4 domande del Partito Comunista del Benin sulla politica sanitaria attuale e sul colonialismo di sempre

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4 domande del Partito Comunista del Benin sulla politica sanitaria attuale e sul colonialismo di sempre

 

Riportiamo la traduzione di un articolo recente di Philippe Noudjenoume, docente e segretario per Partito comunista del Benin, sulla gestione attuale della pandemia a livello mondiale. Domande lecite

 

di Philippe Noudjenoume

 

[...]

 

Alcune domande si impongono.

Primo. Perché, di fronte a una pandemia, la prima reazione non è quella di cercare soluzioni mediche alternative per rincorrere un vaccino? 

Secondo. Perché è necessario obbligare un'intera popolazione ad essere vaccinata contro una malattia che finora ha causato appena lo 0,3% dei decessi nella popolazione, e lo ha fatto per un anno e mezzo? 

Terzo. Perché si fanno firmare ai vaccinati clausole di non responsabilità?

Quarto. Quali ragioni  spingono i nostri governi a inoculare alle popolazioni prodotti che non sono ancora stati convalidati, trasformandole in cavie involontarie per Big Pharma?

[...]

Senza il diritto al dubbio non c’è scienza; eppure, malgrado il fatto che l’etica universale imponga la necessaria osservanza del principio di precauzione, i sostenitori del vaccino universale come unica alternativa all’espandersi della pandemia Covid-19 indirizzano a chiunque esprima dubbi  l’accusa di coltivare la teoria del complotto.

Karl Popper (La società aperta e i suoi nemici -1945) ha il merito di aver definito per la prima volta la teoria del complotto, come "evento politico causato dall’azione concertata e segreta di un gruppo di persone che hanno un interesse nel suo verificarsi, piuttosto che dal determinismo storico o dal caso". Secondo Peter Knight dell’Università di Manchester, il complotto coinvolge "un piccolo gruppo di persone potenti [che] si coordinano in segreto per pianificare e intraprendere azioni illegali e dannose che influenzano il corso degli eventi" al fine di ottenere o mantenere qualche forma di potere (politico, economico o religioso). 

Ebbene, possiamo non credere al complotto permanente quando osserviamo la situazione mondiale? Quando gli americani sotto Bush inventarono il pretesto del possesso di una "cosiddetta arma di distruzione di massa" da parte di Saddam Hussein per invadere l'Iraq, provocando milioni di morti e l'attuale disarticolazione di questo paese? Possiamo credere in qualcosa di diverso da una cospirazione quando Sarkozy, Obama e Tony Blair invadono la Libia, uccidono il leader Gheddafi e distruggono quel paese? Si può pensare a qualcosa di diverso da una cospirazione contro l’Africa, la Conferenza di Berlino del 1885 che divise il continente senza che gli africani potessero avere voce in capitolo? E la schiavitù e la tratta degli schiavi? La guerra francese nel Sahel sotto il falso pretesto del "jihadismo" e che permette alla Francia di venire ad occupare militarmente il Sahel? Le rivelazioni di Wikileaks non sono un'indicazione che il mondo è oggetto di complotti permanenti da parte dei potenti di questo mondo? Quali sono i piani elaborati dalle grandi potenze per mantenere zone d'influenza o per dividere il mondo all'insaputa dei popoli e delle nazioni?

Nella storia del coronavirus, le conseguenze delle scelte di politica sanitaria si conosceranno solo negli anni a venire. E il Benin, e l’Africa (ancora una volta, con la leggendaria docilità degli africani, con la venalità di governanti avidi) pagheranno forse il prezzo più alto. 

E potrebbe essere troppo tardi.

 

Cotonou, 26 agosto 2021

 

Philippe NOUDJENOUME

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