Economia, finanza ed energia nel discorso di Trump all'ONU
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di Alessandro Volpi*
L'allucinato discorso di Donald Trump alle Nazioni Unite ha messo insieme tanti temi con una linea per molti versi contraddittoria da cui emergono, però, due dati evidenti e ricorrenti nel lessico del presidente Usa.
Il primo, su cui non mi soffermo, è la dura vena autocratica e narrativamente imperialista, secondo la più consueta tradizione a stelle e strisce.
Il secondo è costituito dalla decisa affermazione della assoluta centralità per l'economia degli Stati Uniti del settore dell'energia di natura fossile, a cui si lega una gigantesca dimensione finanziaria.
Il primo, su cui non mi soffermo, è la dura vena autocratica e narrativamente imperialista, secondo la più consueta tradizione a stelle e strisce.
Il secondo è costituito dalla decisa affermazione della assoluta centralità per l'economia degli Stati Uniti del settore dell'energia di natura fossile, a cui si lega una gigantesca dimensione finanziaria.
Gli Stati Uniti, nel 2024, hanno esportato combustibili fossili per quasi 200 miliardi di dollari, destinati a rendere meno pesante il deficit commerciale e a sostenere la dollarizzazione. Ma a questa forza trainante, si è aggiunta per l'economia Usa la già accennata dimensione finanziaria. Le due principali società petrolifere Usa, ExxonMobil e Chevron, capitalizzano quasi 800 miliardi di dollari, a cui vanno aggiunti gli oltre 200 miliardi di dollari di capitalizzazione delle società americane che producono gas liquido naturale.
Ma il perimetro finanziario è molto più esteso, perché comprende i quasi 1500 miliardi di prodotti finanziari derivati, dagli Etf ai Cfd, che hanno come sottostante i titoli delle società fossili, e i circa 300 miliardi di dollari di obbligazioni. Siamo di fronte dunque ad un pezzo decisivo del capitalismo finanziario americano che Trump vuole espandere ulteriormente imponendo all'Unione europea, e ad altre parti del mondo l'importazione pressoché esclusiva di energia Usa e rendendo molto più semplice la creazione e la diffusione degli strumenti della finanza derivata; non a caso ha scelto Paul Atkins alla Sec. Con il dominio dei combustibili fossili, Trump, pensa di rendere meno complessa la dollarizzazione e per realizzare questi obiettivi deve rapidamente rimuovere ogni traccia di ambientalismo.
L'esportazione di energia e la diffusione della sua finanza, secondo Trump, danno agli Stati Uniti risorse e la capacità di drenare il risparmio mondiale per la gioia sia del mondo dei petrolieri a lui vicino sia delle Big Three, di cui teme le ostilità.
*Post Facebook del 24 settembre 2025