Zhou Xiaochuan non parteciperà all'incontro FMI di Tokyo
La decisione del Governatore della banca centrale cinese aumenta le tensioni tra i due paesi. Crollano le vendite del comparto auto nipponico in Cina
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Sempre più alta la tensione tra Cina e Giappone. Zhou Xiaochuan, il governatore della banca centrale cinese, ha annunciato che non parteciperà all'incontro del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale che si terrà in Giappone. "Siamo stati informati due giorni fa che il governatore ha richiesto che venga cancellato il suo intervento dal programma dei lavori di Tokyo," ha dichiarato un portavoce del FMI alla BBC. Zhou ha delegato il suo portavoce, Yi Gang, a rappresentarlo. Anche il ministro delle finanze cinese, Xie Xuren, molto probabilmente salterà l'incontro e manderà il suo vice, Zhu Guangyao. Già quattro tra le principali banche cinesi avevano annunciato la settimana scorsa che non avrebbero partecipato all'evento “dato che le relazioni bilaterali tra Cina e Giappone sono divenute sempre più tese”, ha motivato ieri l'agenzia di stato Xinhua, che ha anche confermato la decisione del governatore della Banca centrale. Il Giappone, in una nota del governo, ha definito la decisione cinese "deprecabile".
La disputa territoriale per le isole Senkaku sta deteriorando i legami politici, ma soprattutto commerciali tra i due paesi. Particolarmente colpito il comparto auto nipponico, che martedì ha denunciato un crollo delle vendite in Cina, frutto del boicottaggio contro i prodotti giapponesi iniziato nel paese. Toyota ha riportato un meno 49% a settembre; Honda e Nissan un meno 40% e 35% rispettivamente; Mitsubishi e Mazda cifre similari; infine, le proteste hanno costretto diverse aziende giapponesi a sospendere temporaneamente la loro produzione in Cina.
Da quando l'11 settembre scorso il Giappone ha annunciato di aver formalemnte nazionalizzato alcune isole del mar cinese meridionale rivendicate anche da Cina e Taiwan, la situazione tra i due paesi si è rapidamente deteriorata, riaprendo ferite storiche in grado di minare lo status quo asiatico.