Il PD vuole censurare un documentario (e come fonte usa i "factcheckers" di Mentana)

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Il PD vuole censurare un documentario (e come fonte usa i "factcheckers" di Mentana)



di Agata Iacono


Oltre a portare in piazza vecchietti ignari dei circoli di bocciofila per chiedere di mandare i nipotini in guerra contro il pericolo russo, gli interventisti del PD hanno altre amene priorità.

Ad esempio, leggersi il manifesto di Ventotene, perché fa più figo della Costituzione Italiana, per poterlo sfoggiare agli apericena.

Agli apericena ZTL si potrà accennare a Shakespeare e Dante, ma dichiarando rigorosamente  e solennemente di non aver mai ascoltato ?ajkovskij o Stravinskij, di non sapere chi fossero Tolstoj, Dostoevskij, Cecov,  Lermontov, Gogol' o Turgenev.

Che poi, magari, davvero non sanno chi siano.

Di Lenin avranno sentito parlare, ma solo perché nelle sedi del vecchio PC troneggiava "I funerali di Togliatti" di Guttuso e si giocava a riconoscere i personaggi.

Poi c'è quel femminista di Franceschini che, tanto per fare più confusione e distrarre dai problemi dei diritti sociali ormai sacrificati sull'altare dell'oro alla patria Europa, propone di imporre il cognome della mamma ai futuri nascituri, in modo da "risarcire le donne da secoli di discriminazione".

Questa trovata, sono certa, sarà oggetto di noioso ed esasperante dibattito tra destra e sinistra parlamentare, si chiameranno gli intellettuali ad esprimere il loro parere, si alimenterà il conflitto orizzontale sui social.

Come abbiamo fatto a non pensarci prima?

Gli asterischi della ministra e presidenta Boldrini sono quisquilie al confronto.

Quanti femminicidi sarebbero stati evitati con il matriarcato anagrafico?

Ma il PD non si limita a questo.

È attivissimo nel censurare in tutti i modi qualsiasi testimonianza arrivi dal Donbass.

Chissà di cosa ha paura...

Dopo la campagna diffamante contro i cittadini che anche sabato a piazza Barberini hanno esposto uno striscione con la scritta "La Russia non è nostra nemica", le aggressioni e le censure contro la proiezione del film Il Testimone e dei documentari storici Maidan (con filmati dell'epoca) e "I bambini del Donbass" (uccisi dai nazisti ucraini e a cui è dedicato il commovente Viale degli Angeli a Donec'k), ecco l'interrogazione parlamentare di Barbara Serracchiani.

Certo che l'effetto Serra colpisce ancora, ma questa non sarebbe una battuta degna della gravità della situazione.

Riporto l'interrogazione integralmente, facendo solo notare che la fonte primaria, citata espressamente, è Puente, cioè Open, il censore di Meta, giornale di Mentana.


Scrive Vincenzo Lorusso su Donbass Italia:

"La deputata Debora Serracchiani (PD) chiede al governo di censurare la proiezione di un documentario in una sala privata e di vietare la raccolta firme contro le dichiarazioni di Mattarella, ritenendole false.

https://www.petizioni.com/il_popolo_italiano_prende_le_distanze_dalle_parole_del_presidente_mattarella

Vorrei ricordare alla deputata che la petizione è assolutamente legittima. Se avessi voluto organizzare qualcosa di farlocco, avrei messo in piedi le primarie del PD.

Non contenta, Serracchiani attacca me e Andrea Lucidi, accusandoci di essere giornalisti di International Reporters, che secondo lei sarebbe un "organo del Cremlino".

Un premio da 27.000 euro vinto da International Reporters in un concorso per startup viene spacciato per un "finanziamento russo". Facciamo due conti:

27.000 euro in un anno equivalgono a 2.250 euro al mese
Divisi tra 10 giornalisti, fanno 225 euro a testa
L’equivalente di una cena del PD a spese dei contribuenti italiani.
 
“La presidente del Consiglio e il ministro dell’Interno applichino ai video prodotti da ‘Russia Today’ le sanzioni europee cui l’emittente è sottoposta in tutta l’Unione Europea, con il divieto assoluto di trasmissione dei suoi programmi in qualunque forma e contesto. La misura si applichi all’evento in programma a Udine e ad altre simili manifestazioni che si dovessero organizzare in futuro anche in altre località d’Italia”. Lo chiede la deputata Debora Serracchiani, che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulla proiezione, prevista per domenica 23 marzo in un hotel di Udine, di due filmati prodotti dall’emittente “Russia Today”, dal titolo “I bambini del Donbass” e “Maidan. La strada verso la guerra”, promossa da Insieme Liberi, Liberi Elettori-Io amo Udine e altri soggetti. “Il video sul sequestro dei bambini del Donbass è un caso di disinformatija in pieno stile putiniano”, afferma la deputata precisando che “per quell’episodio la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di cattura nei confronti dello stesso Vladimir Putin. Giustamente le associazioni ucraine sono scandalizzate”. Serracchiani richiama la “recente campagna di attacchi contro il Presidente della Repubblica e le aggressioni informatiche contro infrastrutture critiche”, segnala la “raccolta di firme, rivelatasi piena di nomi palesemente falsi, consegnate nelle mani di Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, promossa anche a Udine” e denuncia che “verrà a far propaganda chi lavora per il sito russo ‘International Reporters’, allineato alla propaganda russa e associato a un finanziamento, diretto o indiretto, da parte delle autorità russe”. La deputata nel suo atto ispettivo richiama il Regolamento del Consiglio europeo in merito alle “Misure restrittive in considerazione delle azioni della Russia che destabilizzano la situazione in Ucraina” che vietano a Russia Today e altri operatori di trasmettere o veicolare contenuti “finché la Federazione russa e i suoi organi di informazione non cesseranno di condurre azioni di disinformazione e manipolazione delle informazioni nei confronti dell’Ue e dei suoi Stati membri”.
Fonte © Agenzia Nova
 
 
 

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