Action Plan on Military Mobility (APMM). Ecco come la NATO ha preso possesso dell'UE

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Action Plan on Military Mobility (APMM). Ecco come la NATO ha preso possesso dell'UE

 

Gli Stati Uniti hanno inaugurato il quarto mandato presidenziale di Vladimir Putin compattando l’Anglosfera, la NATO e la Ue contro la Russia in un’offensiva senza precedenti nell’era post-guerra fredda.


Adesso che la Russofobia occidentale è giunta a maturazione, l’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico e l’Unione Europea possono guardarsi negli occhi e forgiare quei legami che fino adesso hanno evitato di mostrare nonostante i quartier generali di entrambe le istituzioni siano a pochi km l’uno dall’altro nella stessa città. Il 28 aprile la Commissione europea ha rivelato il “piano per la mobilità militare” Action Plan on Military Mobility (APMM) che ha l’obiettivo di costruire una rete di infrastrutture e di normative in grado di rendere facile e veloce lo spostamento di truppe e mezzi all’interno della Ue in caso di un’incursione dal fronte orientale, che è un modo educato per dire “in caso di invasione russa” senza dirlo apertamente.




 

La NATO sta rimodellando la strategia difensiva per la terza volta in 70 anni. Dopo aver ammassato truppe lungo il confine tedesco durante la Guerra Fredda e dopo aver dislocato soldati in giro per il mondo in nome della guerra contro il terrorismo islamico, l’alleanza atlantica si sta ora concentrando sulla capacità di schierare rapidamente truppe lungo la frontiera orientale dell’Europa, a presidio di quella nuova cortina di ferro voluta soprattutto dagli angloamericani che va dai paesi baltici fino alle rive occidentali del Mar Nero. Il piano della Ue per la mobilità militare è complementare al primo aggiornamento delle strutture di comando della NATO dal crollo del blocco sovietico. Un mese e mezzo fa infatti la NATO ha dato notizia dell’istituzione di due nuovi centri di comando, uno dei quali responsabile proprio del movimento truppe in Europa e che sarà collocato in Germania.

 

L’iniziativa della Ue ha l’obiettivo di:

- armonizzare gli standard delle infrastrutture europee con requisiti necessari al trasporto di mezzi militari, per esempio le colonne di carri armati

- snellire le procedure di frontiera per le attività militari

- armonizzare le procedure di trasporto di merci pericolose

- limitare l’iva per le operazioni militari

 

Nell’ultimo anno l’unità della NATO che si occupa della capacità militare dei paesi dell’alleanza è stato regolarmente in contatto con il dipartimento dei trasporti della Commissione europea.

 

In questo contesto, la NATO ha stabilito le priorità:

- avere un quadro completo delle infrastrutture della Ue, specialmente negli stati membri dell’ex blocco sovietico

- mettere in sicurezza strade, ferrovie, gallerie, ponti e porti europei in grado di gestire trasporti militari

- condividere con i parlamenti dei paesi Ue i bisogni dell’alleanza in materia di infrastrutture

- lavorare per far sì che una parte del budget europeo del 2021-2027 sia destinata a progetti per infrastrutture per il doppio uso militare-civile dando priorità ai corridoi Est-Ovest, Nord-Sud e Reno-Danubio

 

Mi sembra evidente che i progetti sono più che complementari, è chiaro che non esiste e non esisterà mai nessuna Unione della Difesa indipendente dagli Stati Uniti perché l’unione per la difesa esiste già ed è la NATO.

 

 La fusione però non sarà così automatica. Nella Ue ci sono sei stati membri – Finlandia, Svezia, Irlanda, Austria, Malta e Cipro – non appartenenti alla NATO e una cooperazione troppo stretta tra NATO e Ue li metterebbe in difficoltà, è più conveniente per tutti mantenere una certa ambiguità. Inoltre, come abbiamo approfondito in altri articoli (qui e qui) il prossimo budget europeo dovrà affrontare il buco di 10 miliardi di euro causato dall’addio del Regno Unito e le spese per le infrastrutture necessarie ai corridoi militari non saranno certo basse e soddisfarle richiederà il sacrificio di altre voci di spesa. Facile immaginare chi dovrà pagare il prezzo, meno facile sarà capire dove finiranno le spese delle Ue e inizieranno quelle della NATO. All’atto pratico il risultato sarà che il budget europeo sarà speso per soddisfare i requisiti e le richieste dell’alleanza atlantica, compreso il contributo di stati che neanche ne fanno parte.

 

Il Commissario ai Trasporti europei Violeta Bulc però è fiduciosa, le cancellerie della Ue sono consapevoli della necessità di rafforzare la difesa europea. Dice lei. Sono consapevoli dell’asservimento al patto atlantico. Diciamo noi.

 

Federico Bosco

 

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