Il Brasile cerca di frenare l'avanzata dei BRICS

L'analisi di Mision Verdad: "La strada che il Brasile seguirà nei prossimi mesi sarà determinante per il futuro immediato del blocco."

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Il Brasile cerca di frenare l'avanzata dei BRICS



In un articolo pubblicato da Mision Verdad si sostiene che il Brasile stia cercando di frenare l'avanzata dei BRICS, con interessi particolari che prevalgono su quelli del blocco.

Riportiamo la traduzione integrale dall'Istituto Italia Brics.




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IL BRASILE CERCA DI FRENARE L'AVANZATA DEI BRICS

MISION VERDAD, 2 MAGGIO 2025

In uno scenario internazionale segnato dal peggioramento delle tensioni geopolitiche e dalle aggressive politiche commerciali promosse dall’amministrazione di Donald Trump, si è svolta a Rio de Janeiro, il 28 e 29 aprile, la riunione dei ministri degli Esteri del blocco BRICS.

L’incontro ha lasciato segnali chiari sull’orientamento che il Brasile intende dare all’organizzazione durante la sua presidenza pro tempore.

Nonostante il clima di cooperazione e il discorso unificato su multilateralismo e sviluppo del Sud Globale, il tono generale suggerisce una pausa nel ritmo di espansione e innovazione che aveva caratterizzato la presidenza russa nel 2024.

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri Mauro Vieira e del presidente Luiz Inácio Lula da Silva hanno rivelato una strategia brasiliana orientata a contenere la velocità di trasformazione del blocco, rafforzando un’agenda tradizionale basata sul dialogo, la neutralità politica e la diplomazia climatica. Hanno indicato che è stato proprio durante questa riunione che si è definito questo approccio, che limita l’approfondimento della logica multipolare a favore di una posizione più passiva.

PRIMO VERTICE CON UN BRICS ALLARGATO

Il vertice ministeriale è stato il primo incontro formale tra i ministri degli Esteri dopo l’espansione della piattaforma, che ora conta undici membri, tra cui potenze regionali come Iran, Egitto ed Etiopia.

Per la prima volta hanno partecipato, in qualità di invitati speciali, anche i cosiddetti “partner BRICS”, una categoria creata nel vertice di Kazan del 2024, tra cui figurano paesi come Bielorussia, Bolivia, Kazakistan, Cuba, Malesia e Nigeria.

I temi trattati, come la necessità di riformare il sistema internazionale, la difesa del multilateralismo e la promozione della pace, hanno trovato consenso tra i partecipanti.

Tuttavia, il tono del Brasile è stato prudente. Vieira ha ribadito che i BRICS "non sono contro nessuno", chiarendo che non si intende creare una moneta comune ma incentivare le transazioni in valute locali, come modo per ridurre i costi e rafforzare la cooperazione regionale, citando il modello dell’ALADI come esempio.

Il ministro brasiliano ha inoltre sottolineato che non si intende sostituire l’attuale sistema monetario, basato sull’egemonia del dollaro statunitense, né creare nuove valute, distanziandosi così dalle proposte più ambiziose promosse da Russia e Cina negli ultimi anni. In altre parole, Brasilia cerca di preservare lo status quo del dollaro e limitare le opzioni di dedollarizzazione a un elemento puramente transazionale, evitando così cambiamenti strutturali nell’ordine finanziario globale.

Questo approccio contrasta con l’agenda russa dell’anno precedente, che proponeva passi decisi verso un’architettura finanziaria alternativa, come la creazione del sistema Brics Pay, un’infrastruttura ibrida e decentralizzata per i pagamenti transfrontalieri, la promozione della piattaforma Brics Bridge come rete sovranazionale di compensazione e lo sviluppo di meccanismi di pagamento basati su valute locali, digitali e blockchain, con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dal dollaro e promuovere una multipolarità monetaria e finanziaria.


UNA PRESIDENZA AMBIGUA

L’approccio del Brasile alla presidenza del blocco sembra rispondere più alla sua propria agenda internazionale che alla volontà di esercitare una leadership trasformativa all’interno dei BRICS.

Sotto la guida di Mosca, i BRICS si erano proiettati come forza trainante del Sud Globale, con proposte strutturali in ambito finanziario, come l’espansione dell’uso delle valute locali, la creazione di una rete alternativa allo SWIFT e strumenti di credito per proteggere gli Stati membri dalle sanzioni unilaterali.

In contrasto, la tabella di marcia proposta dal Brasile per il 2025 indica una riorganizzazione delle priorità, più allineata con temi di sviluppo, salute, ambiente e inclusione sociale. Secondo il documento ufficiale della Presidenza Pro Tempore Brasiliana (PPTB), il Brasile si propone — come già avvenuto nei mandati del 2010, 2014 e 2019 — di contribuire all’"avanzamento del dialogo e della consultazione in seno ai BRICS su questioni politiche, di sicurezza, economico-finanziarie e della società civile", mantenendo così il suo tradizionale accento sulla riforma del sistema di governance globale per dare maggiore voce ai paesi emergenti.

Sotto lo slogan “Rafforzare la cooperazione globale con il Sud per una governance più inclusiva e sostenibile”, la presidenza brasiliana ha definito due grandi priorità:

1. La cooperazione globale con il Sud.
2. Le partnership BRICS per lo sviluppo sociale, economico e ambientale.

Attraverso gli interventi delle sue alte autorità, il Brasile si presenta come un “ponte” tra il Nord e il Sud globale, più propenso alla conciliazione che allo scontro. La sua narrativa insiste sul fatto che i BRICS non intendono sostituire i meccanismi esistenti né sfidare il sistema finanziario internazionale dominante, suggerendo così che il Brasile voglia plasmare un blocco che non risulti scomodo per Washington.

Invece di promuovere una vera multipolarità, il Brasile privilegia un multilateralismo transazionale che gli consenta di consolidare i legami economici con Cina e Russia senza rompere la sua storica dipendenza geopolitica dagli Stati Uniti. Questa strategia gli consente di muoversi tra le tensioni sistemiche senza compromettere il proprio margine d’azione, mantenendo affari con Cina e Russia senza compromettere la relazione con la Casa Bianca.

Inoltre, la presidenza brasiliana ha proposto di evidenziare temi come la lotta al cambiamento climatico tramite l’iniziativa Amazon Forever, un piano per attrarre investimenti nel bioma amazzonico con l’appoggio dei “paesi sviluppati”.

Questo approccio contrasta con l’indirizzo geopolitico e di sicurezza che aveva caratterizzato la presidenza russa, focalizzata sul consolidamento dell’ordine multipolare e sulla ristrutturazione dell’architettura internazionale del potere.

Il Brasile preferisce non accelerare l’istituzionalizzazione del blocco, privilegiando il rafforzamento delle reti internazionali preesistenti, in una dinamica che suggerisce un uso strategico dello spazio multilaterale come piattaforma di proiezione internazionale.


NUOVE SFIDE

Avvicinandosi il Vertice dei Leader del 6 e 7 luglio, i BRICS affrontano uno scenario segnato da divergenze interne che condizionano il loro orientamento strategico.

Le negoziazioni sulla dichiarazione congiunta di Rio de Janeiro, che servirà come base per il documento finale dei Capi di Stato, evidenziano una tensione persistente tra l’impulso trasformativo guidato da Russia e Cina e l’approccio moderato e filo-statunitense che il Brasile cerca di imprimere alla sua presidenza pro tempore. Questa divergenza è emersa chiaramente anche al vertice di Kazan, quando fu bloccato l’ingresso del Venezuela nella piattaforma.

Le negoziazioni per questo testo riflettono una posizione condivisa dal gruppo: la critica alle “misure unilaterali” e la difesa del multilateralismo come principio guida. Tuttavia, le differenze di tono mettono in luce non solo le diverse velocità che convivono nel blocco, ma anche un contrasto più profondo: lo scontro tra interessi e visioni geopolitiche differenti, tra la conservazione di certi equilibri tradizionali e la spinta strategica verso la multipolarità, che implica necessariamente una sfida al dominio occidentale.

La Cina avrebbe fatto pressione per un linguaggio più forte in risposta ai recenti dazi statunitensi sui suoi prodotti, che raggiungono il 145%, mentre il Brasile, agendo come mediatore, cerca un approccio meno conflittuale. Secondo la stampa, il comunicato finale manterrà la critica a tali politiche, ma eviterà di alzare il tono dello scontro.

Nel frattempo, si consolida un cambiamento nel dibattito sull’architettura finanziaria del gruppo. Di fronte all’entusiasmo precedente per una moneta comune, le autorità brasiliane sembrano aver optato per dare priorità alla promozione del commercio in valute locali come meccanismo graduale per ridurre la dipendenza dal dollaro.

Pechino, da parte sua, continua a profilare i BRICS come “colonna vertebrale” della cooperazione Sud-Sud. Le dichiarazioni del portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, hanno sottolineato l’intenzione di costruire una partnership “più integrata” tra i membri e difendere “l’equità e la giustizia” nella governance globale.

Una visione ribadita anche durante l’incontro bilaterale tra Wang Yi e Sergei Lavrov, in cui entrambi hanno confermato il ruolo della piattaforma come catalizzatore di un sistema internazionale più giusto e razionale.

Le parole di Vieira, accuratamente selezionate, sono state interpretate come un chiaro segnale del fatto che la presidenza brasiliana cerca di frenare l’impulso geostrategico che la Russia aveva dato al vertice di Kazan, dove erano state apertamente promosse proposte per un’architettura finanziaria e di sicurezza alternativa all’ordine occidentale.

Oltre a segnare una differenza nel tono e nell’approccio, il Brasile ha proposto una struttura più tecnica e transazionale per il coordinamento del blocco. L’organizzazione di 100 incontri ministeriali e tecnici tra febbraio e luglio a Brasilia mostra la volontà di istituzionalizzare e tecnicizzare la dinamica dell’organizzazione, ma potrebbe anche essere letta come una strategia per “comprare tempo politico” e contenere le iniziative più avanzate.

Invece di avanzare con proposte strutturali di ampio respiro, la presidenza brasiliana punta a consolidare i risultati precedenti e rafforzare la cooperazione esistente, evitando di generare tensioni sia con i partner BRICS — in particolare Cina e Russia — sia con attori esterni fondamentali come Stati Uniti e Unione Europea. Questa strategia rivela un delicato equilibrio tra l’allineamento geopolitico occidentale tradizionale del Brasile e l’astratta aspirazione alla multipolarità.

La strada che il Brasile seguirà nei prossimi mesi sarà determinante per il futuro immediato del blocco.

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