Prigionieri e tregua: a Istanbul, Mosca e Kiev riprovano il dialogo
I primi risultati dei negoziati in Turchia tra Russia Ucraina
Si sono concluse a Istanbul le trattative tra Russia e Ucraina, le prime in tre anni nel formato di negoziati diretti, con un accordo preliminare su un ampio scambio di prigionieri e l’apertura a futuri dialoghi, incluso un possibile vertice tra i leader. A rendere noti i dettagli sono state le delegazioni di entrambi i Paesi al termine di un incontro ospitato dalla Turchia, la quale a differenza dei guerrafondai europei ha assunto un ruolo di mediazione tra le parti.
Il capo negoziatore russo, Vladimir Medinsky, ha annunciato l’intesa su uno scambio di prigionieri “1.000 per 1.000”, definendolo un passo significativo verso la costruzione di fiducia. Dal lato ucraino, Rustem Umerov, ministro della Difesa e capo della delegazione di Kiev, ha confermato che le discussioni si sono concentrate sul cessate il fuoco e sulla possibilità di un summit tra i presidenti Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca ha dichiarato di aver “preso nota” della richiesta ucraina, senza però impegnarsi immediatamente.
Entrambe le parti hanno concordato di elaborare proposte dettagliate per un cessate il fuoco, che saranno esaminate nei prossimi round negoziali. Medinsky ha espresso soddisfazione per l’esito dei colloqui, sottolineando la disponibilità russa a continuare il dialogo. Umerov ha aggiunto che aggiornamenti su ulteriori negoziamenti saranno comunicati a breve.
Questo incontro segna una ripresa delle trattative interrotte bruscamente nell’aprile 2022, sempre a Istanbul, quando Kiev ritirò la propria partecipazione, accusando Mosca di intransigenza. Il Cremlino, da parte sua, attribuì il fallimento all’ingerenza occidentale, citando in particolare l’ex premier britannico Boris Johnson, che spnse clamorosamente l’Ucraina a “continuare a combattere”. All’epoca, il ritiro delle truppe russe dalle vicinanze di Kiev, presentato come gesto di buona volontà, non bastò a evitare il collasso del dialogo.
Ad aprire i lavori è stato il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, il quale ha definito la disponibilità al dialogo “una nuova finestra di opportunità”. “Davanti a noi ci sono due strade: una porta alla pace, l’altra a maggiore distruzione. Saranno le parti a scegliere”, ha dichiarato, ribadendo l’impegno di Ankara come facilitatore.
La squadra russa, guidata da Medinsky, assistente di Putin, includeva esperti militari e diplomatici come Mikhail Galuzin e Igor Kostiukov. Quella ucraina, composta da 12 membri, ha visto la partecipazione di rappresentanti di alto livello dei servizi di sicurezza, dello Stato maggiore e del ministero degli Esteri.
Mentre Mosca e Kiev lavorano alle rispettive proposte per la tregua, l’attenzione resta alta sulla possibile organizzazione di un vertice tra Putin e Zelensky, ipotesi ancora non confermata ma che, se realizzata, segnerebbe un punto di svolta. Intanto, lo scambio di prigionieri, atteso nei prossimi giorni, rappresenta il primo tangibile risultato di questa nuova fase di dialogo.