Caso Epstein, Dershowitz accusa: "Documenti soppressi per proteggere i potenti"
L’ex avvocato di Epstein: "So chi c’è nella lista, ma non posso parlare"
A pochi giorni dalla notizia – trapelata dall’FBI al sito Axios – che il caso Epstein è ufficialmente "chiuso" (conclusione: suicidio, nessuna "lista" di clienti), l’ex avvocato e collaboratore di Jeffrey Epstein, Alan Dershowitz, rilancia accuse esplosive. In un’intervista al programma di Sean Spicer, l’esperto legale ha dichiarato di conoscere i nomi presenti nelle liste legate al finanziere, ma di essere vincolato dal segreto giudiziario.
"Ho visto, ricordate che io stesso sono stato falsamente accusato", ha affermato Dershowitz. "So per certo che documenti vengono occultati per proteggere determinate persone. Conosco i loro nomi, so perché vengono protetti e chi sta coprendo tutto. Ma sono obbligato alla riservatezza da un giudice e non posso rivelare ciò che so. Ma giuro su Dio: so chi viene protetto da questi file, ed è sbagliato".
Alla domanda di Spicer se si trattasse di politici, imprenditori o entrambi, Dershowitz ha risposto in modo evasivo ma significativo: "Sono di tutto il mondo. Alcuni sono accusati, altri sono accusatori. I giudici hanno stabilito che se qualcuno si autodefinisce vittima, le informazioni su di loro non saranno divulgate. Ma potrebbero non essere vittime, bensì perpetratori. Ci sono falsi accusatori che hanno denunciato innocenti per soldi, e quei documenti vengono volutamente nascosti. Se un’accusa viene resa pubblica, dovrebbero esserlo anche gli elementi che ne sminuiscono la credibilità. Vogliamo trasparenza totale: nessuna censura, tutti i documenti. Io per primo rinuncio a ogni diritto alla privacy: su di me non ci sarà nulla di compromettente".
Intanto, l’attenzione rimane alta dopo le imbarazzanti dichiarazioni del presidente Trump e dell’ex procuratore generale Pam Bondi. In seguito a una domanda su Epstein, Trump ha reagito con irritazione: "State ancora parlando di Jeffrey Epstein?". Bondi, intervenuta per "chiarire", ha citato un’intervista di febbraio in cui aveva affermato che la lista clienti era "sulla sua scrivania, in fase di revisione", insieme ai file su JFK e Martin Luther King. Poi, parlando dei "decine di migliaia di video" sequestrati, ha aggiunto: "Erano materiale pedopornografico scaricato dal disgustoso Jeffrey Epstein. Non saranno mai pubblicati, mai resi pubblici. Sulla sua eventuale attività di agente, non ho informazioni".
Mentre il caso viene archiviato dalle autorità, le dichiarazioni di Dershowitz riaccendono i sospetti: chi viene protetto? E perché? La richiesta di trasparenza si scontra con un muro di segreti che, per ora, sembra invalicabile.