I nemici della Russia, sconfitti sul campo, passano ufficialmente al terrorismo

I nemici della Russia, sconfitti sul campo, passano ufficialmente al terrorismo

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Una terribile tragedia e una perdita incolmabile. E' morta in un atto terroristico a Mosca la figlia del filosofo russo Aleksandr Dughin.
 
Daria stava ritornando dal Festival “Tradizioni”, appena fuori Mosca, dove aveva partecipato col padre, guidava l’autovettura che era intestata a Dughin, una jeep. All’ultimo momento il padre aveva deciso di salire su un’altra macchina e seguiva la figlia.
 
Tutto è successo davanti ai suoi occhi, ha visto saltare in aria l’auto e l’atroce fine di Darja.
 
Dughin adesso è ricoverato in un ospedale di Mosca. L’ordigno è stato messo sotto il sedile, un nitro-composto, tritolo, di 400 g. senza guscio, fortemente esplosivo, non è ancora stato stabilito se era ad orologeria, oppure qualcuno ha schiacciato un pulsante. L’auto è stata così dilaniata che non riuscivano nemmeno a trovare la targa, il corpo irriconoscibile.
 
Il nemico sta perdendo sul campo di battaglia ed è passato al terrore, agli atti terroristici in Russia.
 
La Russia già conosce bene il terrorismo, l’ha combattuto e sa benissimo chi c'è dietro i terroristi ucraini e i loro scopi. La Russia ha davanti un nemico vile, cinico e senza pietà – l’Occidente, oramai “collettivo” (dove purtroppo c’è dentro anche l’Italia)
 
Un commentatore russo scrive “Viviamo nel mondo dei morti e sopravvivere in questo mondo è assolutamente un colpo di fortuna, non si può rimanere sanie salvi se sei per noi, se scrivi commenti o metti i like a favore dei russi. Muoiono i migliori di noi. Le idee russe adesso sono pericolose come il soldato russo, ora ci siamo “noi” e “loro”.
 
Darja era una brillante giornalista, politologa, collaborava con il Movimento Euroasiatico, sosteneva l’operazione speciale russa in Ucraina e l'idea del “mondo russo” – concetto che viene costantemente denigrato e fatto oggetto di disinformazione da parte dei giornali italiani del mainstream, e partiti di destra, in cui è compreso anche il Pd.
 
Le agenzie informative ucraine esultano con gioia alla notizia della morte della ragazza e sperano che continuino gli atti terroristici, letteralmente scrivono: “speriamo che molto presto il padre raggiunga la figlia nell’Inferno”.
 
Il capo del Comitato Investigativo della Russia, Aleksandr Bastrykin ha preso il controllo personale sul caso dell'omicidio della politologa e giornalista Daria
Dughina.
 
Il delitto è stato pianificato, ordinato.
 
In questo omicidio – ha dichiarato un colonnello russo in pensione, Andrej Bezrukov, potrebbero essere coinvolti i servizi segreti britannici.
 
L’operazione in Ucraina adesso si trasforma in guerra sacra e molti implorano i vertici russi di togliersi “i guanti bianchi” e rammentano le parole “colpiremo i centri in cui vengono prese le decisioni” .
 
Mentre in Europa si discute su come dichiarare la Russia “paese terrorista”, i veri terroristi – i vertici dell’Ucraina a Kiev sono i veri terroristi, e da 8 anni, ma nessuno osa riconoscere che l’Ucraina è diventata uno Stato terrorista che usa metodi nazisti.
 
Aleksandr Dughin aveva detto: “L’operazione speciale in Ucraina è una sfida al mondo unipolare orientato agli Stati Uniti e alla NATO e in base ai suoi risultati verrà stabilito un nuovo ordine mondiale”. L'esercito russo sta attualmente combattendo le potenze sovrane che stanno imponendo un mondo unipolare. Non possiamo perdere questa guerra. Altrimenti, il mondo intero si trasformerà in un grande incendio".
 
A lui, alla moglie e alla sua famiglia le condoglianze più vive, che la forza sorregga Aleksandr Dughin in questo momento durissimo. Penso al padre Dughin, a cosa significhi perdere una figlia, penso al filosofo Dughin - hanno voluto colpire l’idea del mondo russo, penso alla Russia, a cosa significhi perdere una così promettente pensatrice e attivista, preziosa per il suo futuro.
 
Darja aveva appena 30 anni.
 
Pace e memoria eterna a Darja Dughina.

Nessuno e niente sarà dimenticato.

Marinella Mondaini

Marinella Mondaini

Scrittrice, giornalista, traduttrice. Vive e lavora a Mosca

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