Vi piace l'Unione europea? Vi piace il PNRR? Beccatevi la riforma delle pensioni
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In questi giorni molti - sindacati in primis - si stanno scandalizzando per la riforma delle pensioni di Draghi che innalza ulteriormente l'età pensionabile, con l'obiettivo ultimo di farci sgobbare tutti per un salario da fame finché non crepiamo.
Ci fa piacere vedere che i sindacati e tanti sinceri progressisti, mentre combattono il ritorno del fascismo, annuncino di voler dare battaglia anche su questioni che riguardano effettivamente la vita e la morte dei lavoratori.
Lascia un po' interdetti, semmai, la reazione sorpresa di molti. Così come il fatto che molti di quelli che oggi cascano dalle nuvole e annunciano barricate sono gli stessi - a partire dai sindacati confederali - che da un anno a questa parte profetizzano le sorti magnifiche e progressive del PNRR e dei «fiumi di soldi in arrivo dall'Europa» come «occasione storica per l'Italia».
Peccato che è lo stesso PNRR stilato dal governo - che, sospetto, nessuno dei suoi cantori abbia effettivamente letto - a ricordarci, a pagina 25, che l'erogazione dei fondi europei è soggetta alle Raccomandazioni specifiche per paese (country-specific recommendations) della Commissione europea, che abbracciano praticamente ogni aspetto della politica economica dei paesi membri: politica fiscale, mercato del lavoro, welfare, pensioni ecc.
Ed è sempre il PNRR a ricordarci che tra le ultime Raccomandazioni [leggi diktat] della Commissione europea all'Italia - la cui implementazione è vincolante per avere accesso ai fondi - spicca proprio quella di «attuare pienamente le passate riforme pensionistiche», ossia la Legge Fornero, «al fine di ridurre il peso delle pensioni nella spesa pubblica».
Che dire? Vi piace l'Unione europea? Vi piace il PNRR? Bene, adesso lavorate finché non crepate. Perché è questo che ci chiede (ordina) l'Europa. D'altronde, quando l'Europa chiede (ordina), il sincero progressista ubbidisce.