Cile: nonostante la dura repressione continuano le mobilitazioni. Obiettivo popolare è la convocazione di un'Assemblea Costituente
Nonostante le forti repressioni operate dai Carabineros de Chile, vari settori popolari a Santiago (capitale) e in altre regioni del paese, danno vita ad assemblee per costruire una serie di proposte sociali, economiche e politiche volte a chiedere la convocazione di un’Assemblea Costituente che faccia finalmente uscire il paese dalla ‘larga noche neoliberal’ iniziata con l’arrivo al potere dopo il golpe fascista del generale Augusto Pinochet, con i cosiddetti ‘Chicago Boys’ a gestire l’economia.
Tuttavia, le concentrazioni sono state fortemente represse a Santiago e in regioni come Valparaíso e Concepción; i cittadini riferiscono che la polizia, facendo un uso indiscriminato di fucili a pallettoni, attacca le mobilitazioni e le assemblee, nonostante la loro natura pacifica.
I manifestanti denunciano che l'appello al dialogo promosso dal presidente Sebastián Piñera si limita a trovare accordi con i settori imprenditoriali lasciando intatto l'attuale modello politico e socioeconomico.
Le mobilitazioni si sono intensificate dopo che i settori indigeni e dei lavoratori si sono uniti alle massicce proteste e saranno convocate una serie di assemblee popolari per discutere delle questioni e delle loro rispettive proposte provenienti dal paese.
Secondo l'Istituto Nazionale per i Diritti Umani, dall'inizio della rivolta popolare, 4.316 persone sono state arrestate e in cinque casi sono state presentate denunce per omicidio.