Tutto quello che non torna sulla "fossa comune di 100 mila persone di Damasco"
“Scoperta una fossa comune a Damasco con 100.000 morti”. Ma com’è che finora nessuno ci aveva fatto caso? Eppure 100.000 morti (non si capisce come abbiano fatto a contarli e perché finora non c’è nessuna foto di questi) in decomposizione non dovrebbero passare inosservati.
Ma siamo sicuri che si tratti, come assicura Il Fatto Quotidiano, di vittime delle torture e delle esecuzioni sommarie del regime di Assad e non già alcune persone messe provvisoriamente sottoterra in attesa di una degna sepoltura che poi, vista la situazione in Siria (dove i soldati avevano una paga di 40 dollari al mese, figuriamoci i becchini), non c’è stata? Ne avevamo già parlato a proposito della “fossa comune” di Bucha in Ucraina e del clamoroso falso diffuso dal New York Times.
Ma inoltriamoci nell’articolo del Fatto “(…) Secondo le dichiarazioni raccolte da Reuters, la sezione di intelligence dell’aeronautica militare siriana era responsabile del trasporto dei corpi provenienti dagli ospedali militari dove molti oppositori morivano sotto tortura. I cadaveri venivano trasferiti in fosse comuni grazie alla collaborazione del personale dell’ufficio funebre municipale di Damasco, che si occupava di scaricarli dai rimorchi refrigerati. I conducenti di bulldozer, spesso costretti con la forza, scavavano le fosse, schiacciavano i corpi per farli entrare e li ricoprivano di terra (...)” Ma, intanto, perché mai gli “oppositori” venivano torturati dagli sgherri di Assad negli ospedali militari? Ma davvero l’ufficio funebre del municipio di Damasco poteva permettersi di trasportare 100.000 corpi in “rimorchi refrigerati”? Ma davvero una sezione dell’intelligence, invece di fare il suo lavoro, si dedicava a trasportare tanti corpi?
Sono solo alcune delle tante incongruenze che costellano questo e gli innumerevoli articoli con i quali pretendono di convincerci. Magari aggiungendovi, come da La Stampa e altri media main stream, il video di quello che appare essere un cantiere per l’ampliamento del vicino cimitero. Del resto, con cinquecentomila siriani uccisi dai tagliagole (oggi imposti alla guida della Siria) e dalle sanzioni ce ne era bisogno.
Francesco Santoianni