Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

Un viaggio emozionante nella verità storica e culturale dei Popoli Indigeni d’America, illuminato dalla letteratura e dal giornalismo engagé.

8278
Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

 

I Nativi Americani, popoli di straordinaria ricchezza storica e culturale, sono stati a lungo travisati da stereotipi riduttivi e narrazioni distorte che ne hanno offuscato l’identità. Cinema, letteratura popolare e immaginario collettivo hanno spesso ridotto comunità complesse e vibranti a caricature semplicistiche, perpetuando miti che negano la loro diversità, resilienza e contributi.

Grazie a una crescente produzione letteraria e giornalistica, come i libri di autori nativi e rubriche specializzate, tra cui Nativi su L’Antidiplomatico, possiamo oggi smascherare sei falsità radicate, riscoprendo l’eredità autentica dei Popoli Indigeni d’America. Attenzione, anche oggi risulta molto difficile divulgare la cultura dei Nativi Americani: il complesso di superiorità occidentale, in molti casi, dilaga ancora oscurando informazioni e praticando censure su molti giornali.

  1. I Nativi Americani sono un unico gruppo monolitico

L’immagine stereotipata di un “indiano” con piume e tomahawk è un’invenzione hollywoodiana. In realtà, i Nativi Americani comprendono oltre 570 tribù riconosciute negli Stati Uniti, ciascuna con lingue, tradizioni e storie uniche. I Navajo, celebri per la loro arte tessile e la cosmologia complessa, differiscono profondamente dai Cherokee, che svilupparono un sistema di scrittura sillabico grazie a Sequoyah nel 1821, dando vita al Cherokee Phoenix, il primo giornale nativo. Opere come The Heartbeat of Wounded Knee di David Treuer sottolineano questa diversità, mentre rubriche come questa esplorano le specificità culturali, storiche e di attualità di tribù spesso ignorate, contrastando l’immagine monolitica e riduttiva. 

  1. I Nativi Americani sono estinti

Il mito che i Nativi Americani appartengano solo al passato è smentito dai numeri: oltre 9 milioni di persone si identificano come Nativi Americani o Nativi dell’Alaska, secondo il Censimento USA del 2020. Le loro comunità sono vive, come dimostrano i Powwow, celebrazioni di danza e musica che riuniscono migliaia di nativi, o la rinascita della lingua Lakota nelle scuole tribali. Libri come There There di Tommy Orange raccontano la vitalità delle comunità native urbane, mentre gli articoli su Nativi evidenziano l’attivismo contemporaneo, come le lotte per la sovranità territoriale, dando voce a una resilienza che sfida ogni narrazione di estinzione. 

  1. Non avevano società avanzate prima del contatto con gli europei

L’idea di società “primitive” è confutata da prove archeologiche. La civiltà del Mississippi costruì Cahokia, una città con oltre 20.000 abitanti e una piramide alta 30 metri, tra il 900 e il 1350 d.C. Gli Anasazi, antenati dei Pueblo, svilupparono sistemi di canalizzazione nei deserti del Sud-Ovest, mentre gli Haudenosaunee crearono una confederazione politica sofisticata. Testi come 1491 di Charles C. Mann documentano queste conquiste, e articoli specializzati approfondiscono il genio architettonico e politico dei Nativi, smontando il pregiudizio coloniale di superiorità europea. 

  1. I Nativi Americani erano solo nomadi primitivi senza sistemi agricoli avanzati

L’immagine del nativo come cacciatore nomade ignora le innovazioni agricole di molte tribù. Gli Haudenosaunee coltivavano le “Tre Sorelle” (mais, fagioli, zucca) con tecniche di policoltura sostenibile, mentre gli Hopi usavano sistemi di irrigazione per coltivare in ambienti aridi. Il mais, originario delle Americhe, ha rivoluzionato l’agricoltura globale. Scrittrici come Robin Wall Kimmerer, in Braiding Sweetgrass, celebrano la saggezza ecologica nativa, e raccontano come queste pratiche agricole siano ancora modello di sostenibilità, smentendo l’idea di primitivismo.

  1. I Nativi Americani erano intrinsecamente violenti e ostili agli europei

La narrazione del “selvaggio ostile” è una distorsione coloniale. I Wampanoag accolsero i Pellegrini nel 1621, condividendo risorse che resero possibile il primo Thanksgiving. I conflitti, come il massacro di Sand Creek del 1864, dove truppe USA uccisero 150 Cheyenne e Arapaho, furono spesso provocati da violazioni di trattati. Opere come Bury My Heart at Wounded Knee di Dee Brown documentano queste ingiustizie, mentre qui analizziamo la diplomazia nativa, come i trattati degli Haudenosaunee, evidenziando una tradizione di pace oscurata da narrazioni faziose. 

  1. I Nativi Americani non hanno contribuito alla cultura moderna degli Stati Uniti

I Nativi Americani hanno plasmato profondamente la cultura americana. La Costituzione USA si ispirò al sistema confederale degli Haudenosaunee, un modello di democrazia partecipativa. Parole come “moose” e “hurricane” derivano da lingue native. Figure come l’artista Navajo R.C. Gorman o l’attivista Winona LaDuke hanno lasciato un’impronta nell’arte e nell’ecologia, mentre il movimento di Standing Rock contro il Dakota Access Pipeline ha ispirato il mondo. Autori come Louise Erdrich, con romanzi come Love Medicine, e tanti articoli dimostrano l’influenza viva dei Nativi, smentendo chi ne nega il ruolo. 

Un invito alla scoperta attraverso la letteratura e il giornalismo 

Smascherare queste falsità è un atto di giustizia storica e culturale, reso possibile dalla potenza della letteratura nativa e del giornalismo indipendente. Libri come quelli di Sherman Alexie o Leslie Marmon Silko, insieme a rubriche come Nativi, ci guidano verso una comprensione autentica, celebrando la resilienza e la creatività dei Nativi Americani. La loro storia non è solo un racconto di sopravvivenza, ma una lezione di umanità che continua a ispirare. Immergiamoci in queste narrazioni per riscoprire un’eredità che appartiene al mondo intero.

Raffaella Milandri

Raffaella Milandri

 

Scrittrice e giornalista, attivista per i diritti umani dei Popoli Indigeni, è esperta studiosa dei Nativi Americani e laureata in Antropologia.
Membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Ha pubblicato oltre dieci libri, tutti sui Nativi Americani e sui Popoli Indigeni, con particolare attenzione ai diritti umani, in un contesto sia storico che contemporaneo. Si occupa della divulgazione della cultura e letteratura nativa americana in Italia e attualmente si sta dedicando alla cura e traduzione di opere di autori nativi. Attualmente conduce un programma radiofonico sulla musica nativa americana, "Nativi Americani ieri e oggi" e cura la riubrica "Nativi" su L'AntiDiplomatico.

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione di Loretta Napoleoni I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione

I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione

Gaza: l'accusa di Genocidio del Pulitzer Chris Heddges di Giuseppe Masala Gaza: l'accusa di Genocidio del Pulitzer Chris Heddges

Gaza: l'accusa di Genocidio del Pulitzer Chris Heddges

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca di Francesco Santoianni Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare di Raffaella Milandri Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti