Chi paga il risanamento dei conti pubblici (Spiegato facile)
di Alessandro Volpi*
Chi paga il risanamento dei conti pubblici. La presidente Meloni e il ministro Giorgetti mostrano grande soddisfazione per lo stato dei conti pubblici che hanno ripristinato l'avanzo primario (in sintesi più entrate rispetto alle spese, al netto degli interessi sul debito). Ma questo "miracolo" - che in parole più chiare si chiama austerità - chi lo paga? La risposta è semplice: chi paga le tasse.
I numeri lo dicono con chiarezza: il prelievo fiscale è salito dal 2024 al 2025 dal 41,4 al 42,6% del Pil, un livello record che è dipeso non certo dall'aumento della pressione sulle banche, sulle rendite finanziarie o sulle tasse di successione dei super ricchi, ma da un vero e proprio "furto" ai danni di milioni di contribuenti con redditi medio bassi. Infatti, l'aumento dell'inflazione registrato negli ultimi anni ha gonfiato il valore nominale delle retribuzioni e delle pensioni delle lavoratrici e dei lavoratori che, spesso, ha generato il loro passaggio ad un'aliquota superiore con maggiore prelievo fiscale non certo giustificato da un aumento di reddito reale, del tutto assente.
Tale aumento di gettito a discapito dei contribuenti è stato reso ancora più marcato da due ulteriori fattori: la mancanza di sistemi di indicizzazione delle retribuzioni al costo della vita, assenti peraltro anche nell'ultima legge di bilancio, e la mancata restituzione del maggior incasso da parte dallo Stato ai contribuenti. In due anni, per effetto di questo meccanismo lo Stato ha incassato 50 miliardi in più e ne ha restituiti meno di 17 ai contribuenti. La celebrazione meloniana del risanamento, tanto caro alle agenzie di rating, è il prodotto di una colossale ingiustizia sociale!
*Post Facebook del 19 ottobre 2025