Alberto Negri - Casa Bianca, la fabbrica delle bugie

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di Alberto Negri - Quotidiano del Sud
 

La Casa Bianca per tradizione è la più grande macchina di bugie del mondo, che serve a vendere armi, potere e influenza a una pletora di nazioni fuorilegge.

Che Donald Trump sia un po’ un mascalzone non lo scopriamo oggi (è fallito quattro volte, ma in America dicono che è normale) lo testimonia la telefonata al presidente dell’Ucraina Zelensky. I due capi di stato parlano della possibilità di indagare sul figlio di Joe Biden, ex numero due di Obama e ora candidato democratico alla Casa Bianca. Il testo, va detto subito, rivela una richiesta esplicita di Trump affinché si indaghi sul rivale politico ma non c’è traccia di minacce e ritorsioni. Trump, come vedremo, è un vero signore.

La procedura di impeachment può partire ma secondo gli esperti è possibile che non si concluda. L’eventualità di rimuovere Trump è remota _ servirebbe il voto favorevole di 20 senatori Repubblicani, il cui elettorato apprezza tantissimo Trump - e l’ambiguità con cui la Costituzione tratta la procedura di impeachment potrebbe impedire che si arrivi a un voto. Tutto questo però servirà a rendere più difficile la campagna di Trump per la rielezione: ma l’economia per ora regge e questo potrebbe bastare.

Detto questo la vera domanda è: che cosa vi aspettate da un presidente americano se non un mare di bugie? L’unica eccezione negli ultimi anni è stato Obama quando ha firmato con l’Iran nel 2015 un accordo sul nucleare e lo ha difeso pur senza procedere verso una vera distensione delle relazioni tra i due Paesi.

In genere i presidenti americani sono i maggiori produttori di fake news del mondo. Anzi si può dire che sia stata proprio la propaganda americana a innescare, grazie al web, la diffusione di notizie incontrollate e non verificate. Basti pensare alle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein per fare la guerra all’Iraq nel 2003: non solo non furono mai trovate ma anno dopo anno scopriamo che Bush junior e Blair hanno inventato quelle “prove” di sana pianta.
Il dramma peggiore per ogni inquilino della Casa Bianca non sono le sue bugie ma affrontare la verità e quindi produrre altre bugie. La verità per i presidenti americani è scomodissima. Prendiamo un esempio recente: l’assassinio del giornalista saudita Jamal Khashoggi nel consolato di Istanbul, fatto a pezzi e sepolto chissà dove. Esistono le registrazioni di questa esecuzione barbarica ma soprattutto la stessa Cia ha avvertito la Casa Bianca che il mandante dell’assassinio è il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. E cosa fa il presidente americano? Niente. Non solo. Al G-20, con la complicità di tutti gli altri leader, il principe è in prima fila nella foto ufficiale.

Il presidente americano, appena eletto, ha fatto il suo primo viaggio in Arabia Saudita, dove ha venduto a Riad armi per 100 miliardi di dollari. Il sistema americano, la presidenza, dipendono dalle potenti lobby dell’industria degli armamenti, di quella petrolifera, dell’agro-alimentare, della finanza. Come diceva Frank Zappa, celebre musicista rock: “La politica americana è la parte intrattenimento del complesso militar-industriale”.

Potremmo aggiungere che la Casa Bianca è la più grande macchina di bugie del mondo, che serve a vendere armi, potere e influenza a una pletora di nazioni fuorilegge. Il maggiore inganno perpetrato è che il sistema appare trasparente: in realtà vende false illusioni. Quando c’è da decidere davvero il sistema produce la sua verità che diventa una verità per tutti. Ed ecco che servono altre bugie.

Prendiamo il caso degli attacchi agli impianti petroliferi sauditi. Anche un fesso capisce che non è arrivato nessun drone di quel tipo, o missili, da mille chilometri di distanza ma che questi attacchi probabilmente sono stati portati dentro al territorio saudita, altrimenti le centinaia di radar americani e arabi, insieme alle basi e alla flotta Usa nel Golfo, se ne sarebbero accorti. Erano tutti spenti? Ogni volta che c’è un buon motivo per fare una guerra o stravolgere la realtà gli americani e il suo presidente sono in prima fila. Seguiti immediatamente dai loro maggiordomi, in questo caso la Gran Bretagna, la Francia e la Germania.

Tra i camerieri del presidente Usa si inserisce anche lo zelante Zelensky, un comico che fa ridere più di Grillo e che garantisce a Trump la sua collaborazione. Donald non ha bisogno neppure di minacciare di tagliare i fondi americani, Zelensky sa già cosa fare. E’ un bravo ragazzo votato a furor di popolo. E si andrà avanti così, a ricattare i Paesi deboli, i camerieri, a vendere armi a gente che spende miliardi per mantenere il sistema americano, così sofisticato che quando serve non becca né un missile né un drone e ogni tanto si lava la coscienza a Hollywood. E noi continueremo a crederci: siamo tutti uomini del presidente, perbacco.

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