Recovery Fund e altre risorse europee sono comunque legate "politiche strutturali". Altra austerità in arrivo?
di Danilo Della Valle
Ricordate la famosa proposta del Recovery Fund della Commissione Europea e tutto il “casino mediatico” tra coloro che ignavi festeggiavano per “i soldi che abbiamo ottenuto” (troppo spesso anche persone con ruoli Istituzionali di un certo livello che hanno mostrato tutta la loro inadeguatezza e incapacità) e coloro che invece “protestavano per l’accordo raggiunto” perché contro l’Italia (anche qui la stessa constatazione di sopra sui ruoli istituzionali)?
Ecco, oggi e domani saranno due giorni importantissimi perché a Bruxelles si parla effettivamente di quella proposta, denominata Next Generation Eu, che dovrebbe valere fino a 750 miliardi.
La proposta è divisa nel seguente modo:
-310 miliardi di sussidi a fondo perduto e 250 di prestiti agli Stati;
- 55 miliardi di finanziamenti a Comuni e Ospedali
- 40 miliardi agli Stati volti a sviluppare una economia a impatto ridotto sull’ambiente (neutralità climatica)
-15 miliardi di aiuti agli agricoltori
-15,3 miliardi alla Banca Europea degli Investimenti, perché aiutino imprese e start up
-9, 4 miliardi per la preparazione dei Servizi Sanitari a nuove pandemie
-3,1 miliardi per appalti e aiuti mirati.
Ecco, questo è il piano originario… al quale i “Paesi frugali”, con Olanda in testa, si stanno opponendo al motto di “neanche un soldo all’Italia”.
Eppure le criticità più grandi, a mio avviso, sono quelle che si ascoltano da Lagarde della BCE: “Servono politiche strutturali concepite e realizzate a livello nazionale, possono contribuire a una ripresa più forte, veloce e uniforme. Politiche strutturali mirate sono particolarmente importanti per ringiovanire le nostre economie".
Come sempre lo spettro delle parole come “politiche strutturali” senza andare nel dettaglio portano alla mente alle riforme strutturali che hanno messo in ginocchio altri Stati in passato.
Tifare Italia e Conte in questi giorni significa sperare nel miglior risultato in termini economici senza sottostare a ricatti, condizionalità, riforme strutturali a svantaggio dei lavoratori o svendite degli asset pubblici strategici.
La strada sarà lunga e tortuosa… ai posteri l’ardua sentenza.