Dott. Oliviero, pneumologo e psichiatra: "Qual è la base di questo terrorismo sul Covid? La gente non ha sofferto abbastanza?"

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Dott. Oliviero, pneumologo e psichiatra: "Qual è la base di questo terrorismo sul Covid? La gente non ha sofferto abbastanza?"

 

L’Antidiplomatico è stato uno dei pochissimi giornali on-line a far conoscere, già il 18 marzo le posizioni di Francesco Oliviero, pneumologo e psichiatra, sulla psicosi Coronavirus che tanto interesse hanno suscitato nei nostri lettori. Anche per questo pubblichiamo le odierne riflessioni (riprese da Facebook) di Francesco Oliviero su un argomento tabù per la totalità dei media: l’esercito di ipocondriaci creato dalla folle emergenza Covid gestita dal governo. Argomento, sia detto, en passant, neanche accennato nel documento finale del Comitato di esperti del Consiglio dei Ministri del quale facevano parte ben tre psichiatri.

 

"Oggi in Italia 5 morti (sempre che la causa del decesso sia Covid). Con 41 pazienti in terapia intensiva (da verificare se siano solo positivi, forse infartuati). È comunque il minimo storico da mesi. Non mi sembra uno stato di emergenza. Anche se qualcuno vorrebbe farci credere il contrario per proseguire con il terrore e mantenere il controllo.

Qual è l’interesse alla base di questo terrorismo? La gente non ha già sofferto abbastanza? 

Guarda che questi non li recuperi più. Andati. Per sempre. Non c’è psicoterapia che possa guarirli, non c’è psichiatra al mondo. Sono un esercito di persone rese clinicamente psicotiche. Il terrorismo di media, Governo e istituzioni ha fatto presa alla perfezione, provocando danni psicologici irreversibili. Sono vittime. Non vanno schernite, non vanno offese. Vanno profondamente compatite, aiutate e comprese. Sono quelli che ancora oggi hanno paura del virus, nonostante l’emergenza sia terminata da tre mesi. Nonostante da tre mesi le terapie intensive siano deserte.

Oggi il virus, nella peggiore delle ipotesi, fa gli stessi danni del raffreddore. In terapia intensiva non ci entra nessuno nemmeno per sbaglio, nonostante i contagi non si siano mai arrestati. Quando ci comunicano i dati sui nuovi contagi o quando ci avvisano di nuovi focolai, è come se ci stessero aggiornando sul numero dei raffreddati. Focolai di persone sanissime, tutti asintomatici, che non si sarebbero nemmeno mai accorti di essere contagiati se non gli avessero fatto il discutibilissimo tampone.

Sono quelli rimasti a marzo, con in mente ancora le immagini scioccanti degli intubati, dei furgoni dell’esercito che portano via le bare. Sono rimasti a marzo. Si sono persi quattro mesi di errori e progressi terapeutici, di autopsie, di trombosi venose, di clorochina ed eparina, di terapia domiciliare, di protocollo off label, di carica virale quasi azzerata. Sono ancora a marzo. Basterebbe loro guardare i dati delle terapie intensive degli ultimi tre mesi per tranquillizzarsi ma niente, nulla può guarirli in questo momento, nulla può restituire loro la lucidità. Ripongono una fiducia totale e incondizionata nei confronti dei media e delle istituzioni. Mai potrebbero dubitare. Non potrebbero mai accettare l’idea di essere ingannati o manipolati.

Non potrebbero mai pensare che media, Governo e istituzioni possano essere corrotti da chi ha smisurati capitali e specifici interessi. Crollerebbero tutte le certezze, crollerebbe il mondo intero.

Per questo si fidano ciecamente e non mettono mai in discussione nulla. È quasi una forma di autodifesa.

Preservano una visione fanciullesca della realtà che li aiuta sicuramente a vivere meglio ma in alcuni casi può diventare parecchio pericolosa. Sono quelli in prima fila per il vaccino, anche senza sperimentazione, pazienza. Hanno loro ripetuto all’infinito che potranno tornare a vivere solo dopo il vaccino e così sarà."

La redazione

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