Rainews 24 e l'incredibile gaffe sul nazista bielorusso Protasevich

Rainews 24 e l'incredibile gaffe sul nazista bielorusso Protasevich

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Evidentemente imbarazzato dal sostegno totale a un personaggio come Roman Protasevich, oppositore bielorusso aderente all’ideologia nazista, il circuito mainstream italiano cerca di edulcorare la figura di Protasevich. Però come spesso accade in questi casi la pezza è peggio del buco. 

La giornalista di Rainews 24 Emma Farnè nel corso del programma Checkpoint decide di fare una verifica, un cosiddetto ‘fact checking’, sul personaggio arrestato che si trovava sul volo di linea Ryanair diretto a Vilnius. 

Si vede che l’imbarazzo è davvero forte nel trovarsi a sostenere apertamente un uomo foraggiato e addestrato dalle ben note agenzie occidentali e apertamente aderente all’ideologia nazista. Tanto convinto della sua ideologia, il nuovo eroe dei democratici liberali occidentali, da finire a combattere in Ucraina con il battaglione Azov. Noto per essere composto da estremisti neofascisti e neonazisti. 

Proprio su questo punto la giornalista di Rainews 24 fa una figura magra. «Ci sono tante versioni su chi sia Roman Protasevich. Un giornalista, è stato fondatore del canale Nexta, ma c'è stata anche un po' di contro propaganda da parte di Minsk sulla figura di questa persona (Roman Protasevich). Noi vogliamo fare Fact Checking. Si racconta in rete che lui avrebbe fatto parte del battaglione di Azov, un battaglione nazionalista, di estrema destra, pro Russia che ha combattuto in Ucraina nel Donbass».

Leggiamo da Wikipedia la descrizione del battaglione Azov: «Il reggimento operazioni speciali ‘Azov’, (in ucraino: Polk Osoblyvogo Priznacennya) conosciuto in precedenza anche come battaglione ‘Azov’, è un reparto militare ucraino neonazista, con compiti militari e di polizia, inquadrato nella Guardia nazionale dell'Ucraina e istituito con lo scopo principale di contrastare le crescenti attività di guerriglia dei separatisti filo-russi del Donbass durante la Guerra dell'Ucraina orientale del 2014, divenuto famoso a seguito del compimento di crimini di guerra e tortura. Il quartier generale è a Urzuf (Oblast' di Donec'k - distretto di Mariupol'), sul mar d'Azov.

L'Azov è composto per la maggior parte da volontari, provenienti, soprattutto nelle prime fasi della sua costituzione, da partiti e movimenti politici legati all'estrema destra ucraina e integrati da volontari d'ispirazione nazifascista provenienti da diversi paesi europei tra cui Italia, Francia, Spagna e Svezia. Fonti del governo di Kiev negano che il battaglione Azov avesse espresso alla sua costituzione ideologie o posizioni ufficiali assimilabili al nazismo e, pur ammettendo che il reparto abbia attratto diversi volontari con dichiarate posizioni di estrema destra, nel 2015 hanno dichiarato che il 70-80% dei militari sarebbe politicamente neutrale.

Il simbolo del battaglione fa riferimento al Wolfsangel, che simboleggia una trappola per lupi, attestato dal medioevo per la sua funzione di amuleto contro i lupi e utilizzato in vari stemmi araldici: esso nel corso del XX secolo fu adottato inizialmente dal nazismo, per essere poi soppiantato dalla svastica, e in seguito da alcune unità militari SS della Germania nazista operanti durante l'invasione dell'URSS. Sullo sfondo è posto lo Schwarze Sonne (sole nero), costituito dalla rotazione di una serie di svastiche inscritte in un cerchio, anch'esso ispirato alla tradizione runica legata al misticismo nazista».

Se alla Rai hanno proprio deciso di fare Fact Checking su questa vicenda gli diamo un suggerimento. Provino ad indagare su quanto chiedeva ieri il presidente bielorusso Lukashenko: “Lasciamo che i suoi numerosi padroni occidentali rispondano a questa domanda: per quali servizi segreti lavorava questo individuo? Non solo lui, ma anche la sua complice. Questi sostenitori occidentali dovrebbero rispondere a un'altra domanda: chi lo ha pagato per partecipare alla guerra nel Donbass?”.

Forse però quanto scoprirebbero non gli piacerebbe perché provocherebbe il crollo di tutti i castelli di fake news costruiti negli anni dal circuito mediatico mainstream. Rai in primis.   

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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