Sul discriminatorio obbligo di green pass per accedere agli uffici pubblici in Sicilia

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Sul discriminatorio obbligo di green pass per accedere agli uffici pubblici in Sicilia

Siamo in dittatura?
"Ma no, è solo l'applicazione dell'articolo 32 della Costituzione", vi rispondono con sussiego e disprezzo i vari Formigli che condividono sui social il piacere inebriante di poter bere un caffè seduto al bar.
Lo stesso piacere di sentirsi conformi, omologati, "seduti dalla parte del giusto", di chi esibiva tessera fascista e razza ariana diventando delatori di comunisti, omosessuali, rom ed ebrei da spogliare di ogni bene e mandare al macello.
Lo stesso orgasmo che eccitava i bianchi che sedevano nelle prime file dei bus e giustificavano il KKK come oggi odiano e disprezzano i migranti.
Musumeci, presidente della Regione Sicilia, si porta avanti col lavoro, visto che comunque la riforma Cartabia ha distrutto il lavoro di Falcone e Borsellino e la mafia non è più un problema...
Musumeci toglie ai non vaccinati il diritto di voto, di sporgere denuncia alle forze dell'ordine, di difendersi in tribunale, di accedere al pronto soccorso d'urgenza.

Tutte attività svolte in uffici pubblici dove, da oggi, non si entra senza green pass.

Per un qualsiasi documento anagrafico, iscrizione a scuola, scelta del medico, visite specialistiche, ecc.. "i cittadini siciliani non vaccinati potranno comunque servirsi delle vie telematiche".
Che non funzionano.

Agata Iacono

Agata Iacono

Sociologa e antropologa

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