Civili inermi torturati e assassinati: Deir Yassin, il preludio alla Nakba e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Noi non dimentichiamo

Il Massacro di Deir Yassin fu consumato il 9 aprile 1948, nella Palestina sotto Mandato britannico, sei settimane prima della proclamazione dello Stato di Israele.

22919
Civili inermi torturati e assassinati: Deir Yassin, il preludio alla Nakba e il diritto al ritorno dei profughi palestinesi. Noi non dimentichiamo

 

di Paola Di Lullo


Sin dall'arrivo del primo sionista in Palestina, centinaia di massacri sono stati commessi contro i civili palestinesi disarmati in nome di "Israele", rendendo questa entità sinonimo di morte e distruzione. Ma uno dei peggiori massacri sionisti commessi contro i palestinesi è il massacro di Deir Yassin.



Inermi civili palestinesi furono torturati prima di essere assassinati e i loro corpi mutilati. La memoria fisica del villaggio fu quindi cancellata, radendo al suolo gran parte delle case e persino molte delle lapidi del cimitero, ai resti del quale non è ancor oggi consentito l'accesso ai parenti dei defunti.

Nelle prime ore del mattino del 9 aprile 1948, un commando dell'Irgun e la Banda Stern attaccarono Deir Yassin, un villaggio con circa 750 residenti palestinesi. Il villaggio, che aveva una reputazione pacifica, si trovava su un'altura nel corridoio tra Tel Aviv e Gerusalemme e, per i sionisti, la sua conquista era indispensabile per arrivare a Gerusalemme, che la Risoluzione ONU n. 181, aveva posto sotto l'autorità di un Mandato internazionale, al di fuori dei due stati previsti, uno arabo, l'altro ebraico. Alle 04:30 del 4 aprile, mentre gli abitanti dormivano, le bande terroriste sioniste circondarono Deir Yassin.

I palestinesi furono svegliati dagli altoparlanti che ordinavano loro di lasciare il paese, e così, ignari, uscirono dalle loro case per rendersi conto della situazione. Fu allora che cominciò il massacro. Il villaggio fu attaccato dal commando israeliano da sud est e bombardato con mortai.








La guardia di villaggio palestinese cercò di proteggere i residenti e di fermare le bande sioniste, combatterono eroicamente, ma con le loro armi ebbero poche possibilità contro tre bande terroristiche. I sionisti spararono contro chiunque tentasse di fuggire dal villaggio, per poi ripulirlo di casa in casa. Intere famiglie furono allineate contro il muro e giustiziate. Delle 144 case di Deir Yassin, almeno 15 furono fatte saltare in aria sopra le teste dei loro abitanti dalle bande terroristiche sioniste.

Durante il massacro uomini, donne, bambini e anziani furono uccisi a sangue freddo, alcuni spinti in mare. Il numero delle vittime è contrastato. La maggior parte delle fonti dell'epoca parlano di 254 morti, di cui 25 donne incinte e 52 bambini, mutilati e poi decapitati davanti agli occhi delle loro madri, assassinate a loro volta.

L'ONU e la Croce Rossa, i cui rappresentanti furono tra i primi a entrare nel villaggio dopo la strage, confermano che il numero delle vittime sia stato di circa 250 persone. Fonti più recenti attestano 120 morti, di cui 107 identificati. La pulizia etnica era uno degli obiettivi dichiarati della strage, e le atrocità commesse a Deir Yassin furono usate per costringere i residenti di altri villaggi palestinesi a fuggire per salvarsi la vita per paura di un destino simile. Dopo il massacro, le bande terroristiche sioniste infatti, andavano da un villaggio palestinese a un altro, ordinando ai palestinesi di andar via "o di andare incontro ad un altro Dair Yassin".

CON IL MASSACRO DI DEIR YASSIN HA UFFICIALMENTE INIZIO AL NAKBA IN PALESTINA.

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

Un burocrate al rallentatore di Loretta Napoleoni Un burocrate al rallentatore

Un burocrate al rallentatore

Cyberdisastro per la Difesa francese (ed europea) di Giuseppe Masala Cyberdisastro per la Difesa francese (ed europea)

Cyberdisastro per la Difesa francese (ed europea)

APOCALISSE GAZA: 10.000 EURO IN 24 ORE GRAZIE A MAZZUCCO di Michelangelo Severgnini APOCALISSE GAZA: 10.000 EURO IN 24 ORE GRAZIE A MAZZUCCO

APOCALISSE GAZA: 10.000 EURO IN 24 ORE GRAZIE A MAZZUCCO

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca di Francesco Santoianni Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare di Raffaella Milandri Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

Smascherare i miti: sei falsità sui Nativi Americani da sfatare

Turisti o padroni? di Francesco Erspamer  Turisti o padroni?

Turisti o padroni?

Gli Usa scaricano la crisi del loro impero su di noi di Paolo Desogus Gli Usa scaricano la crisi del loro impero su di noi

Gli Usa scaricano la crisi del loro impero su di noi

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino di Gao Jian Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Xi incontra i leader dell'UE a Pechino

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

La fine vergognosa dell’Unione Europea di Michele Blanco La fine vergognosa dell’Unione Europea

La fine vergognosa dell’Unione Europea

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Europa addio: perché l'Italia deve andare verso i BRICS di Fabrizio Verde Europa addio: perché l'Italia deve andare verso i BRICS

Europa addio: perché l'Italia deve andare verso i BRICS

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti