Elezioni in Mauritania: Intervista a Ivana Dama

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Elezioni in Mauritania: Intervista a Ivana Dama



di Davide Matrone
 

Nella giornata del 22 giugno si sono svolte le elezioni in Mauritania. A contendersi la poltrona del Palais Presidentiel c’erano sei candidati. I leader con le maggiori possibilitá di vittoria sarebbero tre: Mohamad Ould Ghazouani 1(delfino del presidente uscente Aziz), Mohamad Ould Boubacar2 e Biram Dah Ould Abeid3.

Grazie ai vantaggi della tecnologia odierna ho contattato Ivana Dama per conversare sulle elezioni in atto in Mauritania. Dalla conversazione e’ poi scaturita l’intervista che riporto di seguito.


D: Parlaci prima del paese Mauritania.

R: La Mauritania e’ uno stato dell’Africa Occidentale con una superficie cinque volte piu’ grande dell’Italia e con appena 3,5 milioni di abitanti. Un paese prevalentemente desertico che rende difficile le comunicazioni interne. La popolazione é composta da una minoranza araba - mora che rappresenta quasi il 25% dell’intera popolazione. Quest’ultima domina sulla maggioranza della popolazione che é composta dalla componente nera divisa in varie etnie di cui la maggioritaria e’ quella Hartari4. Storicamente, é un paese che ha visto insediarsi al potere presidenti prepotenti che sono l’espressione del potere militare e dell’estremismo religioso5. La gran parte della popolazione non nutre fiducia verso questa casta política – militare – religiosa. Vive in uno stato permanente di vessazione e discriminazione. Anche in queste elezioni si sente defraudata.



D: Qual é la situazione post – elettorale?

R: Fin qui,6non sono stati ancora emanati i risultati provvisori dal Comitato Elettorale Indipendente (CEI) e il candidato del Presidente uscente Aziz si é giá dichiarato il vincitore di queste elezioni. Si tratta di un colpo di stato elettorale.


Questo comportamento ha generato disordini e scontri nel paese?

Diversi sono giá i feriti e tutti giovani. Molti di essi stanno scendendo in piazza. Mentre conversiamo mi giungono notizie di un morto, di un ragazzo giovanissimo che insieme a tantissimi aveva creduto in queste elezioni e ad un cambiamento. Aveva sognato nella conquista della libertá, nella possibilita´di vivere in un paese democrático e libero dalla schiavitú. Secondo le notizie acquisite, il giovane sarebbe morto schiacciato da una macchina della polizia nel quartiere CENQUIEME della capitale NOUAKHOTT. Il candidato anti – schiavista, Biram, e’ da qualche ora rinchiuso nella sua sede elettorale per motivi di sicurezza. C’é il timore che possa essere raggiunto e contestato duramente da attivisti reazionari. La stessa polizia anti -sommossa potrebbe irrompere nella sua sede. C’é un grave rischio che possa degenerarsi in una guerra civile.


Dalle immagini che girano nella rete si nota chiaramente che la gran maggioranza dei manifestanti son giovani.

Sí, é cosi! La popolazione del paese e’ prevalentemente giovane. Si stima che quasi la meta dei mauritani hanno meno di 25 anni. Quest’ultimo elemento e’ importante per considerare anche le dinamiche di queste ultime elezioni.


Perché e’ importante considerare questo ultimo elemento che menzioni?

Perché i giovani rappresentano l’avanguardia cosciente del movimento che contrasta la dittatura attuale in Mauritania. Dai giovani sorgono le proteste piu’ forti contro il regime e contro la credibilita´di queste stesse elezioni. I giovani hanno generato in tutta la popolazione un risveglio delle coscienze rispetto all’autoritarismo militare presente nel paese.


Parliamo ora del leader anti - schiavitú Biram Dah Abeid che sostieni con il Movimento Ira abolizionista sezione Italia

Biram viene considerato come il Ghandi della Mauritania e/o come il nuovo Mandela dell’Africa Nera. Nel tempo ha costruito consenso intorno a sé. Ha lavorato prima come attivista e poi come politico anti – schiavitu’.7 Ha realizzato un buon lavoro all’interno del paese e grazie al suo carisma ha conquistato sempre piu’ sostegno popolare. Ha costruito reti anche a livello internazionale con l’appoggio di alcune ONG come AMNESTY INTERNATIONAL. Si é giá presentato alle scorse elezioni presidenziali - svoltesi nel 2014 - raggiungendo il secondo posto conseguendo quasi il 9% dei consensi. Biram si conferma il leader dell’opposizione.


Quali sono le relazioni con gli altri capi di Stato di Biram Dah Abeid?

In Europa e’ stato invitato dalle Commissioni della Unione Europea (UE) per parlare sulla schiavitú. Ha ricevuto varie onoreficenze dall’ONU negli anni trascorsi.8 Nel febbraio scorso e’ stato invitato dal Senato Italiano in una Conferenza Internazionale come esponente anti – schiavitú del suo paese. Ha avuto degli incontri riservati con leader importanti come il presidente francese Macrón, l’ex Presidente Obama e con alcuni rappresentanti dell’attuale Presidente Trump. Tutti riconoscono il suo carisma e il suo lavoro contro la schiavitú. Nonostante questi riconoscimenti, nessuno ha inviato - per le elezioni - osservatori internazionali che potessero constatare la regolaritá delle stesse. Quest’ultimo dato e’ preoccupante.


Quali sono le mosse delle opposizioni in questo momento di agitazione nel paese?

I 4 leader delle opposizioni hanno convocato varie conferenze stampa nella sede del candidato Biram. Si cerca di tenere i toni bassi e si attendono i risultati del Comitato Elettorale Indipendente. Come giá detto, la prevalenza di un territorio desertico non favorisce gli spostamenti e le comunicazioni nel paese. E’ normale, quindi, che a dodici ore dalla fine dello scrutinio non ricevere i risultati. Al momento, le dichiarazioni rilasciate dai líder sono in lingua Hassanya e pulaar e non state ancora tradotte al francese. Peró da fonti a me vicine, mi é stato riferito che le opposizioni parlano di uno stato di dittatura e non di un regime di democracia. In ogni caso tutti hanno affermato che la popolazione deve decidere sul da farsi e insieme resteranno al fianco della stessa in questi momenti di protesta.


 


 

1 Attuale Ministro della Difesa del governo Aziz.

2 Tecnocrate di formazione francese, ha trascorso 35 anni nel governo, cinque dei quali ricoprendo la carica di Primo Ministro. Si definisce il candidato del “cambiamento civile”.

3 Attivista prima e politico poi anti – schiavista. Figlio di un ex – schiavo.

4 La stessa etnia del candidato presidenziale anti – schiavista Biram Dah Abeid

5 La Mauritania e’ denominata: Repubblica Islamica della Mauritania.

6 Le ore 22 italiane del giorno 23 giugno.

7 La sciavitú e’ stata abolita in Mauritania nell’anno 1961 peró viene ancora perpetuata su un 20% della popolazione che vive la sua condizione di schiavitu´per ereditá dalla nascita.

8 Nel 2013 ha ricevuto il Premio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ed il premio Front Line Award Human Rights Defender at Risk dell’ONG Irlandese Front Line Defenders.

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