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"Scoop" di Barak Ravid: L'esercito di Israele si prepara ad "un attacco di Trump contro l'Iran"
Le Forze di Difesa israeliane (IDF) si preparano ad un possibile attacco contro l'Iran da parte degli Usa prima che Donald Trump lasci l'incarico?
Riporta il giornalista Barak Ravid su Axios mercoledì, citando alti funzionari del regime di Tel Aviv, come il governo israeliano abbia dato istruzione alle forze armate di tenersi pronte ad un possibile attacco di Trump contro la Repubblica Islamica, che potrebbe concentrarsi sulle infrastrutture nucleari dell'Iran.
Le preparazioni in corso non sarebbero legate solo ad un possibile attacco, prosegue Ravid, ma anche a ritorsioni che l'Iran chiaramente intraprenderebbe dopo e che potrebbero avere conseguenze in Siria, Libano e nella Striscia di Gaza. Ravid cita le dichiarazioni di alti funzionari (la fonte di quello che ha definito uno "scoop") che prevedono un "periodo molto delicato" prima dell'inaugurazione di Joe Biden prevista il 20 gennaio contestata dall'attuale presidente come fraudolenta e frutto di brogli attraverso il voto per posta.
"Alti funzionari israeliani mi dicono che si aspettano che Israele riceva un preavviso prima di qualsiasi attacco degli Stati Uniti contro l'Iran. Ma sono preoccupati che non sarà sufficiente per prepararsi completamente. Da qui l'ordine all'IDF di iniziare a compiere passi preparatori partendo dal presupposto che tale scenario sia possibile", conclude Ravid.
Il rapporto di Ravid conferma quanto annunciato già dal Canale 13 di Israele che, allo stesso modo, annunciava come sia Washington che Tel Aviv avessero in programma di intensificare le "operazioni segrete" contro Teheran negli ultimi giorni del mandato di Trump, sebbene l'emittente non abbia fornito dettagli su quale forma potrebbe assumere. Dettagli che sembrano emergere con quanto scrive Ravid.
Anche New York Times, del resto, ha riferito come ad inizio novembre Trump stesse cercando "le opzioni" per un attacco alle capacità nucleari iraniane. Per il giornale statunitense gli attacchi sarebbero "quasi certamente concentrati su Natanz", il principale sito di arricchimento dell'uranio del paese. Ma il presidente sarebbe stato "dissuaso" all'epoca da un attacco da parte di consiglieri, che avevano avvertito che avrebbe potuto dare il via a un sanguinoso conflitto regionale.
I funzionari iraniani hanno reagito a quanto scriveva il New York Times promettendo una "risposta schiacciante".