Il PD vuole un'altra Libia in Siria?

Oggi Donald Trump muove le truppe, fa avanzare le navi e arma gli aerei e il Partito Democratico non vuole stare a guardare

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Il PD vuole un'altra Libia in Siria?

 

Dopo essere stata una delle principali formazioni politiche italiane che ha spinto per l’intervento armato in Libia, oggi il PD si schiera in prima linea a fianco dell’ormai amico Trump. Sono finiti i tempi in cui l’improbabile candidato alla Casa Bianca veniva deriso e le valchirie del centro-sinistra (Boldrini, Boschi, ecc) andavano a tifare, pop-corn alla mano, per la novità politica del secolo, almeno per loro, Hillary Clinton. Acqua passata. Oggi Donald Trump muove le truppe, fa avanzare le navi e arma gli aerei e il Partito Democratico non vuole stare a guardare.


Ovviamente la prima cosa da fare per il PD è ricordare a tutti che in Siria ci sta il cattivone di turno. Quindi ecco che, puntuale come un orologio svizzero, arriva l’attacco chimico (su un’area ormai conquistata dal governo quindi doppiamente inutile. Ma questo è un altro discorso). Come ogni volta, dopo un attacco chimico ci stanno pronti i soccorritori che intervengono con acqua e senza maschere e guanti. Credibilissimi. Dopo che le immagini sono state girate, vengono fatte vedere a mezzo mondo. Ovviamente ci stanno i bambini. Si sa, loro devono esserci se no l’opinione pubblica non si convince troppo. Dopo di questo si passa alle condanne da parte del “mondo libero”, ed ecco arrivare le (solite) reazioni da parte di USA, Francia e Regno Unito. L’Unione Europea è in questi casi, per fortuna, assente. Vista la maggioranza dei governi che la compongono è meglio così.


In Italia questa opera di dipingere il mostro spetta al PD, vero braccio destro di Washington in Italia. Qui di seguito vi è quanto esposto direttamente dagli esponenti del Partito Democratico (quello italiano, anche se a volte pare più quello statunitense, ovviamente senza il Bernie Sanders che lo sposta, poco, a sinistra).


Si inizia la carrellata con l’attuale primo ministro, Paolo Gentiloni Silveri (che è pure giornalista), il quale individua il colpevole dell’attacco chimico a Douma. Gli esperti si stanno ancora interrogando se effettivamente c’è stato l’uso di gas ma il nostro Derrick è sicuro: è stato Assad. Prove? Nessuna. Ma pazienza…


Dopo Gentiloni è la volta di Lia Quartapelle, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Esteri e ricercatrice ISPI. Neppure lei non ha dubbi. La colpa è di Assad. Anche in questo caso, ovviamente, non porta la minima prova a sostegno della sua tesi. Comprensibile. Difficile portare qualcosa che non c’è. A ruota segue “Democratica”. Non conoscete questo nome? Non vi siete persi granché: è il giornale del Partito Democratico. Andiamo avanti. Democratica ci mette in guarda dalla “propaganda russa” di Salvini la quale, secondo Democratica, non sarebbe un bel modo di difendere la sovranità nazionale. Dare le basi militari agli yankee invece…  
Essendo il PD un partito per la parità di genere, arriva anche la perla di Andrea Marcucci, nuovo capogruppo al Senato. Qui si va addirittura oltre. Non solo si parla delle armi chimiche (sarebbe interessante sapere chi gira ‘ste notizie ai democratici) ma si accusa la Russia di “strafottenza”. Forse il senatore Marcucci non è a conoscenza del fatto che la Russia, a differenza di USA, Francia e alleati (vassalli) vari, in Siria ci può stare perché il governo siriano, che fino a prova contraria è un governo legittimo, l’ha autorizzata. Forse il senatore Marcucci non è a conoscenza del fatto che non è la Russia che sta portando la sua flotta di fronte le coste di un paese sovrano per lanciare missili contrari a qualunque regola del diritto internazionale. Forse il senatore Marcucci si è dimenticato che è Donald Trump a minacciare, una settimana sì e una settimana pure, vari paesi sovrani (Corea, Siria, Iran, Russia, ecc.).
 

 

Onestamente c’è da aver paura di un partito simile.

 

D. B.

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