Alexandria Ocasio Cortez: il vittimismo, il totalitarismo ed il nulla politico

Alexandria Ocasio Cortez: il vittimismo, il totalitarismo ed il nulla politico

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Alexandria Ocasio Cortez è una caso emblematico nella politica contemporanea: rappresenta alla perfezione il vittimismo di cui si nutre la sinistra americana che tanta influenza sta avendo su quella nostrana, la quale, dopo aver rinunciato al marxismo si è letteralmente persa in un bicchier d'acqua. Bicchiere d'acqua rappresentato dalla teoria critica della razza, dalla teoria gender (soprattutto della variante queer) e dal femminismo della quarta ondata (che peraltro è destinato ad essere fagogitato proprio della teoria queer): teorie che pur essendo insegnate nelle università non hanno nessuna dignità scientifica come testimonia il lavoro di Helen Pluckrose, Peter Boghossian e James Lindsey. 

Chi scrive questo articolo ha avuto una iniziale simpatia per questa giovane ragazza, sostenitrice di Bernie Sanders contro la Clinton, scambiandola per il nuovo che avanzava nello sclerotico partito dei Clinton definitivamente traghettato verso l'area neocon dalla scellerata presidenza Obama.

Putroppo non è sempre oro quello che luccica. In questo caso poi, col tempo, la prima impressione ha lasciato spazio alla più rassegnata delusione. 

AOC è stata eletta alla camera dei deputati all'età di 28 anni subito dopo la laurea, quando normalmente ancora si è immaturi e privi di prospettiva storica, e avendo avuto alle spalle una esperienza di lavoro come cameriera in un tacos bar di New York. Insomma niente male come carriera.

In poco tempo è diventata la politica più seguita con oltre 12 milioni di follower su Twitter, il doppio di quanti ne ha Nancy Pelosi che ricopre un ruolo istituzionale di primissimo piano e sta in politica da mezzo secolo. Eppure come legislatrice le sue performance (come prevedibile) sono state mediocri per essere gentili.

L'organizzazione "Center for effective lawmaking" stila una classifica dell'attività dei parlamentari basandosi sull'attività reale dei deputati, cioè il numero di proposte fatte e l'avanzamento dei provvedimenti proposti nella discussione parlamentare: ebbene la nostra eroina è la numero 230 su 240 deputati democratici. Quindi una che gode di una enorme popolarità a dispetto dell'assoluta inefficacia della sua attività polica come legislatrice.

Su una cosa però la AOC si sta distinguendo: il vittimismo che è oramai tipico di alcune donne della politica. Criticarle significa essere misogini; se va bene ovviamente si fa mensplaining, eccetera. Ma la nostra va ben oltre soprattutto da quando i DEM hanno ripreso il controllo della Casa Bianca.

A febbraio il suo staff ha inviato una mail ai suoi sostenitori in cui si chiedeva loro di fare uno screening delle loro pagine dei social e vedere se qualcuno dei propri contatti avesse scritto qualcosa di spiecevole sul suo conto per poterlo denunciare ai censori dei social.  

Così è iniziata la caccia alle streghe.

Qualche giorno fa il comico di estrema sinistra Jimmy Dore l'ha sfidata a impegnarsi sul serio per far approvare una legge sul salario minimo, in risposta la Ocasio Cortez lo ha accusato di usarle violenza. Perché questo è l'andazzo del famoso hate speech: se mi critichi mi usi violenza indipendentemente dai toni usati che possono essere anche leggerissimi come quelli usati normalmente da Jimmy Dore. Ovviamente è facile capire di fronte a cosa ci si trova quando una persona con quel potere mediatico e politico si scaglia contro un comico che l'ha semplicemente sfidata a passare dalle chiacchiere ai fatti: della serie "fa qualcosa di sinistra".

Ma il bello deve ancora arrivare. La Cortez ha rilasciato un'intervista a Michael Miller del Jewish Community Relations Center il quale le ha chiesto come secondo lei si sarebbe potuto risolvere il problema israelo-palestinese. La (non) risposta è stata tanto deludente quanto comica dal punto di vista di una persona di sinistra. 

 

 

Infatti un attivista pacifista californiano, tal Ryan Wentz ha scritto dal suo account Twitter (human right watch watcher) che la risposta della Cortez era deludente per essere gentili. Questo ha scritto. Solo questo. 

Ebbene dopo qualche giorno a casa sua si è presentata la Highway Patrol californiana mandata dalla polizia che protegge Capitol Hill a Washington DC con l'accusa di aver minacciato di morte la parlamentare Ocasio Cortez. Mbè certo: dire che la sua risposta semicomica ad una domanda di pressante politica estera era deludente a dir poco è proprio una minaccia di morte, no?

Insomma gente come la Ocasio Cortez divenuta (al di la di ogni reale merito) parlamentare in una nazione come gli USA, divenuta influente (molto al di la di ogni reale merito soprattutto culturale) a livello mondiale (dato che il pianeta è pieno di Laure Boldrini qualunque) perché paladina di misteriosi diritti di strane categorie di persone, pare dimenticare ciò che più conta cioè di quei diritti universali, quelli di tutti, che permettono ed hanno permesso alle ultime generazioni europee di vivere in modo civile e con una relativa sicurezza come mai successo in passato. Quando la critica politica può essere tacciata di violenza allora il passo verso una mentalità totalitaria è già ampiamente compiuto.

Includiamo il video (virale in tutto il mondo purtroppo) di AOC che, mentendo, racconta dell'invasione di Capitol Hill del gennaio scorso, presentando se stessa come una che ha rischiato chissà cosa: AOC era nel complesso di Capitol Hill ma non nell'edificio invaso dai "trumpiani" ed a bussare alla sua porta era la polizia non i manifestanti. Così, tanto per far capire il livello. Ovviamente i fact checkers dei social media non hanno censurato le menzogne di AOC, deve essere loro sfuggito.

 

 

 

 
 
 
 

Francesco Corrado

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Giornalista 

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