Vertice Blinken-Lavrov: gli Usa "gonfiano i muscoli" ma...

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Vertice Blinken-Lavrov: gli Usa "gonfiano i muscoli" ma...

Il Segretario di Stato americano Blinken gonfia i muscoli prima dell’incontro con Lavrov.

Ieri dall’Ucraina dove si trovava, ha fatto sapere a Mosca che non consegnerà la risposta scritta sulle garanzie di sicurezza chieste dalla Russia domani all’ultimo round delle trattative a Ginevra. Prima “devono capire diverse cose”, in pratica gli Stati Uniti mercanteggiano, così come già aveva previsto la diplomazia russa. Ma Putin ha avvisato: “a noi non servono le trattative per esse stesse, a noi interessano i risultati”.  E per mischiare le carte in tavola, a Washington c’è chi ha proposto che alle trattative sulla sicurezza della Russia devono partecipare tutti i paesi della Nato e perfino l’Ucraina. Cosa che la Russia ha escluso da subito.   

Intanto continua giornalmente sui mass media occidentali la montatura dell’“invasione russa dell’Ucraina”. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zacharova ha dichiarato che questi giornalisti così “sicuri” dell’imminente invasione”, sembrano non aver mai sentito dell’allargamento della Nato a Est, così come degli obblighi dei paesi occidentali sull’indivisibilità della sicurezza e delle provocazioni del regime di Kiev e del sostegno che riceve da Washington”. E continuano le promesse di punire la “cattiva Mosca”.  Blinken ha dichiarato: “in caso di aggressione russa all’Ucraina gli Stati Uniti –storpieremo l’economia della Russia, le conseguenze le patirà il popolo russo”.  Tutti i politici americani stanno facendo a gara a chi minaccia di più la Russia con “conseguenze  tragiche”,  Biden è addirittura arrivato a dire “staccheremo la Russia dal dollaro”, poi subito però ha aggiunto che certo questo non gioverebbe all’America..

Il ministro degli esteri tedesco, Annalena Baerbock minaccia di chiudere il gasdotto “North Stream 2” se la Russia aggredirà l’Ucraina, mentre la portavoce di Biden, Jen Psaki ha dichiarato che la sospensione delle procedure di certificazione del gasdotto (sospese dalla Germania ancora il 21 novembre scorso) “è un meccanismo molto efficace per contenere l’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina”

Gli Stati Uniti hanno annunciato che stanno preparando anche le sanzioni contro “i cittadini ucraini filo – russi separatisti del Donbass”.  Ad almeno 4 di loro saranno applicate le misure di congelamento degli attivi – ha scritto il giornale americano “Word Street Journal” , sa specificare le fonti.  Dal Donbass il capo della Repubblica di Donetsk, Denis Pushilin ha reagito, dichiarando che “questo passo di Washington è assolutamente inutile e mostra chi sta realmente dietro le azioni dell’Ucraina. Noi non abbiamo né conti, né proprietà all’estero e dal 2014 ci siamo rifiutati di visitare gli Stati Uniti o altri paesi occidentali. Oltretutto dal 2017 viviamo in condizioni di totale blocco dei trasporti, perciò di quali sanzioni si parla? Ma chi prende queste decisioni è informato bene della reale situazione? Comunque vediamo con soddisfazione che gli Stati Uniti ci considerano come uno Stato indipendente, vogliono persino farci le sanzioni!”

Intanto al Cremlino sono avvenute due conversazioni telefoniche dovrebbero far suonare un certo campanellino. Putin si è congratulato con Daniel Ortega per la sua rielezione la settimana scorsa a Presidente del Nicaragua, ha inoltre sottolineato l’importanza della politica di sovranità del Nicaragua e il partenariato strategico con la Russia sul piano internazionale. L’altra telefonata è intercorsa con presidente del Venezuela, Nicolas Maduro, dove è stata rilevata la strategica cooperazione anche sul binario della politica internazionale e il sostegno alla politica di sovranità del Venezuela.  Putin ha inoltre ricevuto il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, il quale ha proposto un’unione in sinergia: “nelle condizioni eccezionali del giorno d’oggi, quando bisogna contrapporsi alle azioni unilaterali dell’Occidente, compreso gli USA,  noi possiamo agire sinergicamente uniti, l’Iran da 40 anni  si contrappone agli americani e non abbiamo alcuna intenzione di fermare il nostro progresso e sviluppo a causa delle loro sanzioni e minacce” Il giorno dopo il presidente iraniano Raisi è stato invitato a parlare all’Assemblea plenaria della Duma di Stato della Federazione Russa, dove ha sottolineato “l’importanza dell’interazione fra Iran e Russia che mira a sostenere gli interessi comuni dei due popoli, una collaborazione basata su princìpi della giustizia, della moralità e della spiritualità, che aspira a formare una nuova società civile globale. Perché la radice della violenza, del terrorismo, della disintegrazione dell’istituto della famiglia e della diffusione della droga nel mondo, sta proprio nel distacco della politica dalla moralità e dalla spiritualità”.

Ed è davvero sotto gli occhi di tutti quanto la politica americana imperialista sia amorale.

“La colpa di questa situazione – dichiarano gli statunitensi, è della Russia che ha schierato oltre 100.000 soldati vicino al confine con l’Ucraina”.  E chiedono a gran voce che la Russia “rimandi le truppe nelle loro caserme”!  Ma la Russia ha mosso le truppe in casa propria, sul proprio territorio, dopo che a ridosso del confine russo si sono raggruppati 125.000 soldati ucraini. Ovvio che la Russia intenda proteggere il Donbass, dove ogni giorno continua la guerra di Kiev, i bombardamenti contro i civili inermi, vengono ammassati armamenti pesanti, vietati espressamente dagli Accordi di Minsk. Ovviamente di questo nell’Occidente “democratico” si tace. 

Nel contempo la Russia sta anche mandando i suoi soldati in Bielorussia per le esercitazioni militari che inizieranno a febbraio, un altro fatto che sta mandando in fibrillazione l’Occidente.

Piuttosto, perché non si chiede quando i polacchi porteranno via le loro truppe dalla frontiera con la Bielorussia? 30.000 soldati polacchi stanno da mesi sulla frontiera bielorussa, dove compiono ogni sorta di violenza e nefandezza in piano stampo nazista contro i profughi. Ma è imposto il silenzo stampa su questo. Perché gli USA non esigono che la Polonia rimandi il suo esercito in caserma?  Mentre la Nato dice che tutto ciò che avviene sul territorio della Nato, come lo smistamento dei militari, compreso le truppe che sono arrivate in Europa dall’Oltreoceano, non deve riguardare nessun altro all’infuori dei paesi della NATO.  E’evidente il doppio standard. – ha dichiarato Lavrov.

Vogliamo poi parlare delle continue forniture di armi – non solo dagli Stati Uniti, ma anche della Gran Bretagna all’Ucraina, armi specifiche per i combattimenti in città e centri abitati. Non meno di 1100 complessi missilistici anticarro “NLAW”, altamente pericolosi per le due repubbliche del Donbass.

L’isteria che hanno montato gli Stati Uniti contro la Russia mostra che chi davvero vuole la guerra tra Ucraina e Russia sono proprio loro, gli americani.

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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