Perché abbiamo bisogno di sempliquidare?

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Perché abbiamo bisogno di sempliquidare?

 

di Marco Trionfale*

 

Una delle distorsioni più evidenti nei ragionamenti sui grandi avvenimenti del mondo è la tendenza generalizzata a sempliquidare.

Sempliquidare è un neologismo che propongo, la cui definizione può essere: liquidare un problema semplificandolo mediante l’eliminazione delle variabili che non si è in grado di calcolare.

Provo a spiegarlo meglio.

L’idea che occorra una parola specifica per esprimere questo concetto mi è venuta molto tempo fa ed è legata ad un ricordo personale.

Dall’età di quattro anni mia figlia andava regolarmente, con grande orgoglio e col sacchetto dei soldi, a fare la spesa nel negozietto di frutta e verdura davanti casa. Le piaceva moltissimo. Per arrivare doveva attraversare la strada e io la osservavo preoccupato da dietro le tendine della finestra. Ma il negozietto davanti casa non le bastò. Cominciò ad andare alla latteria dietro l’angolo, e poi all’edicola, dove non potevo più seguirla con lo sguardo.

Una di queste volte - ci riferì poi sorridendo Marisa la fruttivendola - mia figlia, che è sempre stata teatrale, prima di uscire esclamò: “Sono molto soddisfatta di me!”

Negli anni quei negozietti hanno tutti chiuso, sacrificati al progresso degli iperqualcosa e i bambini a fare la spesa vanno coi genitori nei centri commerciali.

Questo episodio, secondo me, poneva un problema: come quantificare in termini economici la soddisfazione di una bambina di quattro anni, contenta di sé, fiduciosa degli altri e in buona relazione con il territorio in cui vive.

Quando ho provato ad affrontare il tema con persone pragmatiche, non mi hanno saputo rispondere.

Sapevano calcolare i posti di lavoro creati dagli ipermercati, la diminuzione dei prezzi per i clienti, gli oneri di urbanizzazione e via dicendo, ma quanto lo Stato risparmiasse crescendo cittadini contenti di sé e del luogo in cui vivono, non lo sapevano.

Ma, e qui è stata la sorpresa, non lo volevano nemmeno sapere. Era come se nella loro testa non ci fosse la casella excel dedicata a questo. Escludere dal problema questo dato che non sapevano quantificare pareva loro anzi un punto a vantaggio della razionalità e una dimostrazione di pragmatismo.

Ma avevano ragione?

Immaginiamo uno studente assente nella settimana in cui la professoressa spiega i logaritmi. Al compito in classe successivo si trova davanti tutte queste formule con il simbolo log che non capisce. Che fa? Cancella i log e risolve il problema senza di questi, poi tutto fiero di sé consegna il compito. Può funzionare?

Eppure è più o meno quello che facciamo. Continuamente. 

Iniziare una guerra, perpetrare un genocidio, costruire una centrale nucleare, un rigassificatore, un ponte, una ferrovia, un ennesimo ipermercato: chi compie questi atti si è posto il problema delle conseguenze nel lungo periodo?

La risposta purtroppo pare negativa.

Per dire:

Cosa sarà dei profughi palestinesi?

Cosa di un bambino cui abbiano ammazzato i genitori?

Cosa di un genitore cui abbiano ammazzato i figli?

Quanti rabbiosi attentati nei prossimi anni?

Quanti occidentali arriveranno a schifarsi della propria stessa civiltà?

Come gli israeliani potranno guardarsi allo specchio finita la rabbia?

Cosa sarà di quei soldati che hanno sterminato civili inermi?

Nessuno lo sa. E nessuno lo vuole nemmeno sapere. Non c’è la casella excel.

Eppure tutte queste voci avranno una ricaduta, anche economica, ma troppo difficile da calcolare. Sono i log che eliminiamo dal problema.

Poniamoci infine un’ultima domanda: perché è servita tutta questa tiritera per illustrare un concetto, alla fin fine, piuttosto semplice? Perché manca la parola che lo incornici, lo rappresenti, consenta di riconoscerlo immediatamente, maneggiarlo con facilità e comunicarlo senza spiegazioni.

È per tutti questi motivi che abbiamo urgente bisogno di sempliquidare.

 

*Chi è Marco Trionfale o, sarebbe meglio dire, chi sono Marco Trionfale? È il nome collettivo, ma anche lanagramma dei loro nomi propri, con cui tre autori scrivono del tempo maledettamente reale, e nello stesso tempo surreale e travolgente, in cui viviamo. Di prossima pubblicazione per LAD Edizioni i due strepitosi romanzi di Marco Trionfale, Albeggerà al tramonto” e Il tempo del secondo sole”. Questo è il secondo breve scritto Leo, Mirta e Franco che pubblichiamo per incuriosirvi, ma anche per darvi un assaggio del loro stile. Ne seguiranno altri…

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