Prevenire le crisi con l’economia di guerra

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Prevenire le crisi con l’economia di guerra

 

di Federico Giusti

Quanti di noi avranno letto la Legge di Bilancio? E quanti si sono imbattuti nel Quadro Finanziario Pluriennale ("QFP”) della Ue?

Se un argomento non lo conosci è senza dubbio più facile assumere il punto di vista del nemico di classe e magari pensare che la Ue abbia deciso investimenti importanti per il rilancio della sua economia e la sua competitività salvo poi scoprire che la cosiddetta competitività è strettamente connessa con il sistema bellico

https://commission.europa.eu/publications/european-competitiveness-fund_en

Se poi guardiamo in rete, troviamo anche scritte le principali caratteristiche del piano complessivo della UE all’insegna di maggiore flessibilità, di un bilancio che si dice attento alle esigenze locali e nazionali, un lungo piano di riforme destinate a conquistare  maggiore coesione tra i paesi membri sul piano economico e sociale visto che non mancano divisioni e frizioni tra i paesi membri

https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/eu-budget/long-term-eu-budget/eu-budget-2028-2034_en#:~:text=The%202028%2D2034%20EU%20budget%20for%20a%20stronger%20Europe,-The%202028%2D2034&text=On%2016%20July%202025%2C%20the,average%20between%202028%20and%202034).

 Insomma una manovra virtuosa pensata per evitare contraddizioni e  l’insorgere di nuove crisi politiche ed economiche, per affrontare, e vincerle, tutte le sfide all’orizzonte. Ma siamo certi di avere descritto la realtà o di averla interpretata per giustificare le prossime manovre tra le quali si ritrova anche il Riarmo Europeo?

Da anni alcuni paesi europei pensano di affrontare la sfida della produttività solo abbattendo il costo del lavoro e le tasse, ricette tuttavia dimostratesi errate perché il disinvestimento nei processi formativi e la riduzione del potere di acquisto salariale sono tra le cause della crisi sistemica, manca una forza lavoro formata e in grado di assolvere i compiti richiesti e il mercato interno langue perché i salari bassi hanno indebolito i consumi. E poi ipotizzare che la riduzione delle tasse rappresenti una soluzione con il depotenziamento del welfare è una ipotesi assai azzardata visto che uno stato sociale imperfetto e carente ha ripercussioni immediate anche sul mercato del lavoro. La Ue assume come faro guida il libro bianco della competitività di Letta e Draghi, alle tradizionali misure di austerità subentrano risorse per sostenere con soldi Ue investimenti privati e pubblici in particolare nella transizione digitale, nella ricerca di energia non fossile (ergo anche il nucleare), nelle biotecnologie e infine nel settore della difesa tra nuovi sistemi di arma, tecnologie duali, spazio, droni e cyber sicurezza  

Il Fondo europeo per la competitività, il rinomato programma quadro di ricerca dell'UE, con il suo programma di punta Horizon Europe del valore di 175 miliardi di euro, continuerà a finanziare l'innovazione di livello mondiale. Horizon Europe e il Fondo per la competitività offriranno supporto per l'intero percorso di investimento di un progetto (dalla fase di concezione all'espansione) e ridurranno sia i costi per i potenziali beneficiari sia i tempi di erogazione.  

E da qui è più facile arrivare alle spese militari e per il loro incremento occorre anche una pubblica giustificazione annunciando imminenti pericoli per la Ue provenienti da Russia e Cina (paradossalmente le sole minacce pervenute al vecchio continente arrivano invece dai dazi dell’alleato Trump).  Le minacce reali vengono presentate come piccole frizioni, quelle inesistenti invece trasformate in sommo pericolo da cui guardarsi e contro il quale attrezzarsi.

https://commission.europa.eu/document/download/e2aa6ac7-9920-4ec6-97fe-399dd5561e54_en?filename=MFF_Defence_16.07.pdf

Nelle prossime settimane scopriremo se i fondi destinati all’agricoltura saranno effettivamente ridotti, intanto è bene sapere che tra le principali preoccupazioni di Bruxelles ritroviamo la necessità di prevenire delle crisi di approvvigionamento dei generi di prima necessità

Ma , ancora una volta, è il tema della difesa, strettamente connesso con quello delle infrastrutture che alla occorrenza potranno essere duali, utilizzati a fini civili e militare,  a trovare maggiore spazio nella narrazione a senso unico del capitale europeo che si prepara quindi a finanziare l’aumento della spesa militare con l’indebitamento comunitario e dei singoli paesi in deroga alle norme vigenti e attraverso revisioni di spesa che taglieranno fondi al welfare.

Il bilancio a lungo termine contribuirà a costruire un'Unione europea della difesa , in grado di difendersi, rimanere connessa e agire rapidamente ogni volta che è necessario. La sezione difesa e spazio del Fondo europeo per la competitività stanzierà 131 miliardi di euro per sostenere gli investimenti in difesa, sicurezza e spazio, cinque volte superiori a livello UE rispetto al precedente QFP. Gli Stati membri e le regioni avranno la possibilità di sostenere, su base volontaria e in base alle esigenze e alle priorità regionali, progetti relativi alla difesa nei loro piani di partenariato nazionali e regionali. Il componente della mobilità militare del meccanismo per collegare l'Europa sarà moltiplicato per dieci. Sosterrà gli investimenti infrastrutturali a duplice uso insieme a quelli civili e contribuirà a un forte impulso alla sicurezza informatica, alle infrastrutture e allo sviluppo della difesa in generale. Per migliorare la sicurezza energetica, il meccanismo per collegare l'Europa fornirà finanziamenti a progetti transfrontalieri nei settori dell'energia e dei trasporti. 

Il nuovo bilancio prevede inoltre maggiori finanziamenti per la gestione delle migrazioni, per rafforzare le frontiere esterne dell'UE e per rafforzare la sicurezza interna. Saranno stanziati 34 miliardi di euro, triplicando i finanziamenti rispetto al periodo di finanziamento precedente. Gli Stati membri riceveranno il sostegno dell'Unione per rispondere in modo rapido ed efficace agli sviluppi sul campo. I fondi aiuteranno gli Stati membri a potenziare le capacità di contrasto online e offline, a dotare le nostre guardie di frontiera degli strumenti adeguati per proteggere le frontiere esterne e ad attuare un sistema di gestione della migrazione equo e rigoroso nell'ambito del Patto per la migrazione e l'asilo. 

Chiudiamo sul capitolo tasse, gli alfieri della riduzione delle tasse oggi palesano posizioni ben diverse, non potendo accrescere più di tanto il debito pubblico (gli Usa lo scaricano invece sul mondo imponendo dazi  o scaricando parte della spesa militare sulla Ue) dovranno pur trovare le risorse indispensabili per le prossime manovre di bilancio, E con quali strumenti? Con qualche tassa in più, magari sulle emissioni , sui rifiuti elettronici e facendo pagare qualcosa alle aziende con fatturato di almeno 100 milioni di euro

https://commission.europa.eu/document/download/80b07565-b336-41ae-9baf-a5401e7b528b_en?filename=MFF_New%20own%20resources_16.07-16h38.pdf

L’Europa della austerità, integerrima nel rispetto dei conti quando si trattava di aiutare paesi in crisi, torna ad essere oggi il vecchio continente guerrafondaio, non lesina fondi al riarmo e ragiona in termini di competitività guardando a  progetti bellici. La Ue pensa al Riarmo per rilanciarsi come potenza militare sperando che i benefici dell’economia di guerra siano maggiori dei costi, sociali e non, che in Europa andremo presto a sostenere a mero discapito del welfare e di una coesistenza pacifica tra popoli.

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