Chi c'è dietro le proteste violente in Nicaragua?

Gruppi di estrema destra, sostenuti da bande criminali, hanno letteralmente preso in ostaggio la popolazione del Nicaragua

4804
Chi c'è dietro le proteste violente in Nicaragua?



di Fabrizio Verde
 

Giovani manifestanti armati di tutto punto, finanche con armi da guerra come gli AK-47, ostentano le proprie ‘dotazioni’. Blocchi stradali, assedi, incendi, linciaggi. Siamo a Managua, la capitale del Nicaragua. Ma queste scene le abbiamo già viste a Caracas durante il periodo delle cosiddette ‘guarimbas’. Proteste violente che hanno insanguinato le strade del Venezuela con l’obiettivo di rovesciare il governo Maduro. Parimenti accade in Nicaragua. L’obiettivo è rovesciare il governo sandinista guidato dal Comandante Daniel Ortega. 

 

Mentre i media mainstream, a Managua come a Caracas, descrivono le proteste come pacifiche e genuine. 

 

Si tratta davvero di una protesta popolare?

 

«Ciò che avviene in Nicaragua non è un'insurrezione popolare, ma un'operazione per rovesciare il governo», spiega il direttore della rivista Correo, Jorge Capelán, in un articolo a sua firma e intitolato: ‘Cosa sta succedendo in Nicaragua?’. 

 

Capelán sottolinea che gruppi di estrema destra, sostenuti da bande criminali, hanno letteralmente preso in ostaggio la popolazione del Nicaragua. Con blocchi stradali, la richiesta di pedaggi o per meglio dire estorsioni (proprio come avveniva in Venezuela), violenze con bombe e armi da fuoco e attacchi contro beni pubblici come ospedali, scuole, uffici comunali e il quartier generale del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN).

 

Parallelamente agli atti di vandalismo, ci sono state molteplici mobilitazioni a Managua e in altre parti del paese per chiedere pace e dialogo.

 

Il 30 maggio migliaia di madri del Nicaragua hanno marciato a sostegno della pace e per condannare gli omicidi durante le violenze nelle strade.



 

«In Nicaragua non c'è un'insurrezione popolare contro il governo, ma, al contrario, la resistenza di tutto il popolo sandinista e non sandinista, contro un progetto progettato da e per le élite finanziarie e settori potenti degli Stati Uniti con il sostegno di anche settori potenti dell'Unione Europea», ha denunciato inoltre Capelán.  

 

Gli Stati Uniti e il ‘Nica Act’

 

La destabilizzazione pilotata dall’estero viene sempre accompagnata da sanzioni economiche. Ancora una volta siamo costretti ad evidenziare l’analogia con la strategia attuata in Venezuela. 

 

L'iniziativa ‘Nica Act’ è stata approvata l'anno scorso dalla Camera bassa del Congresso degli Stati Uniti, per cercare di bloccare «i prestiti delle istituzioni finanziarie internazionali al governo del Nicaragua», ci viene ancora in soccorso il direttore Capelán, con il suo esaustivo articolo sulla situazione in Nicaragua, rilanciato dall’emittente teleSUR.

 

Un boicottaggio economico che trova sponda in alcuni individui nicaraguensi legati a doppio filo alla finanza internazionale. 

 

Nomi come Michael Healey, José Adan Aguerri, o la famiglia Pellas già attiva negli anni 80’ nella guerra sporca condotta contro il governo sandinista. 

 

La risposta del governo sandinista

 

Nonostante incendi, distruzioni, attacchi con mortai, il governo del Nicaragua con in testa Daniel Ortega e Rosario Murillo, ha deciso di rispondere ritirando il provvedimento sulle pensioni che avrebbe scatenato le proteste, e sostenendo con forza il dialogo e la pace. 

 

«Vogliamo la pace, per tutte le famiglie nicaraguensi, la sicurezza per tutte le famiglie nicaraguensi, da chi possiede di più fino a chi ha meno, perché abbiamo tutti gli stessi diritti, davanti a Dio e davanti alla legge» ha affermato il presidente sandinista Daniel Ortega, in piazza a Managua. In mezzo al suo popolo che lo sostiene con ancora più forza davanti agli attacchi sferrati per rovesciarlo. 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale" di Fabio Massimo Paernti La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

La mini NATO del Pacifico e la "prossima grande crisi internazionale"

"I nuovi mostri" - Virginia Raggi "I nuovi mostri" - Virginia Raggi

"I nuovi mostri" - Virginia Raggi

Trump e il "corollario Monroe" Trump e il "corollario Monroe"

Trump e il "corollario Monroe"

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina di Loretta Napoleoni Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Loretta Napoleoni - Perché falliscono i negoziati per l'Ucraina

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West di Raffaella Milandri Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Dark Winds, il noir Navajo che ribalta lo sguardo sul West

Halloween e il fascismo di Francesco Erspamer  Halloween e il fascismo

Halloween e il fascismo

L'Unione Europea e von Sacher-Masoch di Paolo Desogus L'Unione Europea e von Sacher-Masoch

L'Unione Europea e von Sacher-Masoch

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria di Geraldina Colotti La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

La Dottrina Monroe nell'era della pirateria

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo di Alessandro Mariani Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Le Kessler, l’astensionismo e i cuochi di bordo

Tecnodistopia di Giuseppe Giannini Tecnodistopia

Tecnodistopia

A chi giova l'overtourism? di Antonio Di Siena A chi giova l'overtourism?

A chi giova l'overtourism?

DELENDA EST di Gilberto Trombetta DELENDA EST

DELENDA EST

Paradossi della società italiana di Michele Blanco Paradossi della società italiana

Paradossi della società italiana

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia di Giorgio Cremaschi John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

John Elkann e la vera minaccia alla libertà di stampa in Italia

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti