Tokyo non abbassa i toni della disputa con Pechino

Nonostante il crollo delle vendite in Cina, il ministro delle finanze nipponico Maehara non arretra sulla sovranità delle isole Senkaku

1254
Tokyo non abbassa i toni della disputa con Pechino

Il Giappone non ha alcuna intenzione di abbassare i toni nella disputa con la Cina per la sovranità delle isole Senkaku. A sostenerlo in un'intervista rilasciata giovedì al Financial Times, il ministro dell'economia nipponico Maehara, che, nonostante le gravi ripercussioni sull'economia nipponica, ha sottolineato come sia “meglio per i due paesi mantenere buone relazioni, ma il problema riguarda la sovranità del nostro paese e non possiamo scendere a compromessi”. In un periodo di campagna elettorale per le elezioni nazionali previste per la prossima estate – in cui il partito conservatore di Abe ha già alzato i toni nazionalisti della contesa con la Cina - le dichiarazioni di Maehara riflettono la determinazione del partito democratico al potere di non cedere alle pressioni di Pechino.
Le relazioni tra la seconda e terza economia mondiale si stanno incrinando pericolosamente: dopo l'acquisizione formale dell'11 settembre scorso di 3 delle isole in questione, le proteste nazionaliste si sono riaccese ed hanno riaperto ferite storiche mai rimarginate, compromettendo le relazioni diplomatiche ed economiche tra i due giganti asiatici. La situazione è ormai di conflitto aperto: giovedì, un portavoce del ministero degli esteri cinese, Hong Lei, ha dichiarato che la controversia ha creato gravi difficoltà tra i due paesi; mentre mercoledì il presidente della Banca centrale Zhou Xiaochuan ed il ministro dell'economia Xie Xuren hanno deciso di boicottare il prossimo vertice del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale previsto a Tokyo. 
Maggiormente colpite dalla controversia le aziende giapponesi, che hanno visto crollare la vendita dei loro prodotti in Cina del 18%. Pechino importa circa il 20% delle esportazioni nipponiche ed il capo economista della banca d'affari nipponica Mizuho, Tomochika Kitaoka, ha dichiarato che se la crisi diplomatica si dovesse protrarre per altri due mesi, il Pil giapponese diminuirà di uno o,1% ed i fatturati delle principali aziende dello 0,5%. Toyota ha riportato un meno 49% a settembre; Honda e Nissan un meno 40% e 35% rispettivamente; Mitsubishi e Mazda cifre similari; infine, le proteste hanno costretto diverse aziende giapponesi a sospendere temporaneamente la loro produzione in Cina. Dopo le manifestazioni violente in Cina, le compagnie d'assicurazione giapponesi, hanno annunciato la scorsa settimana di aver interrotto la stesura di nuovi contratti per danni ad agenzie e negozi in Cina per l'accrescere dei rischi. La crisi con il Giappone ha spinto al rialzo le quotazioni e le vendite delle aziende coreane, in particolare  Hyundai Motor e  Kia Motors, che solo a settembre hanno visto un incremento del 10% delle loro vendite in Cina. 
Le aziende giapponesi hanno espresso le loro lamentele al governo, cui ha risposto Maehara: “i loro problemi non cambieranno la posizione del governo sulla questione. La nostra sovranità è la base della nazione su cui le attività economiche dipendono”.  Questi problemi riguardano anche la Cina: “La nostra interdipendenza economica è molto forte e se i prodotti giapponesi fatti in Cina non verranno venduti più in Cina, ci sarà un grande impatto sull'occupazione del paese”.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi "I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

"I nuovi mostri" - Pino Arlacchi

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!  di Giuseppe Masala Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!

Nuova Strategia di Sicurezza Nazionale USA: Goodbye Europe!

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani” di Michelangelo Severgnini “Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

“Ho fatto tardi perché mio cugino è stato ucciso dagli israeliani”

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra... di Francesco Santoianni Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Fubini che prova a convincerci che l'Ucraina sta vincendo la guerra...

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo? di Raffaella Milandri Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Chi parla a nome di Cavallo Pazzo?

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

Il (vero) partito della guerra di Paolo Desogus Il (vero) partito della guerra

Il (vero) partito della guerra

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

La rimozione dell'esistente di Giuseppe Giannini La rimozione dell'esistente

La rimozione dell'esistente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La realtà è diversa dalle notizie false di Michele Blanco La realtà è diversa dalle notizie false

La realtà è diversa dalle notizie false

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Il PD e lo stato di Israele di Giorgio Cremaschi Il PD e lo stato di Israele

Il PD e lo stato di Israele

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti