Fake news e venti di guerra sul Venezuela

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di Alessandro Pascale
 

Venerdì 1 febbraio 2019 abbiamo visto aprirsi il tg2 delle 20.30 con un'intervista esclusiva al golpista Guaidò di oltre 10 minuti. In tale intervista il golpista ha potuto dire tranquillamente che il mondo intero sta con lui e ha invitato l'Italia a fare altrettanto per difendere la libertà e la democrazia, unendosi al resto dei Paesi dell'UE che si sono a tal riguardo già adeguati.

 

In effetti con 439 voti a favore, 104 contrari e 88 astenuti, il Parlamento Europeo ha riconosciuto l'autoproclamato Juan Guaidó, mai votato od eletto dal popolo venezuelano a questa carica, come presidente ad interim del Venezuela. Con questo voto l'Unione Europea si conferma un baluardo dell'imperialismo subalterno alla politica di Washington. Chi pensa di poterla “democratizzare” o di utilizzarla come argine all'imperialismo statunitense, magari in alleanza con Cina e Russia, è completamente fuori dalla realtà.

 

Nessuno in televisione dice queste ovvie verità. Nella trasmissione In Onda dello stesso giorno, ospite il ministro alla Difesa Elisabetta Brenta, l'editorialista del Fatto Quotidiano Antonio Padellaro, parlando dell'Afghanistan, riesce solo ad accennare, con fretta e noncuranza, ai «fautori dell'autodeterminazione dei popoli» e alla questione dell'imperialismo, di «tutte quelle cose che sappiamo»... Non è così. Il popolo italiano non sa quasi nulla di questi aspetti, ahinoi, ed è normale che sia così dato che gli vengono scientificamente occultati alcuni dati.


Ad esempio non mi risulta che sia stato fatto vedere il video di Maduro di un paio di giorni fa sul web (che sta facendo milioni di visualizzazioni), nonostante durasse solo pochi minuti. In pochi infine ricordano che il Governo Maduro non è affatto così isolato come si cerca di far credere, disponendo anzi del supporto dichiarato di svariati Paesi di peso internazionale (Russia, Cina, Messico, Turchia, Bolivia, Cuba, Iran, per fare qualche nome) che hanno l'unico torto di non essere sotto la sfera di egemonia di Washington o di Bruxelles.

 

Stiamo assistendo al pieno dispiegamento delle tecniche imperialiste per l'egemonia culturale, che si fondano su un controllo pervasivo dei media e dell'informazione di regime. Siamo di fronte al Totalitarismo liberale in atto.

 

Il nuovo direttore di Raidue, Carlo Freccero, in questo caso ha il diritto e il dovere di intervenire sulla composizione redazione del telegiornale del suo canale. Non è ammissibile infatti che il canone pagato con le nostre tasse serva a finanziare vergognosi servizi i cui contenuti non sono altro che i bollettini propagandistici provenienti da Washington.

 

È una questione di internazionalismo proletario ma è anche una questione di dignità nazionale. In entrambi i casi il nemico principale è sempre lo stesso: l'imperialismo statunitense.

 

Intanto si forma l'Asse della reazione Francia-Germania e gli USA ritirano la firma dallo storico trattato Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty sulle armi nucleari firmato da Ronald Reagan e Michail Gorbaciov e che pose fine alla Guerra Fredda. Siamo forse alle soglie di una nuova serie di guerre internazionali su scala sempre più ampia. Vogliamo continuare, anche in questa situazione, a restare “sotto l'ombrello della NATO”, spendendo 70 milioni di euro al giorno per fungere da portaerei statunitense nel Mediterraneo?

 

«Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta,

non donna di provincie, ma bordello!»

(Dante, Divina Commedia, Purgatorio, VI canto)

 

In vista delle elezioni europee occorre trarre conclusioni pratiche: non c'è speranza di progresso sociale e democratico dentro questa UE che legittima i golpe statunitensi. Occorre recuperare sovranità nazionale e popolare. L'una senza l'altra possono dare luogo solo a conclusioni perverse, utopistiche o reazionarie. Qualunque forza politica che non ponga con forza e in maniera chiara, senza giri inutili di parole, la necessità dell'uscita dell'Italia da UE e NATO non merita il nostro voto.

 

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