IL CASO REGENI E LE BUGIE DI REPUBBLICA     

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IL CASO REGENI E LE BUGIE DI REPUBBLICA     

di Vincenzo Brandi

Roma, 29 dicembre 2016


Consultando ieri (28 dicembre) il sito on-line di “Repubblica”, sono stato colpito da un titolo: “IL CAPO DEL SINDACATO EGIZIANO AMBULANTI AMMETTE: L’HO CONSEGNATO AGLI INTERNI”. Mi ha colpito il termine “CONSEGNATO” , che lascerebbe pensare, ad una prima lettura superficiale, che il capo del sindacato abbia operato in modo che Regeni fosse “catturato” dalla polizia o dai servizi di “intelligence” egiziani, che poi lo avrebbero torturato ed ucciso.

In realtà, se si va a leggere l’articolo, che riporta un intervista del segretario del sindacato Mohamed Abdallah all’Huffington Post – edizione  araba – si scopre che il segretario del sindacato, dopo aver rivendicato il fatto di aver denunciato Regeni alle autorità di polizia, ritenendolo una spia perché faceva troppe domande, conclude che: “ quando io l’ho segnalato ai servizi di sicurezza, facendo saltare la sua copertura, lo avranno ucciso le persone che lo hanno mandato qua”.

Il giornalista di Repubblica si meraviglia che Abdallah abbia dichiarato che gli sembrava “illogico”che uno studente di Cambridge andasse in giro a fare troppe domande ed, a proposito della conclusione del sindacalista secondo cui Regeni sarebbe stato ucciso dai suoi stessi mandanti, parla di “allusione oscura”.

In realtà l’allusione è tutt’altro che oscura. Anche in numerosi articoli scritti in Italia, che “Repubblica” e tutti i media che vanno per la maggiore hanno tentato di oscurare, si è chiarito che lo sfortunato giovane era certamente “seguito” da professori delle Università di Cambridge e di quella Americana del Cairo (istituzioni che peraltro si sono rifiutate di collaborare con gli investigatori egiziani ed italiani), ma che il vero datore di lavoro di Regeni era la società “Oxford Analytica”. Si tratta di una società di “informazione” (per non voler usare la parola più pesante di “spionaggio” per non offendere la famiglia del giovane) gestita da famigerati personaggi del mondo dell’intelligence, come l’americano John Negroponte, già organizzatore degli squadroni della morte in America Centrale, e tale McColl, già alto dirigente dei servizi segreti britannici.

Risulta che Regeni abbia anche offerto una somma consistente ad Abdallah (si parla di 10.000 dollari) perché divenisse anch’egli un informatore, con la scusa di uno “studio” sul sindacato.

Sulla base di queste notizie, in numerosi articoli comparsi in Italia su siti alternativi, era stata fatta da tempo l’ipotesi che lo sfortunato giovane, “bruciato” dalla denuncia del sindacalista, sia stato “sacrificato” dai suoi mandanti per mettere in difficoltà il governo laico egiziano proprio nel momento in cui stava sottoscrivendo con l’Italia un mega-contratto riguardante i grandi giacimenti di gas scoperti nelle acque egiziane ed altre importanti questioni economiche.

Ovviamente i servizi segreti di alcuni paesi occidentali concorrenti, ed ambienti vicini all’opposizione estremista islamica, che ha per fulcro la Fratellanza Musulmana,  sarebbero stati molto interessati a creare gravi difficoltà al Presidente Al-Sissi. Il governo egiziano aveva invece fatto sapere di aver posto sotto controllo il giovane italiano, ma di aver poi sospeso ogni ulteriore azione considerandolo un “pesce piccolo” ed un terminale secondario dell’informazione.

Insomma “repubblica”, con le sue allusioni, continua nella sua campagna tesa a favorire tutte quelle forze (governi nordamericani ed europei, monarchie reazionarie islamiche del Golfo Arabo) che cercano di destabilizzare gli stati laici indipendenti del Medio Oriente ed Africa Settentrionale (come la Libia, la Siria, l’Egitto). Si tratta di una vasta operazione imperialista e neo-colonialista condotta con l’aiuto di formazioni jihadiste estremiste, che ha già creato gravissimi danni in Libia e Siria, e che cerca di coinvolgere anche l’Egitto.
 

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