Xinjiang, un francobollo sbugiarda gli Usa
di Adriano Madaro
Da parecchi anni mi occupo di Cina: un filone di studio riguarda la raccolta di prove che dimostrino le malevolenze dei governi di Washington contro la Repubblica Popolare, mistificando i fatti storici, trafficando in favore della sua disgregazione, contestando la sua sovranità, boicottando la sua crescita.
Subito all'indomani dell'avvento al potere comunista a Pechino nel 1949 gli USA hanno iniziato una violenta campagna diffamatoria contro la Cina: prima negando la legittimità di quel governo schierandosi con Chiang Kaishek, aerotrasportato a Taiwan con i resti del suo governo sconfitto nella guerra civile; poi tramando per l'"indipendenza" del Tibet organizzando rivolte e finanziando il governo teocratico in esilio formato dai famigliari del Dalai Lama; successivamente destabilizzando con pesanti ingerenze la grande regione musulmana del Xinjiang sostenendo le centrali terroristiche uyghur affiliate ad Al Qaeda; poi organizzando le rivolte a Hong Kong; ora affiancando i separatisti taiwanesi impedendo la riunificazione dell'isola alla madrepatria; infine minacciando militarmente la Cina con il famigerato patto AUKUS (Australia, Gran Bretagna, Stati Uniti) e provocando Pechino sul controllo del Mar Cinese Meridionale.
Tutto questo per dirvi, cari Amici, che ho trovato una prova ulteriore della bellicosa malafede degli americani di oggi, diversamente da quelli del passato pre-bellico. Si tratta di un francobollo emesso dalle Poste statunitensi per condannare, nel suo quinto anniversario, la guerra giapponese contro la Cina (7 luglio 1937-7 luglio1942): dietro le effigi di Abramo Lincoln e Sun Yatsen è ben visibile la carta geografica della Cina con le sue province compresa l'isola di Taiwan, il Tibet, il Xinjiang e l'intera Mongolia (non solo quella Interna, ma anche quella Esterna di Ulan Bator), considerata nel 1942 dagli americani ancora cinese.
Cosa può testimoniare un semplice francobollo da 5 centesimi di dollaro! Sbugiardare i governi che dagli anni '50 si sono succeduti alla Casa Bianca, e inchiodare l'attuale amministrazione che soffia irresponsabilmente sul fuoco del separatismo, additando la Cina come un mostro che si vuole mangiare territori, giudicati addirittura non suoi, e che invece appartengono storicamente e legalmente alla sua indiscussa sovranità.