Attacco alle filiali della Qard al-Hasan e il sogno della “Grande Israele”

Colpire le fondamenta economiche e sociali del Libano, proprio nei momenti più critici, potrebbe essere un tassello in più verso quell'ambizione, dove l'espansione dell'influenza israeliana passa attraverso la debolezza e la disgregazione dei suoi nemici storici.

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Attacco alle filiali della Qard al-Hasan e il sogno della “Grande Israele”


di Cristina Mirra

Nella notte tra il 20 e il 21 ottobre, l'aviazione israeliana ha condotto una serie di bombardamenti mirati contro diverse filiali della banca islamica libanese Qard al-Hasan. Quest’ultima, accusata da Israele e dagli Stati Uniti di essere legata a Hezbollah, ha subito danni significativi che potrebbero avere ripercussioni devastanti sulla popolazione civile libanese. In un paese già afflitto da una delle peggiori crisi economiche della sua storia, la distruzione di una banca che fornisce prestiti senza interessi rischia di aggravare ulteriormente la situazione.

 

Qard al-Hasan: un’ancora di salvezza per i libanesi

Qard al-Hasan, fondata nel 1982, si è affermata come un'istituzione finanziaria unica nel suo genere in Libano. A differenza delle banche tradizionali, offre prestiti senza interessi basati sui principi della finanza islamica, che vieta l’usura. In un paese dove l'accesso al credito tradizionale è limitato e spesso riservato ai più abbienti, questa banca ha garantito un sostegno concreto a oltre 180.100 libanesi, fornendo prestiti per un valore complessivo di 3,775 miliardi di dollari (secondo i dati riportati dall'istituto stesso).

Qard al-Hasan opera principalmente per aiutare le fasce più vulnerabili della popolazione, includendo famiglie di diversa estrazione sociale e fede religiosa. In un contesto economico drammatico, in cui la lira libanese ha perso circa il 90% del suo valore dall'inizio della crisi nel 2019, il ruolo di questa banca è stato fondamentale per garantire un minimo di stabilità finanziaria a centinaia di migliaia di persone.

 

L'accusa di finanziare Hezbollah

Israele e gli Stati Uniti da tempo accusano Qard al-Hasan di essere uno strumento finanziario di Hezbollah, il movimento politico e militare sciita libanese considerato da Israele e da numerosi Paesi occidentali un’organizzazione terroristica. Le accuse si basano sulla presunta gestione dei fondi del movimento attraverso la banca, con l’obiettivo di rafforzare i legami con la popolazione libanese. Tuttavia, queste affermazioni non sono mai state provate in modo conclusivo e il governo israeliano difficilmente offre le prove delle proprie tragiche azioni. In ogni caso per molti libanesi, soprattutto nel sud del paese, Hezbollah rappresenta una forza di resistenza e un fornitore di servizi sociali essenziali.

Se l'obiettivo dei bombardamenti era non solo distruggere infrastrutture, ma anche minare il rapporto di fiducia tra Hezbollah e la popolazione libanese si è verificato l’esatto contrario: il popolo considera l’importanza della banca che fornisce aiuto a famiglie che non hanno legami politici e che, in molti casi, non hanno altre alternative per far fronte alla crisi economica.

 

Reazioni libanesi e internazionali

L'attacco ha suscitato reazioni forti sia in Libano che a livello internazionale. Hezbollah ha condannato l'azione israeliana, definendola un'aggressione contro la popolazione civile. In effetti, molte delle persone che si affidano ai servizi di Qard al-Hasan sono coloro che, a causa della disoccupazione dilagante e della svalutazione della moneta, non riescono più a far fronte ai costi della vita quotidiana. La distruzione di queste filiali rappresenta un attacco non solo a un movimento politico, ma all'intero tessuto sociale libanese.

Anche a livello locale, alcuni osservatori hanno notato l’insolita coincidenza di un servizio trasmesso dall'emittente MTV, legata alle "Forze Libanesi"- storicamente ostili a Hezbollah - che criticava duramente la banca Qard al-Hasan il giorno prima dei bombardamenti. Questo ha sollevato interrogativi su una possibile coordinazione tra Israele e attori interni al Libano, nell’ottica di indebolire il sostegno a Hezbollah, ma a costo di penalizzare l’intera popolazione.

 

Implicazioni economiche e sociali

Il Libano è in preda a una crisi economica senza precedenti. Il tasso di inflazione nel Paese ha superato il 200% nel 2023, rendendo il costo della vita insostenibile per la maggior parte dei cittadini. La distruzione delle filiali della Qard al-Hasan, che fornisce un sostegno economico fondamentale per migliaia di famiglie, rischia di aggravare ulteriormente la situazione.

La disoccupazione, che ha raggiunto il 30% , e la mancanza di fiducia nelle istituzioni statali stanno spingendo sempre più libanesi verso l’emigrazione. In questo contesto, Qard al-Hasan rappresentava una delle poche strutture in grado di offrire un supporto finanziario alle famiglie più vulnerabili. Bombardare una banca che non segue le logiche del profitto, ma si basa su principi di solidarietà e sostegno reciproco, potrebbe quindi avere effetti devastanti per l’economia già fragile del Paese.

L'attacco israeliano alla Qard al-Hasan rappresenta un nuovo capitolo nel conflitto tra Israele e Hezbollah, un attacco che va oltre la distruzione di semplici infrastrutture: rappresenta un colpo al sistema di solidarietà che, in un Libano paralizzato dalla crisi, cerca di mantenere a galla i più vulnerabili. Il rischio e l’auspicio del governo israeliano sembra essere destabilizzare il Paese per magari poi inserirsi tra le pieghe della disperazione, in qualche modo.

Il vuoto lasciato dalla banca potrebbe essere colmato non da altre istituzioni, ma da attori informali e spesso estremi, rafforzando ulteriormente il ciclo di dipendenza e tensione. In un Paese dove il confine tra economia e politica è sfumato, colpire un’istituzione come Qard al-Hasan potrebbe innescare un effetto domino, dove la fiducia, già in crisi, rischia di crollare definitivamente, lasciando il Libano ancora più esposto a forze esterne e interne che giocano sulla disperazione del popolo.

Questa strategia di destabilizzare odora tanto e sembra rievocare il vecchio sogno della "Grande Israele", un progetto non dichiarato ma sotteso, che mira a ridisegnare gli equilibri regionali sfruttando il caos e la frammentazione dei suoi vicini. Colpire le fondamenta economiche e sociali del Libano, proprio nei momenti più critici, potrebbe essere un tassello in più verso quell'ambizione, dove l'espansione dell'influenza israeliana passa attraverso la debolezza e la disgregazione dei suoi nemici storici.

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