Cittadinanza onoraria ad Assange: il voto in Campidoglio slitta ancora
di Giulia Bertotto per l'AntiDiplomatico
“Assange Libero” è il grido che si leva dal Capidoglio, in occasione del sit-in di martedì 3 ottobre a Roma, per chiedere la cittadinanza onoraria per Julian Assange (mozione N° 83/2023); un appuntamento già più volte rimandato dall’amministrazione capitolina. Per la precisione “Dopo oltre 5 mesi dall’invio della nostra richiesta a tutto il Consiglio Capitolino, dopo 4 mesi dalla protocollazione della mozione e dopo 3 mesi dalla sua calendarizzazione e dopo la pausa estiva” scrive Free Assange Italia. Intanto, Reggio Emilia e Napoli hanno già approvato la delibera di conferimento, rispettivamente il 18 e 28 settembre.
CITTADINANZA ONORARIA AD ASSANGE: ARRIVA LAURA MORANTE
Un atto simbolico, certo, ma che come tutti i simboli si carica di significato e quindi di un messaggio sociale, di impatto culturale, di un valore etico e di volontà politica.
Breve apparizione sulla piazza monumentale del Campidoglio, quella dell’attrice Laura Morante, che anche al festival di Venezia ha sfilato indossando un ventaglio e una spilla con il volto di Julian Assange. Vincenzo Vita (ex senatore PD, giornalista e garante di Articolo 21) propone un’uscita dall’impasse ipocrita e invita l’amministrazione capitolina ad abbandonare i tentennamenti: “Che si voti invece di rimandare questa mozione e che ognuno si prenda le proprie responsabilità”. Antonella Melito, consigliere del PD, si presta ad una timida e muta apparizione, esortata da Vita.
Marianela Diaz (Free Assange Italia), attivista storica e infaticabile per la causa, in dialogo con tutte le personalità della politica e del giornalismo presenti, ribadisce al megafono che mai “Assange o Wikilieaks hanno divulgato notizie che potessero mettere a repentaglio la sicurezza di alcuno Stato e che le informazioni erano sempre depurate dei dati sensibili e nessuna persona o istituzione è stata messa in pericolo”.
Il giornalista Franco Fracassi ha sottolineato che “Il crimine di Assange è quello di essere stato ascoltato, cioè aver realizzato di fatto il diritto dell’opinione pubblica di informarsi: se nessuno lo avesse ascoltato non ci sarebbe stata questa ferocia contro di lui”.
L’INTERVISTA ALLA RAGGI, VOTO ALLA MOZIONE SLITTA ANCORA
Parte dei presenti e la stampa si sono in seguito spostati in Aula Giulio Cesare per assistere alla discussione e all’esito della mozione. Virginia Raggi, alla domanda se questa reticenza possa essere attribuita al fatto che la proposta arrivi dai 5 Stelle risponde che “Sarebbe davvero meschino perché questa è una battaglia per i diritti umani che non deve avere colore politico”.
Qualche mese fa l’ex sindaca pentastellata aveva scritto: “Le Amministrazioni possono porre in atto una campagna di sensibilizzazione in merito alle condizioni di detenzione di Assange, in quanto lesive della dignità umana e inaccettabili nei Paesi democratici. L’Amministrazione di Roma ne proietti l’immagine sulla facciata del Campidoglio ogni 25 del mese fino alla data della sua liberazione e, infine, promuova un concorso a lui intitolato per raccontare attraverso saggi, articoli, cortometraggi, film, rassegne, murales, convegni, manifestazioni, concerti, i 12 anni di detenzione di cui è stato ingiustamente vittima”. Così, le abbiamo detto che la promozione di queste iniziative sarebbe di estrema importanza al fine della liberazione del gionalista, perché permetterebbero all’opinione pubblica di conoscere il personaggio Assange e le sue inchieste, e perciò la cittadinanza potrebbe fare pressione sulle autorità che hanno in mano la sua vita.
Ci ha risposto che “Assange è un giornalista, editore, cofondatore di una piattaforma informatica accusato in maniera assolutamente infondata di crimini, quando l’obiettivo era portare all’attenzione dell’opinione pubblica reati e crimini compiuti dai governi anche con le cosiddette missioni di pace. Questo accanimento giudiziario mondiale e il silenzio stampa indicano un problema gravissimo per la libertà di stampa. Oggi nel Parlamento Europeo il tema ha anche raccolto favore da alcuni esponenti del Pd, quindi c’è un tema di cui Assange è simbolo e che deve essere urgentemente sollevato”.
Eppure, tra un ritardo sul calendario dei lavori e a causa dell’insufficienza di presenti in Giunta per deliberare, il voto per l’assegnazione del riconoscimento, slitta di nuovo a giovedì 5 ottobre. Un'attesa di pochi giorni, ma che per Julian Assange rappresenta il calvario ingiusto di ogni singolo minuto.
Dopo aver ascoltato tante parole sincere e appassionate, ma anche innumerevoli slogan e incalcolabili frasi di circostanza, ci vengono in mente le parole dello stoico Epitteto (il cui nome significa “colui che è stato acquistato”) -che non sono quelle di un filosofo tra le nuvole, ma di un uomo in catene- perché nacque e visse a lungo da schiavo: “La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici”.