Trump Jr. e RFK Jr. mettono in guardia dal rischio di guerra nucleare
Crescono anche negli stessi Stati Uniti i timori di un’escalation che possa sfociare in una guerra nucleare contro la Russia. A tal proposito, il figlio del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump Jr. e l'ex democratico Robert F. Kennedy, hanno invitato Washington a smettere di scambiare la moderazione della Russia per debolezza e aprire subito colloqui diretti con Mosca.
RFK Jr, nipote del presidente John F. Kennedy, ha appoggiato Trump senior il mese scorso e ha citato il conflitto Russia-Ucraina e il suo potenziale di escalation in una guerra nucleare come una delle ragioni principali.
Se gli Stati Uniti e i loro alleati permettessero all'Ucraina di usare le loro armi per colpire la Russia a lungo raggio, “il mondo sarebbe più a rischio di una conflagrazione nucleare di quanto non lo sia mai stato dalla crisi dei missili di Cuba”, hanno scritto Trump e Kennedy in un articolo apparso su The Hill.
L’articolo intitolato “Negoziare con Mosca per porre fine alla guerra in Ucraina e prevenire la devastazione nucleare, afferma che gli Stati Uniti devono concentrarsi sulla ricerca di una “via d'uscita diplomatica a una guerra che non avrebbe mai dovuto avere luogo”, accusando la Casa Bianca di perseguire una politica che porta inevitabilmente a una guerra aperta con la Russia. Come ha chiarito Mosca stessa, anche attarverso moniti ben precisi di Putin.
“Alcuni analisti statunitensi ritengono che Putin stia bluffando e sono favorevoli a ‘vedere’ il suo bluff”, hanno scritto Kennedy e Trump. “Questi analisti scambiano la moderazione per debolezza. In sostanza, stanno sostenendo una strategia di brinkmanship”.
Inoltre Trump e Kennedy jr. evidenziano che gli USA hanno costantemente ampliato le forniture di armi a Kiev, dagli Himars alla munizioni a grappolo, dagli F-16 ai carri armati Abrams fino ai missili ATACMS a lungo raggio. Alla luce di tale situazioni Trump e Kennedy affermano che ogni passo “avvicina il mondo all'orlo dell'Armageddon”.
“La loro logica sembra essere che se si pungola un orso per cinque volte e questo non risponde, è sicuro pungolarlo ancora più duramente una sesta volta. Questa strategia potrebbe essere ragionevole se l'orso non avesse i denti”.
La Casa Bianca di Biden-Harris sembra aver “dimenticato” che la Russia è una potenza nucleare e ha dichiarato più volte di essere pronta a usare tali armi in caso grave di pericolo per l’esistenza stessa della nazione russa, ricordano gli autori.
“Immaginate se la Russia fornisse a un altro Paese missili, addestramento e informazioni sul bersaglio per colpire in profondità il territorio statunitense. Gli Stati Uniti non lo tollererebbero mai. Non dovremmo aspettarci che nemmeno la Russia lo tolleri”.
Veniamo poi all’ultima provocazione occidentale che rischia di trascinare il mondo inter nella Terza Guerra Mondiale. L’autorizzazione a colpire la Russia in profondità con armi della NATO.
Il lancio di missili statunitensi contro la Russia porterebbe inevitabilmente a uno scambio nucleare, sostengono Trump e Kennedy, avvertendo che “questo gioco del ‘pollo’ nucleare si è spinto troppo oltre.
Infine, i due evidenziano che nessun interesse USA è in gioco in Ucraina. Quindi quella statunitense è una “follia” per il bene della “fantasia neoconservatrice di un ‘dominio a tutto campo’ globale”. Una guerra del genere porrebbe fine alla civiltà e forse anche all'umanità, per cui la distensione del conflitto ucraino è “più importante di qualsiasi questione politica di cui discute la nostra nazione”.
L'opinione pubblica americana deve “esigere, in questo momento, che la [vicepresidente Kamala] Harris e il presidente [Joe] Biden invertano il loro folle programma di guerra e aprano negoziati diretti con Mosca”, hanno concluso Trump e Kennedy.
Al momento però non vi sembrano essere segnali in tal senso. Mentre il rischio di un’escalation si fa sempre più concreta.