Brecht e il Festival di Sanremo

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Brecht e il Festival di Sanremo


di Francesco Erspamer*

Brecht era un grandissimo scrittore e intellettuale; allora ce n’erano parecchi, oggi non mi pare eppure nessuno sembra preoccupato e tanto meno intenzionato a cambiare qualcosa.

Come mai? Purtroppo in conseguenza di errori capitali di quella generazione, dello stesso Brecht: che non capirono nulla del liberismo, ossia del capitalismo nella sua ultima versione, tecnologica, mediatica, finanziaria, individualista. Penso a quella citatissima battuta di uno dei suoi drammi più belli e sofferti (lo riscrisse tre volte), la "Vita di Galileo", spaventosamente ingenua (alla John Lennon): «Sventurata la Terra che ha bisogno di eroi».

Che voleva significare? Che quando la società fosse finalmente diventata giusta, nessuno avrebbe avuto bisogno di lottare ed eventualmente sacrificarsi per gli altri. Peccato che la frase sia ribaltabile e che non ci siano strumenti per vedere la differenza: quando nessuno lottasse e si sacrificasse per gli altri ma pensasse solo a sé stesso, quella sarebbe una società ideale. Ve lo ripetono a reti unificate, telegiornali, facebook, premi Nobel per la pace: godete, distraetevi, consumate, guardate il festival di Sanremo e riconoscetevi in esso. Ecco, una società che non ha bisogno di eroi è una società che ha bisogno di «celebrity» e di manipolatori, che voi chiamate «influencer» per non accorgervi di cosa voglia dire.

*Post Facebook del 11 febbraio 2024

Francesco Erspamer

Francesco Erspamer

 

Professore di studi italiani e romanzi a Harvard; in precedenza ha insegnato alla II Università di Roma e alla New York University, e come visiting professor alla Arizona State University, alla University of Toronto, a UCLA, a Johns Hopkins e a McGill

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