TTIP. Greenpeance pubblica documenti segreti: così vogliono aggirare le leggi su ambiente e salute

TTIP. Greenpeance pubblica documenti segreti: così vogliono aggirare le leggi su ambiente e salute

Jorgo Riss, direttore di Greenpeace per l'Europa: "si sta spianando la strada a una gara al ribasso negli standard ambientali, della salute e della tutela dei consumatori"

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Al Guardian, il direttore di Greenpeace per l'Europa, Jorgo Riss, ha annunciato la pubblicazione di 240 pagine segrete delle negoziazioni tra Usa e Ue che metterebbero a rischio le legislazioni europee di tutela dell'ambiente. "Vogliono che l'Ue abbassi o aggiri le sue tutele dell'ambiente e della salute pubblica nell'ambito del Ttip”. E ancora: "la posizione europea è brutta, ma quella americana è terribile: si sta spianando la strada a una gara al ribasso negli standard ambientali, della salute e della tutela dei consumatori", ha dichiarato.
Il Ttip (Transatlantic Trade and Investment Agreement) fra l'Unione europea e gli Stati Uniti, la Nato economica come è stato giustamente ribattezzato, sarebbe un mostro di neo-liberismo in grado di dare alle multinazionali un'immensa area per i loro profitti a danno di diritti, lavoro e Costituzioni. E, un immenso potere, grazie alle famigerate clausole ISDS, permetterebbe alle multinazionali di aggirare i tribunali sovrani nazionali attraverso arbitrati. 
 
La pubblicazione dei documenti di Greenpeace segue quelli del Guardian che l'AntiDiplomatico vi ha mostrato la scorsa settimana, in cui emerge la pressione chiara di Chevron su Bruxelles per accettare le clausole ISDS tanto care alle multinazionali del petrolio. Dai documenti di Greenpeace, scrive Megachip, emerge che:
 
1) le posizioni USA e UE sono molto lontane;
2) le tanto sbandierate garanzie della Commissione UE circa il fatto che l'accordo sarà un buon accordo, e che il sistema di garanzie proprio della legislazione europea (come il "principio di precauzione", o la tutela dei prodotti dop o igp) non sarà smantellato o svenduto, sono solo - per dirla semplice - balle.
Questo non è un motivo per rilassarsi, perché c'è un rischio. Il rischio è che - nell'impossibilità di raggiungere un accordo "pieno" prima delle elezioni presidenziali USA di novembre - il trattato sia comunque stipulato in forma di "accordo quadro". Si aprirebbe così un enorme spazio per offrire deleghe in bianco: le regole di dettaglio, quelle che davvero stabiliscono cosa succede con l'approvazione del TTIP, verrebbero definite da commissioni tecniche composte da lobbisti e tecnocrati. Cioè personaggi opachi, lontani da qualsiasi attenzione dei popoli, scelti secondo metodi non soggetti a meccanismi di controllo adeguati e in spregio di qualunque idea di rappresentanza democratica dei cittadini europei. 
 
Nel mirino quindi le regole europee su salute e ambiente. Il tutto avviene nella massima segretezza e i pochi parlamentari che hanno avuto accesso ad alcune parti dei documenti a livello europeo o nazionale hanno denunciato di essere stati trattati come criminali oppure che il trattato "sa di totalitarismo".

Obama ha sollecitato una rapida firma dell’accordo quando è venuto ad Hannover a richiamare agli ordini i suoi vassalli europei. La società civile, quella che ad esempio ha promosso e vinto un referendum in Olanda contro l'accordo di associazione con l'Ucraina, ha dimostrato che il TTIP non lo vuole. Se vigesse la democrazia in questo nostro mondo che si crede libero, le negoziazioni, che hanno concluso il 12° round, sarebbero già da tempo interrotte.

La società civile non ci sta e inizia a ribellarsi. Il 7 maggio in Italia ci sarà una grande mobiltazione contro il TTIP. E' il momento di partecipare, è il momento che anche il nostro paese mandi un messaggio chiaro contro un trattato preteso dalle corporazioni del neo-liberalismo contro i diritti, le costituzioni e il lavoro. Renzi, proprio per questo, è il vassallo più fedele di Obama in questa lotta. Lotta, che come ha ricordato Noam Chomsky molto chiaramente nella sua ultima intervista, è una lotta di classe.

Video presentazione manifestazione 7 maggio a Roma

La redazione

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