Zitti tutti, parlano i guru della finanza!

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di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico

 

E' davvero interessante leggere le previsioni economiche di due tra i maggiori guru occidentali in materia di economia e finanza.

Il primo è il cosiddetto Oracolo di Omaha, dalla cittadina del Nebraska dove nacque. Mi riferisco ovviamente a Warren Buffett, il leggendario investitore statunitense con un patrimonio stimato di oltre 100 miliardi di dollari e gestore della mega holding d'investimento Berkshire Hathaway.

Il secondo è invece l'economista e filosofo Jacques Attali, uomo delle idee e consigliere del principe per eccellenza che in passato è stato il Macchiavelli del presidente francese François Mitterrand che “regnò” tra gli anni ottanta e gli anni novanta del secolo scorso. Attualmente, stando alle cronache è invece il mentore - e deus ex machina - dell'attuale presidente francese Emmanuel Macron.

L'oracolo americano in una intervista ha seraficamente annunciato che la crisi bancaria negli Stati Uniti è destinata a continuare e che altre banche falliranno nel prossimo futuro ma che i depositanti non hanno nulla da temere per i propri risparmi essendo coperti dal FDIC (ovvero il fondo americano di garanzia per i depositi bancari).

La tesi di Buffett è la seguente: i banchieri hanno (come al solito) esagerato nella ricerca del profitto ed esponendo così le banche ad eccessivi rischi che sono venuti alla luce in questa fase storica (1). Secondo l'Oracolo di Omaha queste situazioni sono sempre capitate in passato e capiteranno nuovamente in futuro e dunque sostanzialmente non c'è nulla di cui doversi preoccupare. Ci si deve sostanzialmente rassegnare a queste situazioni come del resto accettiamo il vento e la pioggia che sempre ci saranno fino a quando saremo su questa terra. Ovviamente, lascia intendere Buffett, bisogna fidarsi e affidarsi alle autorità costituite che certamente risolveranno il problema. E non sono forse gli Stati Uniti il paese del 7° Cavalleggeri che al suono di tromba vanno alla carica e sconfiggono i cattivi (immancabilmente gli indiani)?

Al di là dell'ironia non mi pare azzardato dire che la posizione di Buffett sia comunque una posizione minimizzante, tipica di chi ha enormi interessi nell'oggetto di cui si discute. E' chiaro ed evidente che una persona che ha enormi investimenti nel mercato finanziario sarà restia a parlare di crisi sistemica e dalle necessarie soluzioni dolorose. Meglio come il Padre Provinciale di manzoniana memoria prodursi nella famosa pratica del “troncare e sopire” in attesa che tutto si sistemi o che, quantomeno, si metta al sicuro il tesoretto personale, poi per quanto riguarda i risparmi del popolino ci si affiderà alla buona sorte.

Molto più articolata e problematica è invece la posizione di Jacques Attali che viene esposta in un lungo post dal titolo eloquente - “Une immense crise financière menace” - pubblicato sul suo sito internet personale (www.attali.com).

Secondo l'economista e filosofo francese saremmo alla vigilia di una grande crisi finanziaria che potrebbe già esplodere durante la prossima estate. Il suo eventuale tamponamento – argomenta Attali – con manovre di tipo monetario procrastinerebbe un destino già segnato e dunque ineludibile: la crisi esploderà comunque a distanza di qualche tempo.

Secondo il guru francese la causa originaria della tempesta finanziaria che ci attende sarebbe dovuta alla crisi del dollaro come moneta standard per gli scambi internazionali: se in passato questa posizione di preminenza era legittimata da uno strapotere economico, militare e politico, ora Washington sarebbe minacciata da una grave crisi politica, finanziaria, climatica e di bilancio.

Per Attali innanzitutto gli Stati Uniti soffrirebbero di un problema di sovraindebitamento, sia sul versante del debito pubblico (ormai pari al 120% del Pil) e gravato da enormi garanzie concesse ai vari fondi pensione ma anche sul versante del debito privato che ha raggiunto i 16.900 miliardi di dollari, cioè 2.750 miliardi in più rispetto a prima della crisi del Covid-19 e che è equivalente $ 58.000 per ogni adulto americano. Questo enorme debito sarebbe non assorbibile come invece accadde negli anni 50 al debito emesso per lo sforzo bellico e ciò, alla lunga potrebbe causare instabilità sociale e politica che ben presto coinvolgerebbe l'Europa e farebbe soffrire anche il resto del mondo.

Questo scenario, nella visione di Attali, può essere evitato solo con scelte radicali: uno stimolo monetario (che sposterebbe solo in avanti il problema), la guerra che darebbe qualche possibilità ai pochi sopravvissuti (a volte Attali si produce in un black humor inconsapevole davvero delizioso!) oppure si dovrebbe porre in essere un riorientamento dell'economia mondiale che ponga in discussione il nostro rapporto sia con i beni di consumo che con la proprietà degli immobili così da avere una minore impronta climatica e che aiuti a ridurre l'indebitamento complessivo (2).

A me pare che Attali esamini in maniera molto interessante i problemi che abbiamo di fronte ma che ometta di dire che sono problemi fondamentalmente riguardanti il mondo occidentale; il resto del mondo non ha grossi problemi di indebitamento e i paesi africani (che in parte li hanno) possono essere tranquillamente sostenuti da Cina e Russia che sono creditori netti sul resto del mondo (nel caso di Pechino per cifre siderali ma anche Mosca è messa bene). Per quanto riguarda l'energia pulita, la Russia ne ha da vendere (è proprio il caso di dirlo) e la Cina, grande beneficiaria delle sanzioni occidentali per la guerra ucraina, ora ha risolto i suoi problemi legati all'impronta climatica del mix energetico adottato.

Semmai è l'Europa ad avere un problema enorme visto che ha perso il metano, che è una delle energie più pulite, e che per gli obblighi climatici assunti non può fare troppo affidamento sul fuligginoso carbone come sostituto. E' chiaro che l'Europa ha un deficit energetico che ben difficilmente sarà compensato dallo sviluppo delle fonti rinnovabili. Non ci rimane che imparare ad essere frugali (case e automobili in multiproprietà suggerisce obliquamente Attali) e sperare nella buona sorte.

Forse Attali queste verità allarmanti per il bulimico consumatore europeo le ha dette in maniera soft per non generare troppo allarme. Ma intanto le mani avanti le ha messe.

 

Note

(1) MilanoFinanza, Banche, secondo Warren Buffett dopo Svb ci saranno altri fallimenti. Ma i depositi sono al sicuro, pag. 6 del 13/04/2023 https://www.milanofinanza.it/news/banche-secondo-warren-buffett-dopo-svb-ci-saranno-altri-fallimenti-ma-i-depositi-sono-al-sicuro-202304121502336077?refresh_cens

(2) Jacques Attali, Une immense crise financière menace, 12 Aprile 2023. https://www.attali.com/finance/crise/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giuseppe Masala

Giuseppe Masala

Giuseppe  Masala, nasce in Sardegna nel 25 Avanti Google, si laurea in economia e  si specializza in "finanza etica". Coltiva due passioni, il linguaggio  Python e la  Letteratura.  Ha pubblicato il romanzo (che nelle sue ambizioni dovrebbe  essere il primo di una trilogia), "Una semplice formalità" vincitore  della terza edizione del premio letterario "Città di Dolianova" e  pubblicato anche in Francia con il titolo "Une simple formalité" e un  racconto "Therachia, breve storia di una parola infame" pubblicato in  una raccolta da Historica Edizioni. Si dichiara cybermarxista ma come  Leonardo Sciascia crede che "Non c’è fuga, da Dio; non è possibile.  L’esodo da Dio è una marcia verso Dio”.

 

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