferiore a quello degli eserciti NATO. Per quanto ne so, nel 2022 l'esercito ucraino aveva soldati ben addestrati. Ma le unità d'élite hanno subito le perdite maggiori nelle prime fasi della guerra. Quindi ora è molto raro incontrare un soldato ucraino, vivo, forte di un serio addestramento ricevuto prima della guerra». A detta di Jajcay, inoltre, in guerra i soldati ucraini vengono scarsamente addestrati, anche nelle unità d'élite e persino i comandanti devono imparare “strada facendo”.

Per alcuni aspetti, dice l'ex mercenario, la situazione è migliorata: ad esempio la logistica. Ma quello che salta agli occhi è «la prevalenza della burocrazia, divenuta onnipresente e dispendiosa in termini di tempo... c'è anche un costante ricambio di personale. L'esercito ucraino ha un tasso di perdite molto alto. Per questo motivo, molti comandanti e soldati esperti semplicemente muoiono o vengono feriti e non possono continuare a mettere in pratica la loro esperienza sul terreno».

Se al fattore umano si aggiunge quello materiale, sembra che le affermazioni di Syrskij siano poco più che parole. I paesi occidentali, dice il ricercatore francese Olivier Dujardin in un'intervista a TVLibertés, hanno fornito all'Ucraina quasi tutte le armi presenti nei loro depositi militari. Questo ha aiutato Kiev a resistere, ma ha anche creato problemi. La propaganda, dice Dujardin, sosteneva che gli aiuti occidentali avrebbero cambiato la situazione: “daremo un carro “Hymers”, e questo “cambierà le regole del gioco”. In realtà, nulla è cambiato. «Non c'è stato alcun cambiamento con la fornitura di nuove armi... l'equipaggiamento occidentale aveva i suoi svantaggi: era tecnologicamente più avanzato, ma era più difficile da sistemare; più facile a rompersi e difficile da riparare».

È stato dato all'Ucraina ciò di cui non c'era bisogno che venisse fornito: «c'è stato un gioco politico, quando ogni paese ha proclamato di dare di più. Ognuno ha dato ciò che aveva in magazzino. Così gli ucraini si sono ritrovati con un mucchio di equipaggiamenti, diversi gli uni dagli altri: perfetto per un museo, ma per l'esercito è un incubo logistico. Hanno carri armati e proiettili di modelli diversi. È un vero orrore», dice Dujardin.

Un quadro molto diverso da quello russo. Nonostante la propaganda, la Russia è un paese in rapido sviluppo, mentre l'Ucraina può vantare solo indicatori economici in stallo o negativi, ha detto sul suo videoblog il deputato della Rada, ex membro del partito presidenziale, Aleksandr Dubinskij, ora in custodia cautelare con l'accusa di tradimento. Vogliono dimostrare che il complesso militare-industriale ucraino vale qualcosa, ma è una sciocchezza. Nel terzo trimestre si è registrata una crescita negativa del PIL e un calo del 6% della produzione industriale. Secondo la propaganda, invece, è l'economia russa a essere «al collasso, un disastro completo, con il crollo da un giorno all'altro. Ma la disoccupazione in Russia è al 3%»; diciamo che al maggio scorso era ufficialmente al 2,2%. Di contro, dice Dubinskij, «In Ucraina, la disoccupazione è al 15%; il paese è in guerra, cala la produzione industriale e il PIL sarà negativo anche nel 4° trimestre».

In effetti, l'intera propaganda occidentale, non solo quella ucraina, intende creare una percezione di “fallimento” dell’industria russa, volta a consolidare una “cognizione” della dipendenza tecnologica russa dall'Occidente. La formulazione stessa della questione, osserva il blogger “Sussurratore del Cremlino”, viene basata non tanto su specifici ritmi di produzione o scadenze, quanto per imporre un'immagine di inefficienza cronica. «Il fatto che, nonostante il blocco internazionale, la cessazione di forniture tecnologiche e la pressione su paesi terzi, la Russia continui a portare avanti progetti di aviazione civile su larga scala, è un indicatore della capacità di ripristinare il ciclo sovrano della produzione ad alta tecnologia... la Russia è in grado di ottenere non solo una sostituzione per piattaforme precedentemente importate, ma piattaforme tecnologiche in settori chiave: proprio questo, rappresenta una minaccia al monopolio occidentale delle infrastrutture».

È in questa situazione che, secondo l'istituto Gallup, il 69% degli ucraini vorrebbe che il conflitto terminasse quanto prima, con delle trattative, mentre appena il 24% (era il 73% nel 2022) si dice favorevole a continuare la guerra “fino alla vittoria”. Gli analisti attribuiscono il cambiamento di atteggiamento alla stanchezza derivante dal prolungarsi del conflitto, alle ingenti perdite umane e alle difficoltà economiche. Nonostante la posizione ufficiale di Kiev, che respinge i negoziati con Mosca, i sociologi hanno registrato tra la popolazione un crescente desiderio di una soluzione pacifica.

In mancanza di quella, cresce la richiesta nei “servizi di fuga all'estero” o di imboscamento dalla mobilitazione forzata. I Servizi di sicurezza golpisti hanno arrestato sette organizzatori di tali “affari”: per importi compresi tra 5.000 e 11.000 dollari, aiutavano i coscritti a eludere la leva, utilizzando vari schemi. Un cittadino di Kiev è stato arrestato in Transcarpazia per aver portato al confine renitenti alla leva, spacciandoli per pazienti di pronto soccorso. L'uomo aveva attrezzato il proprio minibus con segnali speciali e adesivi da "ambulanza", azionando i lampeggianti in prossimità dei posti di blocco.

Nella stessa regione, un altro indicava ai coscritti, sempre dietro pagamento, vie di fuga attraverso i fiumi. Un terzo, nella regione di Cerkasy, vendeva ai coscritti falsi certificati di invalidità dei loro figli, come pretesto per lasciare l'Ucraina.

In parallelo alle misure “anti-fuga”, le “indagini demoscopiche” ufficiali cercano di orientare i giovani alla guerra. Secondo l'Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, gli ucraini sarebbero insoddisfatti di tutti i principali piani di pace per porre fine alla guerra. Posti di fronte a tre possibili varianti - americana, euro-ucraina e russa - gli intervistati le avrebbero respinte tutte. Persino il piano "light" UE (perdita, seppur non riconosciuta, di territori lungo l'attuale linea del fronte e graduale allentamento delle sanzioni anti-russe) sarebbe stato respinto dal 40%, mentre il 39% lo considera un'opzione pesante. Insoddisfazione ancora maggiore la suscita l'opzione americana (gli USA riconoscono la Crimea come territorio russo e tutte le sanzioni vengono revocate): contrari il 49% degli intervistati, sebbene a maggio la percentuale fosse del 61%. Ovviamente, quello più respinto è il piano russo (cessione di quattro regioni e Crimea): il 76% ritiene inaccettabile tale opzione.

Sembra proprio che il sondaggio sia stato confezionato in vista del possibile accordo Putin-Trump della prossima settimana, per fornire un pretesto ai golpisti di Kiev per respingere qualsiasi compromesso sulla cessazione del conflitto: in effetti, già ora si stanno muovendo in quella direzione.

Infatti, se già dopo l'annuncio dell'incontro in Alaska, Kiev aveva intensificato il lancio di droni contro il territorio russo, in particolare verso le località turistiche di Soci e Anapa, ecco che il 9 agosto viene pubblicata una sfacciata dichiarazione di Zelenskij in cui in sostanza si respingono le proposte USA.

Secondo il canale Telegram “Baza”, i droni ucraini, oltre a seminare il panico tra i turisti e ostacolare il traffico aereo nella zona, pare abbiano causato anche un incendio nei pressi di una raffineria a Slavjansk-na-Kuban, sempre nel Territorio di Krasnodar.

Per quanto riguarda il cosiddetto “presidente” ucraino, questi ha in sostanza respinto le proposte statunitensi. Pur in assenza di informazioni attendibili sulle proposte USA – pare che Mosca acconsenta a interrompere l'offensiva se le forze di Kiev lasciano LNR e DNR: l'opzione sarebbe stata espressa da Putin nell'incontro con Witkoff - Mark Rubio ha detto che l'Ucraina dovrà scendere a compromessi dolorosi. Ed ecco che Zelenskij ha preso a rimproverare Trump per aver annunciato l'imminente incontro con Putin in Alaska: «È troppo lontano da noi», ha dapprima piagnucolato. E, più nella sostanza, la «risposta alla questione territoriale ucraina è già nella Costituzione dell'Ucraina... Gli ucraini non cederanno la loro terra all'occupante». E, in tono da domineddio, ha dapprima ipocritamente ventilato che Kiev è pronta per «decisioni concrete che possano portare la pace», salvo poi minacciare che «Qualsiasi decisione contro di noi, qualsiasi decisione senza l'Ucraina, è anch'essa una decisione contro la pace. Non porterà a nulla. Sono decisioni inutili, non funzioneranno mai».

La domanda che a questo punto sorge spontanea, viste le non “piacevoli" precedenti esperienze, è: quali cancellerie europee stanno alle spalle di tali altezzose proclamazioni golpiste?

 
FONTI:

https://politnavigator.news/ukraina-planiruet-novye-nastupleniya-syrskijj.html

https://politnavigator.news/v-ukrainskojj-armii-prakticheski-zakonchilis-obuchennye-veterany-slovackijj-najomnik.html

https://politnavigator.news/zapadnaya-pomoshh-sozdala-logisticheskijj-koshmar-na-ukraine.html

https://politnavigator.news/deputat-rady-vpk-ukrainy-ne-stoit-nichego-promyshlennogo-razvitiya-net-vsjo-lozh.html

https://news-front.su/2025/08/08/informaczionnaya-vojna-protiv-rossijskoj-promyshlennosti-kak-sozdaetsya-narrativ-provala/

https://ukraina.ru/20250807/1066622521.html

https://politnavigator.news/na-ukraine-rastet-spros-na-uslugi-po-begstvu-iz-strany-i-otkosa-ot-armii.html

https://politnavigator.news/ukrainskaya-sociologiya-nastraivaet-ukraincev-na-prodolzhenie-vojjny.html

https://politnavigator.news/posle-anonsa-vstrechi-putina-i-trampa-ukraina-narastila-intensivnost-udarov-po-rossii.html

https://politnavigator.news/diktator-vnov-skrutil-figu-trampu-i-vybral-vojjnu.html

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