I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione

1548
I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione



di Loretta Napoleoni per l'AntiDiplomatico


Piu’ di venti anni fa’ veniva coniata la sigla BRICS, ai tempi si riferiva a Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa. Cosa accomunava questi paesi? Erano tutti emergenti e facevano i primi passi nel mondo globalizzato. Non da protagonisti, si badi bene, ma da apprendisti. Osservavano il funzionamento delle economie ricche, lo studiavano e portavano avanti riforme per modernizzare le proprie nazioni.

Nel 2001, i Paesi fondatori dei BRICS rappresentavano meno dell’8% del PIL globale. Oggi quel dato è salito al 32%, superando per la prima volta il G7, fermo al 29%. Ma non basta. Non si tratta piu’ di un gruppo ristretto: da cinque membri originari i BRICS sono passati a nove nel 2024, con l’ingresso di Egitto, Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti. Alle sue porte premono decine di altri Paesi pronti ad aderire. Il blocco non solo cresce, ma si espande strategicamente, includendo economie chiave in Africa, Medio Oriente e Asia.

I BRICS hanno anche lavorato alla costruzione di un sistema finanziario che agevoli i rapporti tra stati membri. La New Development Bank, ad esempio, ha già finanziato oltre cento progetti infrastrutturali in tutto il mondo, spesso in valute locali, aggirando la dipendenza dal dollaro. Questo per molti è forse il passaggio più rivoluzionario, di cui si parla da un paio di anni: l’idea che si possa commerciare, investire e crescere senza usare il dollaro e quindi passare per Wall Street o per il sistema SWIFT. Ma non e’ cosi’, l’unicità dei BRICS nasce dalla loro diversità, si tratta di economie diverse, che marciano a ritmi diversi, a volte complementari ma mai omogenee come quelle, ad esempio, europee.

Di strada, insomma, i BRICS, ne hanno fatta davvero molta.

La domanda da porsi oggi è pero’ legata al loro futuro in un mondo che si deglobalizza. E’ chiaro che l’apprendistato dei BRICS ha dato grossi frutti, il modello di cooperazione ed interscambio ha funzionato benissimo. Ma adesso che il ricco occidente ha deciso di abbracciare il protezionismo, potranno i BRICS resistere ed offrire  un modello di cooperazione alternativo a quello tradizionale occidentale?

L’ultima minaccia arriva dagli Stati Uniti: dazi del 10% su tutte le importazioni da Paesi “filo?BRICS”, rientra in queste misure di chiusura. Che poi sia un’arma a doppio taglio, che costerà fino a 56 miliardi di dollari all’anno a consumatori e imprese statunitensi, importa poco. Cio’ che davvero conta è l’inversione di marcia occidentale lungo l’autostrada della globalizzazione, una manovra pericolosissima che Washington sta facendo per timore di perdere la propria centralità, un primato che, paradossalmente, la globalizzazione nella sua fase “matura” sta erodendo.

I BRICS invece marciano con l’acceleratore a tavoletta su questa autostrada. Nei corridoi energetici tra Russia e India, nei progetti infrastrutturali tra Cina e Africa, nei nuovi accordi monetari tra Brasile e Iran, un mondo parallelo sta prendendo forma, un mondo dove la sovranità non è subordinata a una moneta singola o a un indice di borsa.

È un mondo anche politicamente diverso da quello occidentale, dove la voce del popolo è filtrata da canali diversi da quelli delle democrazie occidentali, si pensi al sistema di comunicazione tra la base popolare ed i vertici del partito comunista, la piramide del popolo che inizia nei condomini, nei comitati di quartiere; o alla repubblica federale del Brasile.

A questo punto è chiaro che i BRICS non sono piu’ apprendisti ma stanno diventando dei protagonisti. Perche’? perche’ offrono un modello economico e politico diverso da quello occidentale. Sono anche nazioni ricche di risorse naturali, si pensi alla Russia ed al Brasile ma anche ai paesi del golfo, e quindi non hanno gli stessi problemi di approvvigionamento del Vecchio Continente.

Il modello dei BRICS piace alle economie emergenti, al cosiddetto sud del mondo, economie che desiderano sganciarsi dalla dipendenza dai mercati occidentali. Ed è questa la minaccia piu’ seria per l’occidente: che dopo l’inversione di marcia il blocco dei paesi ricchi si ritrovi a marciare contromano e da solo.

Loretta  Napoleoni

Loretta Napoleoni

 

*Economista di fama internazionale. Ha insegnato alla Judge Business Schools di Cambridge e nel 2009 è stata invitata come relatrice alla Ted Conference sui temi del terrorismo. Nel 2005 ha presieduto il gruppo di esperti sul finanziamento del terrorismo per la conferenza internazionale su terrorismo e democrazia organizzata dal Club de Madrid. Autrice di diversi libri di successo tra cui Terrorismo SPAEconomia Canaglia e Maonomics, tradotto in 18 lingue, incluso l’arabo ed il cinese; ISIS, lo stato del terrore, uscito in 20 nazioni. L’ultimo si intitola Technocapitalism

 

ATTENZIONE!

Abbiamo poco tempo per reagire alla dittatura degli algoritmi.
La censura imposta a l'AntiDiplomatico lede un tuo diritto fondamentale.
Rivendica una vera informazione pluralista.
Partecipa alla nostra Lunga Marcia.

oppure effettua una donazione

I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione di Loretta Napoleoni I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione

I Brics dinanzi la sfida della deglobalizzazione

L'eterno "Drang nach Osten" europeo di Giuseppe Masala L'eterno "Drang nach Osten" europeo

L'eterno "Drang nach Osten" europeo

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca di Francesco Santoianni Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Il caso Gergiev-Oren: perché il vero vincitore è De Luca

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione di Raffaella Milandri Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Trump 2025: Nativi Americani e Immigrati sotto Pressione

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump di Francesco Erspamer  Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Le due Italie: chi perde (e chi vince) dai dazi di Trump

Cara Giorgia, ma quale dialogo? di Paolo Desogus Cara Giorgia, ma quale dialogo?

Cara Giorgia, ma quale dialogo?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea? di Gao Jian La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

La Gran Bretagna tornerà nell'Unione Europea?

Resistenza e Sobrietà di Alessandro Mariani Resistenza e Sobrietà

Resistenza e Sobrietà

La scuola sulla pelle dei precari di Marco Bonsanto La scuola sulla pelle dei precari

La scuola sulla pelle dei precari

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente di Gilberto Trombetta Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Vincolo esterno: la condizione necessaria ma non sufficiente

Gaza, l'assoluta vergogna per l'intera umanità di Michele Blanco Gaza, l'assoluta vergogna per l'intera umanità

Gaza, l'assoluta vergogna per l'intera umanità

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino di Paolo Pioppi Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

Lavrov e le proposte di tregua del regime ucraino

O si e' contro la Nato o si e' sua complice di Giorgio Cremaschi O si e' contro la Nato o si e' sua complice

O si e' contro la Nato o si e' sua complice

Il romanzo anticinese di Fubini di Fabrizio Verde Il romanzo anticinese di Fubini

Il romanzo anticinese di Fubini

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti