"Quasi una settimana senza luce e aria". I dettagli dell''operazione tubo' a Sudzha delle forze speciali russe
Mosca, 9 marzo - AiF-Mosca
L’8 marzo si è saputo della realizzazione di un’operazione unica nel suo genere: circa un centinaio di militari russi (800, secondo il Corpo Volontario d’assalto) si sono fatti strada nelle retrovie delle Forze Armate Ucraine nella regione di Sudzha attraverso il gasdotto principale Urengoj-Pomary-Uzhgorod, ormai fuori uso. Hanno trascorso quasi una settimana in condizioni di rischio della vita, hanno camminato per 15 km, rischiando un’intossicazione mortale da metano... L’attacco che gli assaltatori hanno infine sferrato contro le Forze Armate Ucraine è stato così improvviso che, come appreso da aif.ru (Argumenty i Fakty), ha causato il panico tra il nemico e ha contribuito all’avanzata delle truppe russe nella zona di confine di Kursk.
Quasi una settimana senza luce e aria
Ben presto sono apparsi i primi video, che mostrano i combattenti avanzare nel buio più totale, illuminando il cammino con le torce, per lo più chinandosi (il diametro del gasdotto è di soli 1,4 metri) e in alcuni punti addirittura strisciando.
“Cosa ne dite, ragazzi? Dove siamo? Nel tubo! E dove porta il tubo? “A Sudzha”, dice uno dei ragazzi.
Il viaggio è durato due giorni, la distanza percorsa di oltre 15 chilometri, poi ci sono stati altri quattro giorni di attesa dell’ordine, senza luce e aria normale, con un minimo di cibo e acqua. L’ordine dell’assalto è arrivato la sera del 7 marzo.
L’operazione vera e propria è iniziata il 1° marzo, nella zona d’entrata sono state consegnate le bombole di ossigeno e il giorno dopo i militari, in piccoli gruppi, hanno iniziato a penetrare nel gasdotto e a dirigersi verso Sudzha.
Un colpo improvviso alle Forze Armate Ucraine da un “tubo”
“Quasi tutti ce l’hanno fatta, ci sono state delle perdite lungo il cammino” - ha riferito il volontario militare e analista Roman Alekhin. - A giudicare dalla reazione, il nemico non è stato in grado di scoprire i nostri piani e non è stato in grado di reagire rapidamente alla comparsa dei nostri battaglioni nelle retrovie. Abbiamo visto come sono fuggiti da alcuni centri abitati”.
Le Forze Armate Ucraine hanno iniziato a lanciare bombe a frammentazione sul “tubo” 30 minuti dopo l’arrivo degli assaltatori russi, ma era troppo tardi: i militari delle Forze Armate Russe avevano già messo in sicurezza l’area necessaria.
Il colpo dal “tubo” ha gettato il nemico nel panico
“Attualmente si stanno svolgendo combattimenti proprio a Sudzha e, di conseguenza, l’operazione di penetrazione dei nostri militari attraverso il gasdotto nelle retrovie del nemico ha accelerato la distruzione delle Forze Armate Ucraine e il processo di liberazione della terra di Kursk”, ha commentato ad aif.ru l’esperto militare Vasilij Dandykin.
Secondo l’esperto, l’obiettivo principale dell’operazione era disorientare le forze ucraine: il gruppo delle Forze Armate Ucraine nella zona di confine di Kursk è piuttosto potente e si stava preparando al combattimento.
“Il piano era di seminare il panico tra il nemico. E ha funzionato. È già evidente come alcune unità ucraine stiano iniziando ad aprirsi il passo e ad abbandonare la città (Sudzha). Questo è stato un colpo sul piano morale e psicologico per aiutare le truppe russe a passare all’offensiva da nord e da altre direzioni, per spingere le Forze Armate Ucraine fuori da un certo numero di centri abitati” - ha riferito Dandykin.
Un’esperienza unica maturata ad Avdiivka
Il blogger militare e volontario della brigata “Espanola”, Aleksej Zhivov, ha dichiarato ad aif.ru che per preparare l’operazione “Tubo” a Sudzha, i militari russi hanno sfruttato l’esperienza unica maturata ad Avdiivka.
Allora, nel 2022, le Forze Armate Russe riuscirono a raggiungere le retrovie delle Forze Armate Ucraine attraverso un collettore abbandonato, verso una fortificazione situata nell’area della base turistica abbandonata di Tsarskaja Okhota. I soldati russi praticarono preventivamente dei fori di ventilazione nell’arteria d’acciaio e pianificarono i punti d’uscita in superficie per attaccare al momento prestabilito l’esercito ucraino da più posizioni contemporaneamente. Alla fine, il nemico fu circondato.
“A Sudzha hanno sfruttato l’esperienza di un’operazione che a suo tempo era stata molto utile ad Avdiivka. Da quanto capito, alcuni dei ragazzi dell’unità “Veterani” che condussero l’operazione ad Avdiivka erano anche a Sudzha. Questa volta è stato necessario tagliare in diversi punti (il tubo) per poter scendere al suo interno e valutare la possibilità di respirare e muoversi. Il rischio principale in tali operazioni sono i problemi dovuti alla mancanza d’aria, pertanto i combattenti hanno dovuto utilizzare apparecchi respiratori” - ha detto Zhivov.
...Avanzavano, rendendosi conto che probabilmente andavano verso un’unica fine.
Più di 100 persone (800 secondo il Corpo Volontario d’assalto) dell’11ª e 106ª Brigata, del 30º reggimento, di un’unità della fanteria di marina, della Brigata separata d’assalto sabotatori “Veterani”, della Brigata d’assalto aviotrasportata “Vostok” e delle forze speciali “Akhmat” sono state coinvolte nell’operazione “Tubo” nella zona di confine di Kursk.
“Ciascuno dei combattenti che ha percorso questa via attraverso il tubo è un eroe. A coloro che non ce l’hanno fatta, eterna memoria a loro e alla loro impresa”, ha condiviso Roman Alekhin.
I soldati delle Forze Armate Russe avanzavano, rendendosi conto che probabilmente stavano andando verso un’unica fine. Ma nessuno ha esitato, il compito è stato portato a termine.
“Tutti loro vomitano, conoscendo l’esito, ma sono andati avanti!”... Questo è un verso della canzone di Radio Tapok “La carica dei morti”: la vera storia di come i soldati russi, avvelenati dal gas, difesero la fortezza di Osowiec durante l’attacco tedesco nella Prima Guerra mondiale. “E questo è successo di nuovo a Sudzha l’8 marzo”, ha scritto la blogger militare Anastasia Koshevarova sul suo canale Telegram.
Fonte https://aif.ru/society/stali-izvestny-detali-unikalnoy-operacii-po-zahodu-vs-rf-v-sudzhu-po-trube
Tradotto da Eliseo Bertolasi