Vaccini anti Covid e Big Pharma, Raoult: "Non abbiamo difese contro potenze finanziarie di questa natura"

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Vaccini anti Covid e Big Pharma, Raoult: "Non abbiamo difese contro potenze finanziarie di questa natura"

 

 

 

Didier Raoult, direttore dell’Institut Hospitalo-Universitaire Méditerranée infection di Marsiglia e da mesi al centro del dibattito sull’uso dell’idrossiclorochina nella terapia anti Covid-19 (il farmaco, non più brevettato, è stato usato dall’ospedale su 10.000 pazienti), in una recente intervista ha spiegato:

 

1) Ormai è chiarissimo che circolano diversi genotipi del virus Sars-CoV-2 e questo pone problemi sulla possibilità che un vaccino riesca a proteggere contro tutti i genotipi che fanno la loro comparsa e circolano;

 

2) le epidemie non sono affatto sincronizzate nei diversi luoghi e presentano aspetti imprevedibili;

 

3) ma se ci si occupa nel modo corretto dei malati, se il loro medico li vede, se quando arrivano in ospedale si sa cosa fare, la mortalità rimane molto debole, praticamente limitata ai soli malati che avevano già una speranza di vita molto corta o a quelli con anomalie genetiche che vanno studiate e capite;

 

4) la lezione del Remdesivir (ndR: costosissimo antivirale della casa Gilead, acquistato da molti paesi, concorrente dell’idrossiclorochina e alla fine riconosciuto come inutile; anzi fin dall’inizio Raoult ne ha sostenuto la tossicità) è che la nostra società non ha il contro-potere necessario a impedire che si venda qualunque cosa. I colossi farmaceutici sono miliardari molto duri, non benefattori. E’ la stessa cosa della vendita del petrolio, a suo tempo, e di quella delle armi: Se le nostre società non sono capaci di innalzare barriere, continuerà così;

 

5) occorrerà prima o poi che le riviste scientifiche rifiutino di pubblicare articoli pagati dalle case farmaceutiche o che siano direttamente finanziate dalle stesse; non si può più sopportare, ne va della credibilità:

 

6) Il British Medical Journal aveva smontato il Tamiflu (sempre della Gilead) che aveva inondato il mercato al tempo dell’influenza aviaria finché non si è visto che non è servito a niente. Questa lezione del Tamiflu è andata perduta.

 

7) Sembra che stia accadendo lo stesso per i vaccini, dei quali non sappiamo niente se non le comunicazioni pubblicitarie dei produttori. Le persone e gli Stati sembrano dover decidere sulla base della pubblicità. Ma chi avanza queste considerazioni è tacciato di essere contro i vaccini. Allora diciamo che ci vuole la medicina, la medicina, la medicina; se poi in un laboratorio farmaceutico avviene un miracolo, tanto meglio, ma non si può aspettare. Per adesso non si sa nulla; e quel che vedo è che è questione di soldi, di quotazioni che salgono.

 

8) Occorre una vera riflessione: fin dall'inizio la malattia è stata sovra drammatizzata, tutti terrorizzati, si ha l'impressione di essere circondati da zombi. Poi invece di puntare sulle cure, si è detto ai terrorizzati: aspettiamo la bacchetta magica. La prima non è andata, una spesa enorme per nulla (si riferisce al Remdesivir, ndR); a questo punto si pianifica di invadere il pianeta con vaccini dei quali non si sa ancora di preciso nulla.

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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